misabellC Tour (^.^=)

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domenica 29 novembre 2009

Senna

martedì 24 novembre 2009

Asian are funny

Guitarra Michael Gregorio

Mhel Marrer

lunedì 23 novembre 2009

60/mo Festival di Sanremo


Il direttore artistico del 60/mo Festival di Sanremo, Gianmarco Mazzi, ha rivelato la nuova formula del Festival di Sanremo 2010 che, ha detto, durerà 5 giorni.

I cantanti saranno divisi in due categorie, Big, e Giovani, e resterà la formula dell'eliminazione.

Intanto Antonella Clerici a Vanity Fair dichiara: "non credo avrò un uomo al mio fianco nella conduzione del Festivalm l’ho già fatto nel 2005 con Bonolis, sarebbe qualcosa di già visto. Non ci saranno nemmeno modelli o belle statuine. Mi piacerebbero come ospiti dei bravi attori, che stimo come Pierfrancesco Favino, o comici che amo, come Aldo, Giovanni e Giacomo, o la Littizzetto: le cederei il mio posto e le farei da valletta se accettasse di partecipare".

Nel corso dell’intervista, la Clerici dice anche che le piacerebbe lavorare con Laura Pausini, per dare vita a una sorta di Milleluci, come fecero Mina e Raffaella Carrà.

Il Festival di Sanremo 2010 è in programma dal 16 al 20 febbraio.

http://www.dgmag.it/televisione/festival-di-sanremo-2010-anticipazioni-23964

Problem Solved

La Casa

giovedì 19 novembre 2009

Ricetta panzanella con bresaola di tacchino



Scritto da Redazione in gusto, ricette, tags: bresaola, bresaola ricette, panzanella, ricetta dieta, ricetta tacchino, ricette estive, ricette leggere
Ingredienti

4 friselle integrali 100 gr totali
12 fette di bresaola di tacchino
4 pomodori
1 cetriolo
1 cuore di sedano
basilico
olio extra
sale e pepe

Preparazione

Spellare i pomodori e tagliarli in 4 parti. Raccogliere a parte l’acqua di vegetazione dei pomodori cui andrà aggiunta un po’ d’acqua e di aceto, questo preparato servirà per bagnare le friselle.

A parte tagliare a cubetti i pomodori e il cetriolo. Una volta che le friselle si sono ammollate, unire i cubetti di verdure, il basilico e condire con olio, sale fino e pepe. Si otterrà così un composto che andrà alternato alle fette di bresaola. A parte tagliare con il pelapatate il sedano fino ad ottenere dei fili sottilissimi.

Mettere il sedano, che servirà come guarnizione, in acqua e ghiaccio per farlo arricciare. Condire il piatto con un filo di olio crudo.

Ricetta di Massimiliano Mariola




Spaghetti alla Norma

Ingredienti per 4 persone
380 g spaghetti 2 melanzane 6 pomodori ramati 40 g ricotta stagionata grattugiata 1 spicchio aglio 1 mazzetto basilico olio extravergine di oliva sale pepe Preparazione
Lavate le melanzane, spuntatele dalla parte del picciolo e affettatele sottilmente; disponetele su un piano inclinato, cospargetele di sale e lasciatele per almeno 1 ora a perdere l'acqua di vegetazione (questo procedimento le renderà più dolci).

Nel frattempo pelate al vivo i pomodori, tagliateli a dadini e lasciateli riposare brevemente in un colino, in modo che perdano l¿acqua di vegetazione.

Sbucciate l'aglio e fatelo dorare intero in quattro cucchiai di olio; unite i dadini di pomodoro, il basilico lavato e spezzettato con le mani, un pizzico di sale e una macinata di pepe; lasciate cuocere a fuoco molto basso per 10 minuti.

Sciacquate le melanzane per eliminare il sale, tamponatele con carta assorbente da cucina e friggetele in olio bollente. Ritiratele con un mestolo forato ed eliminate l'unto in eccesso con l'apposita carta da cucina.

Cuocete gli spaghetti in abbondante acqua salata, scolateli al dente, conservando mezzo bicchiere dell¿acqua di cottura, sistemateli in un piatto da portata e conditeli con la salsa di pomodoro, la ricotta grattugiata e quasi tutte le melanzane.

Se la preparazione risultasse troppo asciutta, aggiungete qualche cucchiaiata di acqua di cottura degli spaghetti e mescolate. Decorate con le fettine di melanzana conservate a parte.


http://www.leiweb.it/cucina/scuola-di-cucina/ricette-di-base/09_g_menu_cucina_mediterranea_ricette.shtml

martedì 17 novembre 2009

» I lupini per una sferzata di energia, ma anche per combattere diabete e colesterolo


