Si può iniziare a parlare degli Stadio partendo da "Chiedi chi erano i Beatles", uno dei più noti successi. I fab four di Liverpool esumati come ulteriore metafora composta dal gruppo per enfatizzare nella fugacità emozionale di una canzone il travaglio generazionale, ovvero quell'appendice filosofica che è propria dell'uomo di questo secolo!
La loro musica pop-rock ha caratterizzato, in parte, la musica italiana degli ultimi tre lustri: soprattutto, gli Stadio hanno donato nuova linfa a quella penna da cantautore non troppo politicamente impegnata ma colta, perennemente volta all'introspezione come tecnica speculare per cogliere le ovvie e dannate problematiche del fenomeno generazionale.
Agli inizi degli anni Ottanta hanno rappresentato l'escrescenza di una situazione tutta italiana: la rivelazione discografica dei cosiddetti "turnisti", coloro che provano, arrangiano e suonano nelle grandi produzioni discografiche.I componenti della prima formazione venivano da una comune esperienza con Lucio Dalla: Giovanni Pezzoli, batteria; Marco Nanni, basso; Ricky Portera, chitarra; Fabio Liberatori, tastiere; Gaetano Curreri, voce e tastiere. Questa è la cospicua parte di session-men che accompagna Dalla e De Gregori nel tour "Banana Republic" del 1979: il tour, che "cambiò il volto della musica leggera", è la prima esperienza del gruppo e, quindi, l'inizio dell'attività musicale e discografica degli Stadio. E' proprio in "Banana Republic" che il gruppo inizia a lavorare al suo primo long playing: nasce cosi "Grande figlio di puttana", canzone che dilata in senso grottesco la filosofia di un gruppo come quello degli Stadio.
Il primo album "Stadio" verrà pubblicato nel 1982. Sono cinque canzoni più una suite musicale ("Un fiore per Hal") in cui compare la voce di Dalla. Già da questa prima prova discografica, gli Stadio si affidano a veri e propri parolieri d'eccezione: Gianfranco Baldazzi (scrittore e critico musicale, prima che acclamato autore di canzoni); lo stesso Dalla, anche produttore del disco; Ambrogio Lo Giudice, uno dei più affermati registi di videoclip musicali, e quel ventenne, commesso in un negozio di scarpe al centro di Bologna, che dopo tante insistenze riesce a firmare la sua prima canzone, "Navigando controvento". È Luca Carboni, vera scoperta di Gaetano Curreri&soci. Parte del disco è stata utilizzata per la colonna sonora del film "Borotalco" di e con Carlo Verdone.
Negli anni successivi, il gruppo continua ad accompagnare Lucio nei concerti e in sala: l'ellepi "1983" del cantautore è suonato ed arrangiato dagli Stadio. Con Ron registrano dal vivo il 33 giri "Tutti i cuori viaggianti", "Sotto la pioggia" con Antonello Venditti, "Telefono elettronico" di Renzo Zenobi, producono "...e intanto Dustin Hoffmann non sbaglia un film", l'album d'esordio di Luca Carboni, scrivendogli "Fragole buone buone".
La seconda prova discografica, "La Faccia delle Donne", prodotta dal duo Guido Elmi/Maurizio Biancani, vede la collaborazione di Vasco Rossi, Dalla e Carboni.
Con "Allo stadio" partecipano al Festival di Sanremo, edizione 1984. Il 33 giri rimane una pietra miliare nella storia del gruppo: con "Acqua e sapone" e "C'è" firmano la seconda colonna sonora per un altro film di Carlo Verdone, per l'appunto "Acqua e sapone".
Agli inizi del 1985, vengono pubblicate cinque canzoni nel Q-disc "Chiedi chi erano i Beatles": il brano omonimo è un autentico, piccolo capolavoro composto da Gaetano Curreri con il poeta Roberto Roversi.
Realizzano di nuovo le musiche per un film di Carlo Verdone, "I due Carabinieri".
Con il brano "Canzoni alla radio" partecipano nuovamente al Festival della Canzone Italiana e pubblicano l'album omonimo. La band è ora di quattro elementi. Fabio Liberatori decide di abbandonare l'attività del gruppo.
Nel marzo dello stesso anno partono per gli Stati Uniti con Lucio Dalla per una serie di concerti oltre-oceano registrando il doppio album live, il vendutissimo "DallAmeriCaruso" dove è stata incisa anche "Grande figlio di puttana", che apriva la tournée americana.
Ricky Portera esce dal gruppo e nel 1987 il tastierista Beppe D'Onghia inizia a collaborare. L'anno seguente, gli Stadio partecipano al progetto "DallaMorandi", che li porta a realizzare il disco omonimo - componendo "Il Duemila, un gatto e il Re" per Lucio Dalla e prestando la generazionale "Chiedi chi erano i Beatles" a Gianni Morandi.
