Da 50 anni sulle gambe delle donne. Il mezzo secolo dei collant tra moda e rivoluzione sessuale
Roma, 21 set. (Adnkronos) - Osteggiato, da sempre, dagli uomini che lo accusano di avere una carica erotica pari a zero; osannato, da sempre, dalle donne per la sua funzionalità e praticità: il collant compie mezzo secolo.
E' il 1959 quando Allen Gant della Glen Raven Mills, una fabbrica di tessuti del Nord Carolina, crea l'indumento che di lì a pochi anni rivoluzionerà la moda femminile insieme alla minigonna di Mary Quant.
Venti anni prima Wallace H. Carothers aveva inventato il nylon, che sbarca sul mercato dell'abbigliamento con la fama di un tessuto 'resistente come l'acciaio e delicato come una ragnatela'. Il nylon prima e la lycra dopo, faranno la fortuna dei collant, il cui successo non conoscera' flessioni. Tra la nascita del nylon e il boom del collant c'e' di mezzo la seconda Guerra mondiale. La fibra sintetica inventata da Carothers viene adoperata per produrre paracadute e le donne americane vengono invitate a donare le proprie calze di nylon all'esercito. E' rimasto celebre l'episodio dell'attrice Betty Grable che se le sfila, mettendole all'asta per 40mila dollari da destinare ai militari. Una rinuncia 'dolorosa' per le donne americane: in un sondaggio post-bellico alla domanda 'cosa vi è mancato di più, il 30% risponderà 'gli uomini' ed il 70% 'il nylon'.
Privi di carica erotica rispetto a guepiere e reggicalze, è l'accusa che gli uomini rivolgono ai collant. Probabilmente è vero, se si considera che altri tipi di calze da donna indossate da alcune dive del grande schermo hanno solleticato la fantasia di intere generazioni di maschi, come quelle che Sophia Loren si sfila davanti ad un estasiato Marcello Mastroianni, improvvisando un conturbante strip tease in 'Ieri, oggi, domani' del 1963. O quelle che Anne Bancroft decisa a sedurre un giovanissimo Dustin Hoffman si toglie con lente movenze nel film 'Il laureato' di Mike Nichols.
Anni prima le gambe femminili sul piccolo e sul grande schermo erano coperte da spesse calzamaglie, come quelle indossate dalle gemelle Kessler, bionde e teutoniche beniamine del pubblico televisivo italiano degli anni Cinquanta. Il collant rivoluzionera' la moda femminile dando piu' 'slancio' anche alla carriera di attrici, ballerine e soubrette.
Alla fine degli anni Ottanta è la volta dello spogliarello mozzafiato di Kim Basinger in 'Nove settimane e mezzo' a fare dal formidabile volano pubblicitario alle calze da donna di cui beneficeranno, in termini di mercato, anche i collant.
A partire dagli anni Novanta i collant hanno cominciato a subire una trasformazione sotto l'influsso della tecnologia. Pur rimanendo un accessorio fondamentale per milioni di donne, le calze in fibra sintetica hanno compiuto uno sforzo gigantesco per cercare di venire incontro alle più disparate esigenze. Ecco allora sbarcare sul mercato i collant antivarici, quelli anti statici, e ancora anti fatica, anti zanzara, anti cellulite, anti batterici. E poi il collant che 'massaggia', quello che depila, quello che idrata la pelle, quello con effetto 'lievitante' sui glutei, persino il collant abbronzante. Un vero e proprio paradiso della calza per tutti i gusti e per tutte le tasche. Praticamente infinita anche la gamma di colori e di modelli: mimetici, pitonati, leopardati, decorati con applicazioni, scozzesi, di pizzo o di broccato.
L'Italia è il primo produttore mondiale di collant: 250 aziende che da sole rappresentano il 70% delle calze vendute in Europa, con un fatturato annuo di un miliardo e mezzo di euro. Fino a poco prima della crisi globale il mercato andava a gonfie vele, ora anche questo settore risente del contraccolpo generale. Nel 2003 una società tedesca aveva lanciato una linea di collant per uomini. Un'idea accolta con una buona dose di ironia e che non ha avuto successo. Chissà che ora non sia proprio questa la via d'uscita alla crisi del mercato.
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