» I lupini per una sferzata di energia, ma anche per combattere diabete e colesterolo
Il lupino è una leguminosa, le cui origini si perdono nella notte dei tempi.
Il lupino bianco è la varietà più ancestrale: le vaeietà “giallo” e “blu” furono selezionate solo nella prima metà del secolo scorso.
Il prinipio attivo contenuto in questa leguminosa è la lupanina è un alcaloide, ossia una sostanza organica dotata di proprietà medicamentose.
Notevole il contenuto proteico dei lupini: circa il 43%, quindi dello stesso ordine di grandezza di quello della carne rossa. Qualcuno dirà: “si tratta di proteine vegetali, quindi incomplete!”. In realtà il pool degli aminoacidi delle proteine del lupino è ottimale, presentando un picco di arginina, un aminoacido semi-essenziale indicato nei casi di astenia e debolezza muscolare. Inoltre l’arginina interviene nel processo di spermatogenesi.
Al pari delle altre leguminose, i lupini contengono un’ottima quantità di fibra, addirittura superiore a quella contenuta nella soia.
Tra gli acidi grassi essenziali troviamo gli omega 3 e gli omega 6.
Recenti ricerche hanno evidenziato la presenza di principi attivi che oltre ad avere un effetto ipoglicemizzante, sono potenzialmente in grado di normalizzare il livello di colesterolo.
Segnaliamo infine una buona presenza di minerali: potassio, sodio, calcio, fosforo e ferro. Riguardo alle vitamine, i lupini sono ricchi di vitamine del gruppo B (riboflavina, tiamina, niacina), vitamina C e vitamina A

Frutti rossi per combattere diabete e obesità


Uno studio del dipartimento di Scienze biomolecolari dell'Università di Milano ha scoperto risultati positivi su alcune cavie, sottoposte a una dieta integrata con gli antociani, pigmenti che conferiscono agli alimenti un colore rosso-blu.

Secondo uno studio del dipartimento di Scienze biomolecolari dell'Università di Milano, presentato al quinto convegno mondiale sul Futuro della scienza, introdurre nella propria alimentazione mirtilli, arance rosse, ciliege e mais rosso aiuta a combattere le malattie metaboliche.
Gli studiosi hanno integrato la dieta di alcune cavie, nutrite con alimenti ipercalorici, con cibi contenti i pigmenti che danno ad alcuni alimenti un colore dal rosso al blu, gli antociani.
Alla fine del periodo d'osservazione, i roditori non erano ingrassati e mostravano un discreto stato di forma.
Dal punto di vista chimico queste sostanze sono glicosidi antocianici. Un glicoside è una sostanza derivante dall'unione di uno zucchero, detta glicone, con una molecola organica di altra natura, detta aglicone. Negli antociani la porzione non zuccherina della molecola è comunemente chiamata antocianidina.
Questi pigmenti si trovano in quasi tutti i frutti e gli ortaggi presenti in natura, ai quali conferiscono le sfumature del rosso e del blu.
Le fonti naturali più ricche di queste sostanze sono i frutti di bosco, le melanzane, l'uva scura e la bietola rossa. Abbondano anche nei fiori della malva e del carcadè, nelle arance, nelle ciliege, nelle mele, nelle fragole e nelle pere.
In linea generale tanto più il loro colorito (rossastro o bluaceo) è intenso e tanto maggiore è il prezioso carico di antociani.
Finora, erano conosciuti per le loro spiccate proprietà antiossidanti, paragonati a un vero e proprio antidoto naturale contro l'invecchiamento.
Dopo la prima fase dello studio, nei prossimi mesi si passerà alla sperimentazione sulle persone, con un progetto europeo che recluterà decine di volontari.
I primi risultati evidenziano che gli antociani sarebbero dei pilastri della salute, capaci di limitare l'impatto anche di malattie cardiovascolari e tumori, abbassando i livelli di infiammazione che sono alla base dello sviluppo di tutta una serie di malattie.
Questi antiossidanti sarebbero anche utili come scudi contro l'infarto. Infatti, proprio la dieta mediterranea, ricca di antiossidanti, sembra prevenire l'insorgenza di patologie cardiache, diversamente dalla dieta nord-europea e americana, più ricca di grassi e povera di fibre.


http://en.agricolturaitalianaonline.gov.it/contenuti/studi_e_ricerche/progetti_di_ricerca/nutrizione/frutti_rossi_per_combattere_diabete_e_obesita

Insalata di lenticchie, un ottimo piatto per i diabetici


Capita sempre più spesso che la gente richieda un menù specifico per diabetici. Negli ultimi anni le persone che accusano tale patologia sono molto più attente a seguire una dieta precisa. Adeguata. Ciò è importante per evitare un sovraccarico degli zuccheri che andrebbero ad innalzare pericolosamente i valori della glicemia. Cioè i valori degli zuccheri nel sangue. Per questa patologia, alcuni ingredienti vanno preferiti ad altri, per il loro alto valore biologico e la loro bassa incidenza sulla glicemia.

Capita sempre più spesso, dicevo, che la gente richieda un menù specifico per diabetici. E per un cuoco, la cosa non è da sottovalutare. Possibile ti arrivi un ordine in cucina con determinate richieste.

Io credo che preparare un piatto anche semplice, che comunque tenga conto della patologia di una persona, sia innanzi tutto un dovere nei confronti del cliente.