Con Vasco Rossi scrivono "Bella più che mai" e "Tu vuoi qualcosa", i due inediti vengono pubblicati nella raccolta di successi, "Canzoni alla Stadio", che esce nell'estate del 1988. E' questo l'anno che vede la definitiva conclusione della collaborazione artistica degli Stadio con Lucio Dalla. Nell'89 pubblicano "Puoi fidarti di me", diversissimo dai precedenti, prodotto da Roberto Costa.
Marco Nanni e Beppe D'Onghia in tempi diversi lasciano il gruppo cosicché della prima formazione rimangono Gaetano Curreri e Giovanni Pezzoli con cui ancora oggi vengono identificati gli Stadio. Cantante da "note impossibili", anti-divo e di una gestualità ossessiva il primo; batterista richiestissimo per i dischi dei colleghi, faccia accattivante e sorniona dietro gli occhiali scuri e vero talento di simpatia il secondo.
Vasco Rossi chiede agli Stadio di aiutarlo nella colonna sonora di "Stasera a casa di Alice", il film di Carlo Verdone con Ornella Muti e Sergio Castellitto.
Nel 1991 il passaggio alla Emi Italiana e il meritato disco d'oro con "Siamo tutti elefanti inventati", pensato nei due anni precedenti, prodotto da Antonio Colombi, realizzato con l'arrangiatore Luca Orioli e il nuovo chitarrista Andrea Fornili. Il titolo, pensato da Alessandro Bergonzoni, e' a meta' tra la favola Disneyana e la realtà sociale italiana: contenuto e contenente, dilemma amletiano delle ultime generazioni. E a proposito del travaglio generazionale e del machiavellico "volgere dei tempi", "Generazione di fenomeni" e' la track-song più conosciuta del disco grazie al fatto che viene utilizzata come sigla finale della serie di telefilm "I Ragazzi del muretto" di RaiDue.
C'è un ideale filo che unisce il vecchio e il nuovo degli Stadio: ci sono "nuove" firme d'autore che danno lustro al loro repertorio come Ivano Fossati ("Ci sarà") e Claudio Lolli ("Segreteria telefonica") e "solite" collaborazioni con Vasco Rossi ("Cerca di non esser via") e Luca Carboni ("Pelle a pelle"). Negli anni il linguaggio della Canzonetta si e' evoluto, divenendo stereotipato o trascendendo ogni schema convenuto: gli Stadio hanno sempre faticosamente mantenuto una coerenza letteraria risultando, molte volte, i veri interpreti delle tensioni e delle fibrillazioni di molti ragazzi - coniugando la loro duttilità musicale con l'inibitoria versatilità della penna d'autore. Hanno regalato anche splendide canzoni a molti loro colleghi: la già citata "Fragole Buone buone" e "Ci sei perchè" a Carboni; "Una nuova canzone per lei", "Idea 77" e "Rewind" (per il nuovo album "Canzoni per me") a Vasco; "Noi come voi" a Dalla; "Padrone del tuo cuore" a Ron; "Il sapore di un bacio" a Raf; "Ladri d'amore" a Maurizio Vandelli; "Il filo di Arianna" a Paola Turci e "Dimmi che non vuoi morire" a Patty Pravo, sono solo alcuni esempi.
Nell'autunno del 1992 viene pubblicato "Stabiliamo un contatto", che bissa il successo del precedente. Anche questa volta lavorano da soli con Luca Orioli e aggiungono al line-up il bassista Roberto Drovandi. Saverio Grandi è diventato il loro paroliere abituale: compone i testi di gran parte delle canzoni - tra cui "Per la bandiera" con Francesco Guccini. Il cantautore emiliano accetta di collaborare per un paio di canzoni: erano anni che non scriveva un'invettiva cosi diretta e cruda nei confronti di un evento che ha sconvolto la nostra società (la strage di Capaci). "Swatch" è il secondo testo che firma per gli Stadio. L'anacronistico viaggio a ritroso nel tempo di un quarantenne che osserva due adolescenti innamorati e quell'"incoscienza orgogliosa della loro età". Su una metafisica storia d'amore di Alessandro Bergonzoni ("L'appostamento") e su un testo dell'inedita coppia Luca Carboni-Jovanotti ("Libero di cambiare") vengono scritte altre "canzoni alla Stadio"!
A conferma delle loro indubbie capacità live nel 1994 gli Stadio conquistano il Disco d'oro con "Stadiomobile Live" (che contiene l'inedita "Un disperato bisogno d'amore", sigla della seconda serie de "I ragazzi del muretto") raro traguardo per i dischi incisi dal vivo.