Propongo oggi una semplicissima insalata di lenticchie, un piatto estivo, ottimo per chi soffre di diabete.

Ingredienti per 4 persone: 120 grammi di lenticchie secche, 2 foglie di alloro, 1 arancia, 1 pompelmo giallo, 1/2 pompelmo rosa, 2 rametti di timo, 400 grammi di tonno fresco, 40 grammi di gherigli di noce, 20 ml di olio extravergine di oliva, sale fino, pepe.

Preparazione: Mettete in ammollo le lenticchie in acqua e copritele. Lasciatele in ammollo per 3 ore. Scolatele e mettetele in una pentola coperte d’acqua. Portate l’acqua a bollore, unite l’alloro e cuocete per 40 minuti. Scolatele e raffreddatele sotto l’acqua fredda. Asciugatele. Sbucciate l’arancia e il pompelmo giallo al vivo, ricavando gli spicchi. Spremete il pompelmo rosa e filtratene il succo. Tagliate il tonno a dadini. Spellate i gherigli di noce dopo averli tuffati 2 minuti in acqua bollente.

Mettete le lenticchie in una ciotola, unite al tonno. Insaporite con sale, pepe, olio extravergine di oliva e succo di pompelmo e il timo pulito e diviso a ciuffetti. Mescolate e lasciate insaporire 5 minuti. Dividete le lenticchie in piatti individuali, completate con gli spicchi di agrumi e servite.

GIRINI, BRICIOLE DI PASTA CONDITE DALL'ORTO CON FUNGHI PORCINI

GIRINI, BRICIOLE DI PASTA CONDITE DALL'ORTO CON FUNGHI PORCINI
di Alessandro Gavagna (Al cacciatore de la Subida, Cormons, provincia di Gorizia)
Valori nutrizionali. Calorie: 374; carboidrati gr. 32,6; lipidi gr. 19; proteine gr. 20,2

Ingredienti per 4 persone
• 120 g di zucchine
• 80 g di funghi porcini
• 8 fiori di zucca
• una noce di burro
• formaggio caprino stagionato
• olio extravergine di oliva
• sale e pepe
• 4 foglie di vite
Per i girini:
• 50 g di farina 00
• 4 uova

Preparate innanzitutto i girini. Rompete le uova in una terrina e mescolatele, quindi lasciatele in riposo una decina di minuti. Aggiungete la farina setacciata e con l'aiuto di una frusta incorporatela vigorosamente. Lasciate riposare ancora 15 minuti, poi versate l'impasto ottenuto nel colapasta e colate i girini che così si formano in acqua bollente. Appena vengono a galla scolateli in acqua fredda. Mettete una padella sul fuoco, fate sciogliere il burro, aggiungete i funghi e le zucchine tagliati molto fini, i fiori di zucca aperti e divisi in quattro parti e insaporite con sale e pepe. È molto importante che le verdure siano appena scottate e non cotte. A questo punto fate saltare nelle verdure i girini. Per ogni commensale prendete un piatto piano. Adagiatevi una foglia di vite ben lavata e asciugata e disponetevi sopra i girini. Irrorate con un filo di olio e aggiungete qualche scaglia di formaggio caprino. A piacere potete guarnire con alcune foglie di origano o basilico, o con fiori di aglio ursino.



http://salute.leiweb.it/alimentazione-e-diete/09_g_dieta-zuccheri-diabete_2.shtml

ZUCCOTTO DI POMODORO CON PATÉ ALLE MELANZANE E SALSA AL BASILICO

ZUCCOTTO DI POMODORO CON PATÉ ALLE MELANZANE E SALSA AL BASILICO
di Alfio Fascendini (Vecchio ristoro, Aosta)
Valori nutrizionali.Calorie: 94; carboidrati gr. 4,5; lipidi gr. 7; proteine gr. 3,6

Ingredienti per 4 persone
• 4 pomodori a grappolo
• 2 melanzane (300 g circa)
• 40 foglie di basilico
• 20 g di parmigiano
• 20 g di latte
• 20 g di olio extravergine d'oliva
• sale e pepe
• timo, erba cipollina, basilico, origano per decorare

Lavate bene i pomodori, scottateli in acqua bollente per 10 secondi, scolateli e metteteli subito in abbondante acqua fredda e ghiaccio; lasciateli raffreddare bene, spellateli e con l'aiuto di uno scavino svuotate l'interno; poneteli ad asciugare su carta assorbente da cucina. Sbucciate le melanzane e tagliatele a fette dello spessore di un centimetro. Scottatele, un minuto per lato, su una piastra in ghisa ben riscaldata. Sistematele quindi in una pirofila e cuocetele in forno a 180° C per 10 minuti. A cottura ultimata, passatele al mixer con tre foglie di basilico, aggiustate di sale e trasferite il composto in un tegame a bagnomaria. Nel frattempo, frullate le rimanenti foglie di basilico con il parmigiano diluendo con latte e olio, fino a ottenere una salsa liscia e compatta; aggiustate di sale e riponete in frigorifero per 30 minuti prima dell'uso. Con l'aiuto di una sacca da pasticceria riempite i pomodori col paté di melanzane. Disponete al centro dei piatti una cucchiaiata di paté e adagiatevi gli zuccotti; decorate con erbe aromatiche, versate sulla sommità alcune gocce di olio e, a lato, la salsa al basilico e servite.



http://salute.leiweb.it/alimentazione-e-diete/09_g_dieta-zuccheri-diabete_10.shtml

lunedì 16 novembre 2009

SPAGHETTI ALLA CARBONARA


Tipo di piatto : primo
Numero di persone : 4
Preparazione : 20 min
cottura : 15 min
Costo : Economico
Origine : Italia
Difficoltà : Facile
Ingredienti :
320gr di spaghetti
100gr pancetta magra
3 uova
20gr burro
50gr di parmigiano
Olio, sale e pepe nero macinato


Ricetta :
Tagliare la pancettaa dadini e rosolarla con olio e burro.
In un piatto da portata sbattere le uova con il parmigiano grattuggiato.
Cuocere gli spaghetti in abbondante acqua salata e scolarli al dente. Versare la pasta nel piatto da portata, mescolare e aggiungere la pancetta.
Aggiustare di sale e spolverare di pepe.


http://www.alfemminile.com/w/ricetta/r750/pasta-alla-carbonara.html

mercoledì 11 novembre 2009

Spaghetti

Sanremo 2010


Sanremo, è ufficiale: conduce la Clerici
«Realizzo il mio sogno, sarà una festa degli italiani». La direzione artistica affidata a Gianmarco Mazzi



MILANO - Sarà Antonella Clerici la padrona di casa della 60esima edizione del festival di Sanremo. La conferma ufficiale arriva dalla direzione di Raiuno. A Gianmarco Mazzi è affidata la direzione artistica e musicale della kermesse, in programma dal 15 al 20 febbraio. Sono già cominciati gli incontri e gli approfondimenti del gruppo di lavoro della Rai e degli autori che, d'intesa con il Comune di Sanremo, stanno mettendo a punto progetti e novità per il più grande evento della prossima stagione televisiva. «Realizzo il mio sogno e sul palco dell'Ariston vorrei organizzare una grande festa degli italiani, una festa che coniughi leggenda e modernità - ha detto la Clerici -. Siete tutti invitati».
ARGENTERO - È ancora mistero invece sul partner che affiancherà la Clerici, anche se è circolato insistentemente il nome di Luca Argentero. Il diretto interessato ha smentito di essere stato contattato dalla direzione di Raiuno, ma ha rilanciato la propria disponibilità: «Io a Sanremo 2010? Tutta una montatura, ma se mi chiamassero non disdegnerei - ha detto l'attore a Radio2 -. È stata la boutade di un sito, quando ero in India mi ha chiamato addirittura mia madre per sapere se era vero». Argentero, ora a Roma per le riprese del film «Eat, pray, love» con Julia Roberts, sarà anche protagonista alla Mostra del Cinema di Venezia, con il film di Michele Placido «Il grande sogno». «Per Sanremo non ho ricevuto nessuna proposta - ha concluso -. Sarebbe però divertente. Considero il festival un evento molto caratteristico e molto nostrano».

Fonte: www.corriere.it

martedì 10 novembre 2009

Italia


VENETO


Ricette natalizie del VENETO: come antipasto salumi vari (soppressa e salsiccia luganega), tra i primi brodo di cappone, risotto al radicchio, gnocchi al sugo d’anatra. Come secondi, polenta e baccalà, lesso di manzo “al cren” (salsa di rafano) con contorno di purè di patate. Tra i dolci il pandoro di Verona, la mostarda con il mascarpone, il mandorlato di Cologna Veneta. Per innaffiare il tutto un ottimo Amarone della Valpolicella o un buon Raboso delle terre del Piave e alla fine un brindisi augurale con le bollicine del Prosecco di Conegliano o di Valdobbiadene


Risotto al radicchio

350 gr. di riso - 200 gr. di formaggio caprino - 150 gr. di speck - un radicchio di treviso - 50 gr. di burro - uno scalogno - mezzo bicchiere di vino bianco - mezzo bicchiere di vino rosso - brodo vegetale - olio - sale e pepe.

1- Prepara del brodo vegetale in un pentolino.
2- Taglia sottilmente lo scalogno e lascia rosolare con dell'olio in una pentola.
3- Aggiungi il riso e lascia crocchiare. Versa mezzo bicchiere di vino bianco e continua la cottura fino a evaporazione.
4- Aggiungi il brodo poco alla volta.
5- Prepara lo speck tagliandolo a strisce sottili.
6- Lava il radicchio e taglia sottilmente(vedi foto a lato); lascia scolare e *cuoci in padella con dell'olio.
7- In un tegame a parte rosola velocemente lo speck (mettine da parte un po per guarnire il piatto) aggiungi il radicchio e sfuma con del vino rosso. Continua la cottura finchè non appassisce la verdura.
8- Versa il composto radicchio/speck nella pentola con il riso, aggiungi una noce di burro, il parmigiano e aggiusta con del sale e un pizzico di pepe.
9- Versa il riso nel piatto di portata, fai un buco al centro e versaci il caprino fuso. Completa il piatto guarnendo con lo speck.