Nel marzo 1995 pubblicano "Di volpi, di vizi e di virtù...", realizzato con il produttore americano Bob Rose. L'album vanta le collaborazioni prestigiose del poeta Roberto Roversi, di Francesco Guccini, di Roberto Vecchioni e Vasco Rossi, oltre l'apporto dell'armonica di Edoardo Bennato e delle tastiere di Fabio Liberatori - tornato a suonare con gli Stadio dieci anni dopo.
Ancora concerti e, nell'aprile 1996, è la volta della raccolta "Il Canto delle Pellicole", il loro omaggio al Cinema, in occasione dei suoi cento anni. Per una volta, tutte insieme, le canzoni che hanno fatto da colonna sonora ai film di Carlo Verdone, alle serie televisive, alla pellicola TV "Mamma Lucia" con Sofia Loren e l'inedito "Le cose che contano", sigla dell'ultima serie de "I ragazzi del muretto".
Il 1997 si apre con un importante riconoscimento: al Festival di Sanremo la giuria di qualità, riunitasi per la prima volta e formata da Luciano Pavarotti, Bill Conti, Mario Missiroli, Gino Paoli e Nicola Piovani premia Gaetano Curreri per la migliore musica grazie al brano "Dimmi che non vuoi morire", interpretato da Patty Pravo. A riconfermare lo stato di grazia creativa che accompagna la band, nello stesso anno esce "Dammi 5 Minuti", tra i più bei dischi degli ultimi tempi. Prodotto interamente dal gruppo e arrangiato con Maurizio Biancani e Mirko Dalporto, l'album contiene l'eterea lirica di "Il Temporale" (scritta con Vasco Rossi); la storia straziata di "Un volo d'amore". La giocosità di "Ti mando un bacio". A scrivere le canzoni ci sono ancora Saverio Grandi (ormai affermato autore), l'ispiratissima Bettina Baldassarri (una delle tante scoperte degli Stadio) e Roberto Roversi ("Millenovecentonovantaniente"). Celebrato autore di "Vita spericolata" e loro amico di vecchia data, Tullio Ferro compone "La colpa che tu eri": tra le più belle canzoni d'amore del gruppo. Il disco è realizzato con la partecipazione di Angelo Branduardi e Sarah Jane Morris.
Nel settembre di due anni fa, tutte le emozioni più forti delle loro canzoni d'amore vengono raccolte in "Ballate fra il cielo e il mare". Dodici ballate cantate in tanti concerti e che hanno innamorato tanta gente: storie di ragazzi e di adulti, storie di vita e di amori. Il piacere di ascoltare le nuove versioni di "Vorrei", "Segreteria telefonica", "Vai Vai", "C'è", ecc.
Prodotta con Celso Valli, la raccolta contiene inoltre gli inediti "Muoio un pò" (cover di "Driving with the brakes on" dei Del Amitri), "Fra il cielo e il mare" e "Sembra quasi che non c'è". E' il "trampolino di lancio" verso il Festival di Sanremo 1999, cui partecipano con "Lo zaino", scritta da Curreri con Vasco Rossi. Una serenata d'amore alla donna dell'universo: erano tredici anni che gli Stadio non si esibivano sul palco del Teatro Ariston! E' stato un successo, le giurie popolari e quella di qualità li votano fino a farli arrivare al 5° posto, a pochi punti dalla vincitrice, Anna Oxa. Da lì un lungo tour promozionale in giro per l'Italia.
L'attività della band è sempre stata parallela a quella solista dei vari elementi: Gaetano è oggi uno dei più affermati autori di canzoni di successo (ultima, in ordine di tempo, "La tua ragazza sempre" per Irene Grandi, e la produzione del nuovo album di Patty Pravo) e, qualche mese fa, ha partecipato al cartone animato "La gabbianella e il gatto che le insegnò a volare" (tratto dall'omonimo libro di Luis Sepulveda) duettando con il cabarettista Antonio Albanese. Hanno cantato nei brani "Duro lavoro" e "Noi siamo i topi". Giovanni si dedica proverbialmente ad internet, ma non rifugge dagli inviti allettanti dei tanti amici (Taglia 42 e Lucio Dalla, per esempio) che lo vogliono nei loro dischi! Recentemente, Roberto ha collaborato con Eugenio Finardi ("Accadueo") e gli 883 mentre Andrea resta uno dei chitarristi più talentosi degli ultimi anni tanto da lavorare un pò con tutti (Franco Battiato, tra gli altri).
Da ormai sette anni il line-up del gruppo è composto da Gaetano Curreri (voce e tastiere), Andrea Fornili (chitarre), Giovanni Pezzoli (batteria) e Roberto Drovandi (basso).
La storia continua e il nuovo disco, "Donne&Colori", é ancora storia da ascoltare! [A cura di Daniele Mignardi]
http://www.rockol.it/musicaitaliana.com/biografie/stadio.html
http://www.stadio.com/officialwebsite
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