*Questo passaggio serve per attenuare parte del sapore amarognolo tipico del radicchio

http://www.forchettina.it/primi/risotto-al-radicchio/risotto-al-radicchio.asp

Veneto


Curiosità del Veneto
Vedere, stupirsi, rilassarsi e innamorarsi. Il Veneto da una parte è un paradiso per tutti gli sport outdoor e dall'altra offre varie alternative per una vacanza romantica e all'insegna della cultura.

Locanda da Lino - un'esperienza per i buongustai
Nella regione Veneto, a Solighetto, si trova uno dei luoghi di ristorazione più belli: la Locanda da Lino è il regno di Lino Toffolin, cuoco rinomato e si trova sulla strada del Prosecco, in una ex-casa colonica ristrutturata ad arte.


In un'atmosfera suggestiva - oggetti d'antiquariato, preziose collezioni di quadri, pentole in rame al soffitto e tanti fiori - vengono serviti piatti squisiti.

La cucina di Lino Toffolin racoglie la tradizione gastronomica locale e i piatti sono preparati con le ricette della madre, delle nonne e delle zie, oltre ad essere personalizzati dall'esperienza e dalle creazioni dello chef. Nel menù si trovano piatti dai sapori genuini: paste fatte in casa, spiedi, oche arrosto, polli ruspanti, funghi cotti in vari modi, crostate, e frittole a carnevale. Al giovedì c'è un trionfo di pesce dell'Alto Adriatico preparato alla brace nel grande camino, al sale oppure semplicemente al vapore. Anche la lista dei vini è ottima e non lascia desideri insoddisfatti.


La strada delle Dolomiti
La strada delle Dolomiti è una delle più affascinanti di tutte le Alpi e rappresenta una sfida impegnativa per la costruzione stradale. Ha inizio a Bolzano in Alto Adige ed entra nel Veneto al Passo Pordoi, il più panoramico di tutti i passi dolomitici. Trovate qui le tappe della strada delle Dolomiti.

Passo del Pordoi
A sud si trova il Gran Vernal (3.210 m); a nord il Gruppo del Sella raggiunge i 3.125 m.

Arabba
Arabba è una piacevole località dotata di funicolare per raggiungere il Col Burz (1943 m) a nord.

Pieve di Livinallongo
Città principale dell'incantevole valle Cordevole, Pieve offre magnifici panorami delle cime dolomitiche.

Andraz
Le rovine del castello di Andraz sono ancora visibili nella roccia. La roccaforte venne costruita nel XV secolo per prevenire il banditismo e controllare l'accesso al Passo Falzarego.

Falzarego
Memorie di guerra testimoniano le battaglie della I Guerra mondiale sulla frontiera italo-austriaca.

Cortina d'Ampezzo
Scendendo a Cortina, il panorama è dominato dalla forma irregolare delle Cinque Torri.

http://www.italia24.eu

UMBRIA

Ricette natalizie dell’UMBRIA: Cappelletti ripieni di cappone e piccione, contorno di cardi umbri, cappone bollito e come dolce il panpepato (farina, noci, cioccolato fondente, mandorle, scorza di arancia candita, uva passa, miele, pinoli, nocciole, pepe macinato e vino rosso, le pinoccate fatte di zucchero e pinoli e il torciglione serpentello di pasta dolce con mandorle.


Cappone bollito
Una delle più classiche ricette della tradizione gastronomica italiana per le feste natalizie: il cappone bollito.
Di origine piemontese, facilissima da realizzare e dal duplice utilizzo: il brodo di carne che si forma durante la cottura è l'ideale per la preparazione dei tortellini, un'altra classica portata del menù delle feste.
PROCEDIMENTO:
Immergere il cappone in acqua già bollente, salata e con gli aromi, lasciando bollire moderatamente, per evitare che la pelle si laceri, per circa un'ora e mezza.

Servirlo ben caldo, presentandolo a schiena rivolta perchè si possa notare il filo con il quale il cappone è stato cucito dopo la castratura, garanzia che si tratta di un animale allevato con metodi tradizionali, accompagnato dal classico bagnet verde.

*Per la realizzazione della salsa "Bagnet Verde":
1 filetto di acciuga dissalata, 1 panino (mollica), 1 spicchio di aglio, 1 manciata di prezzemolo, olio di oliva (quanto basta), 1 cucchiaio di aceto, 1 pugno di capperi, sale e pepe.

Procedimento:
Tritate finemente l’aglio con l’acciuga, i capperi ed il prezzemolo. Unirvi la mollica di pane inzuppata nell’aceto e strizzata. Versare un po’ d’olio, aggiungere sale e pepe, mescolare ed amalgamare il tutto.
Questa salsina, oltre che con tutti i tipi di carni bollite, è buonissima servita anche con uova sode o in camicia.

La ricetta del Cappone Bollito è stata consigliata dal Consorzio di tutela e valorizzazione del Cappone di Morozzo e delle produzioni avicole tradizionali.

Ingredienti
1 Cappone
Sedano
Carota
Cipolla
Sale

http://www.bembo.it

Umbria


Curiosità dell'Umbria
Chi vuole comprare il tartufo, dovrà fara una tappa a Norcia. Se in Toscana e Piemonte vengono coltivati i tartufi bianchi, l'Umbria è famosa per il suo tartufo nero.

La cucina umbra - ecco dove mangiare bene
Non dimenticate di assaggiare le specialità della cucina umbra, semplice e tradizionale.

L'olio d'oliva e l'Umbria
Non è un caso che a Spoleto in Umbria abbia sede l'Istituto Professionale Alberghiero di Stato, uno tra i più prestigiosi d'Italia a cui si va affiancando una "Scuola di alta cucina".

L'olio extravergine d'oliva (DOP) di Spoleto a motivo della sua alta qualità ha oltrepassato i confini locali per affermarsi a livello internazionale. Il suo sapore continua a essere caratterizzato dal paesaggio rurale della valle umbra con la bellezza delle piante di ulivo che hanno ispirato poeti e artisti di ogni secolo.

Annualmente a Spoleto si svolge l'Ercole Olivario, manifestazione promossa dell'Unione delle Camere di Commercio Italiane che prevede l'assegnazione del premio nazionale per l'olio extravergine di oliva di qualità. A Spoleto è stato inoltre avviato un "Master in Olivicoltura ed Elaiotecnica".

Trevi è sede della Presidenza dell'Associazione Nazionale delle città dell'ulivo e del Museo della civilità dell'ulivo.

Altra importante città è Gualdo Cattaneo con i suoi undici frantoi. A Spello si svolge la Sagra della bruschetta e la festa dell'ulivo.
Altre città dell'olio sono Castel Ritaldi, Giano dell'Umbria, Foligno e Campello.

Il sentiero dei marroni
Il percorso si snoda attraverso un vasto territorio che comprende i Comuni di Trevi, Campello sul Clitunno, Spoleto, Acquasparta, Massa Martana e Bevagna. Ma è il Comune di Spoleto a vantare il maggior numero di centri dove questa produzione tipica è diffusa e tutelata.

Il marrone, sorta di castagna dalle dimensioni maggiori e dalla polpa più gustosa, rappresenta infatti un'importante e antica tradizione per gli abitanti della montagna spoletina e, da sempre, essenziale complemento dell'alimentazione. L'attaccamento quasi rituale alla sua coltura ha nei secoli determinato la ricerca di ecotipi sempre migliori, tanto che oggi il marrone dello Spoletino emerge per l'eccellenza delle sue qualità organolettiche e per la finezza della pasta.

La Comunità dei Monti Martani e del Serano, insieme al Consorzio per la castagna umbra, da anni persegue il miglioramento della coltura del marrone e sta attualmente operando per riconoscerne il marchio DOP.

A Montebibico, in particolare, si trovano i marroneti più estesi ed è proprio in questa frazione che da alcuni anni, nel periodo della raccolta, si organizza la “sagra del Marrone”. Da Pompagnano è possibile raggiungere gli abitati di Catinelli e Castagnacupa, il cui nome è evidente riferimento alla diffusione della pianta. La natura piuttosto impervia di quest'ultimo percorso consiglia l'utilizzo di mountain-bike o fuoristrada.

Le terre del vino
Questa zona dell'Umbria vanta un'antichissima tradizione nella produzione di vino. Parte dei Comuni di Spoleto e di Castel Ritaldi e tutto il comprensorio di quello di Giano dell'Umbria appartengono all'area DOC dei “Colli Martani”.

Un vasto territorio a nord-est e sud/sud-ovest del crinale dei colli omonimi che si estende da Massa Martana fino a Bettona.

Qui, in una fascia pedecollinare compresa tra i 150 e i 450 metri, vengono coltivati vigneti che producono Grechetto, Sangiovese e Trebbiano, quest'ultimo composto in buona parte dal vitigno autoctono del Trebbiano spoletino. Nella stessa area collinare dei Comuni di Castel Ritaldi e di Giano dell'Umbria, laddove le pendici dei Colli Martani degradano verso le sponde del Clitunno, si produce il Sagrantino di Montefalco, vino che dal 1992 si fregia dell'appellazione DOCG.

Alla stessa area appartiene la denominazione DOC “Montefalco” con le sue produzioni di Montefalco bianco e rosso.

Tra queste colline coltivate a vigneto e ulivo, costellate da torri, borghi e castelli medievali, si snoda il percorso culturale ed enogastronomico della Strada del Sagrantino.




Laboratorio di tela umbra
Lini tessuti a mano
Città di Castello, gennaio 1902, Alice Hallgarten-Franchetti, giovane americana innamorata dell'Italia, passa interi pomeriggi camminando nelle campagne, in visita a povere case dove analfabetismo e matalattie rendono ancora più difficile una vita già dura.

Incontra donne che le narrano di stenti cui sono costrette le loro famiglie mentre, sedute al telaio, tessono stoffe con arte e perizia tramandate per generazioni. È da quegli incontri che scaturisce la passione che muterà radicalmente la vita di Alice e di quante la seguiranno nell'Impresa. Prende vita già chiara in lei, l'intuizione di consentire alle madri di esercitare quell'arte come in casa, accanto ai bambini; ma questa volta con strumenti efficienti, in un ambiente sano ed organizzato come impresa in grado di sostenere negli anni. Le sarà allora preziosa, l'amicizia con Maria Montessori e la conoscenza del pensiero di quella giovane pedagoga.

Nasce in quel momento, quel particolarissimo esempio di integrazione tra arte ed umanità che ancora oggi vive con il nome di Tela Umbra. Ed a Cittá di Castello nei laboratori di Tela Umbra funziona ancora tutto come nei primi anni del secolo: i pochi centimetri di trama e ordito che ogni giorno gli stessi telai di allora e la laboriosità meticolosa di donne tenaci riesce a far nascere, rappresentano un futuro raro e prezioso. I tessuti di Tela Umbra ripropongono ancora oggi disegni originali del periodo rinascimentale che già alla fine del secolo Alice e Leopoldo Franchetti avevano ritenuto di dover salvare da quel „mutamento d'usi“ che rischiava di far scomparire abitudini artigianali preziose come quella della tessitura.

Oggi nelle sale del Laboratorio, le tessitrici sono orgogliose di ricevere visite da chi mostra di apprezzare un lavoro antico prezioso. Inoltre nelle stanze del museo-collezione tessile ospitato al primo piano dell'antico Palazzo Tommasini ex Bourbon del Monte, dove prima era l'asilo per i bambini delle tessitrici, ogni anno da tutto il mondo sono molti i visitatori che decidono di conoscere da vicino la storia di Alice e Leopoldo Franchetti e delle donne tenaci che in tutti questi anni hanno permesso ad un'opera tanto importante di rimanere in vita.


http://www.italia24.eu

venerdì 6 novembre 2009

TRENTINO


Ricette natalizie del TRENTINO: Canederli (polpettine di pane raffermo, speck, pancetta e salame, farina, uova, latte e brodo condite con spinaci, funghi o fegato di vitello. Possono essere conditi, una volta lessati, anche con burro fuso e formaggio oppure ragù di carne, strangolapreti (gnocchetti di pane, latte uova e foglie di coste) conditi con burro, salvia e parmigiano, Capriolo o Capretto al forno con patate e per dolce lo Strüdel e lo zelten.


Ricetta Canederli
Ingredienti
Per 2 persone: 200 g di mollica di pane 120 g di pancetta affumicata 3 uova 1 dl di latte 30 g di burro ½ cipolla tritata 1 cucchiaio di prezzemolo tritato sale noce moscata
Preparazione
Tagliate la mollica in cubetti e versate sopra il latte un po’ tiepido. Sciogliere 15 g il burro, fate appassire la cipolla e il prezzemolo, unite la mollica con le uova, un pizzico di noce moscata, il sale e mescolate bene. Preparate con il composto delle sfere e fatele cuocere per 15 in acqua salata. Fate rosolare in una padella gli altri 15 g di burro con la pancetta tagliata e aggiungete i canederli. Calorie (Kcal) 370 Proteine (g) 14


Canederli:, n150 G Pane Bianco, n1 Tazza Latte, n60 G Porro Tritato, n50 G Scalogno Tritato, n4 Fette Pancetta Affumicata, n200 G Formaggio Almkase A Dadini, n2 Uova, n160 G Farina Di Grano Saraceno, n3 Cucchiai Olio D'oliva Extra-vergine, n Noce Moscata, n Sale, n Pepe, n Per La Vinaigrette:, n8 Cucchiai Olio D'oliva Extra-vergine, n3 Cucchiai Aceto Di Vino Rosso, n1 Cucchiaino Senape, n1 Cucchiaio Scalogno Affettato Fine, n Sale, n Pepe, n Per Servire:, n6 Pomodori Maturi, n Sedano
Fate appassire in 3 cucchiai di olio caldo il porro, lo scalogno e la pancetta tagliata a pezzettini. Mettete il soffritto in una ciotola con il pane a dadini, il latte, le uova sbattute, il formaggio, la farina di grano saraceno, sale, pepe, noce moscata, e mescolate finchè il composto è omogeneo. Lasciate riposare 10 minuti, poi con le mani infarinate ricavate delle piccole sfere che farete bollire in acqua salata per 15 minuti. Servite sui pomodori affettati e conditi con la vinaigrette e guarnite con foglie di sedano.

Trentino


Vacanze in Trentino
Il Trentino è una regione montuosa, percorsa da numerosi corsi d'acqua, tra cui l'Adige con i suoi affluenti. Attraversato da profonde valli e da grandi e piccoli laghi, esso ospita la punta settentrionale del lago di Garda, meta preferita di campeggiatori e arrampicatori.

Arco - la meta preferita degli arrampicatori
In alto solo il cielo, in basso il nulla e accanto il paradiso... Anche per gli esperti le arrampicate ad Arco sono sempre un'esperienza avventurosa.

Rocce calcaree dagli appigli piccoli e i numerosi bordi richiedono agilità e molta tecnica. Le arrampicate che è possibile fare nei pressi di Arco sono quelle a più corde.

Consiglio: evitate la Pentecoste e il mese di agosto. In agosto fa troppo caldo e per la Pentecoste è troppo affollato. Meglio arrampicarsi a maggio e settembre anziché nei mesi di alta stagione.



Da visitare sono la Val di Fiemme, la Val Sugana e la Val di Fassa circondate dalle Dolomiti altoatesine.

Il Trentino è perfetto per le escursioni in estate, e d'inverno è l'ideale per gli sport invernali. Madonna di Campiglio, Canazei, San Martino di Castrozza e Carezza: questi sono solo i principali centri sciistici.

In estate i centri più famosi e che attirano più visitatori sono Arco e Riva del Garda. Il Lago di Garda rimane sempre un paradiso per chi ama girare in mountainbike, surfare oppure arrampicarsi.


Per chi ama la vacanza ad alta quota - i rifugi alpini
Dai mille metri in su in Trentino si trovano bellissimi rifugi divisi in due categorie: quelli escursionistici, raggiungibili in auto, e quelli alpini, cui si arriva solo a piedi. Assieme ai rifugi si devono citare anche i masi e le malghe. Vi presentiamo quelli che sono più vicini alle stelle.

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Trentino

IL VINO IN CUCINA
Si usa come condimento, crudo o cotto, per le marinate, per le cosidette riduzioni negli intingoli, carni brasate, salse. La carne tenuta a crudo in una marinata di vino guadagna sempre: l'alcool ne dilata i tessuti e gli eteri possono penetrarla, il tannino fissa l'albumina impedendole l'uscita durante la cottura, i sali del vino rendono la carne più frolla conservandola più a lungo. Il vino per cucina deve essere di tipo secco (mai dolce fuorchè per i dolciumi), non importa che sia forte perchè l'alcool viene eliminato dalla bollitura. Bollendo, con o senza aggiungere aromi, il tanino si elimina con i sali che conferirebbero alla vivanda un gusto più aspro. Perciò, nei brasati e negli stufati soprattutto, prima di aggiungere acqua ridurre il vino quanto è necessario, generalmente della metà, perchè la cottura anche prolungata non farebbe perdere alla vivanda il sapore di vino crudo.

Il CURRY

Molto usato in India per preparare vivande a base di riso che hanno questo nome. E' in realtà una miscela di droghe detta churry powder dagli inglesi che la introdussero con gran successo nella loro cucina. I componenti principali sono la curcuma (detta anche zafferano di Borbone), anice stellato, pimento e zafferano vero.


LE BACCHE DI GINEPRO

Ecco finalmente un' aroma che possiamo procurarci gratuitamente, perchè i nostri boschi ne sono ricchi, col solo inconveniente di qualche sensazione di puntura alle dita causata dagli aghi acuminati della pianta. Le bacche sono aromatiche e pare stomatiche. Servono per ripieni, marinate, per le carni uso selvaggina o salate, per salse, per liquori. Il celebre GIN inglese è ricavato dalla distillazione del ginepro e anche nella nostra regione certi distillatori di vinacce vi aggiungono del ginepro per profumare l'acquavite (grappa).

LA SENAPE o MOSTARDA

L'etimologia di quest'ultimo nome deriva da Mustum ardens cioè "mostro ardente" perchè era originariamente un miscuglio di farina di grani di senape e di mosto di vino. A contatto col liquido la polvere si decomprime chimicamente e libera un essenza piccante caratteristica della mostarda. Serve per comporre salse. si trova in commercio in polvere e in vasetti emulsionata con altri ingredienti e pronta per l'uso. celebre è la mostarda di frutta confettate.

ZELTEN TRENTINO

Dolce tipico del Trentino, lo Zelten è l'unico prodotto della pasticceria italiana che può vantare influenze etimologiche europee. Il significato originario della parola Zelten è "coprire" "avvolgere" "circondare" raffigurando quelle che sono le modalità dell'impasto e la forma tondeggiante del dolce.

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giovedì 5 novembre 2009

TOSCANA


Ricette natalizie della TOSCANA: Crostini di fegatini, brodo di cappone in tazza o cappelletti in brodo, arrosto di faraona, anatra, fegatelli e tordi con insalata oppure cappone ripieno e sformato di gobbi. Dolci: i cavallucci e i ricciarelli.


I crostini toscani di fegatini
Non si può non citare i crostini parlando di cucina toscana, ormai sono una parte per niente secondaria di un vero pasto toscano, accompagnati, se gradito, da un buon vino rosso, Chianti ovviamente!
Difficoltà:
Tempo di cottura: 35 minuti


Ingredienti per 4 persone:
350 gr. di fegatini di pollo
50 gr. di capperi sott’aceto
Mezza tazza di brodo
Mezzo bicchiere di Vinsanto
1 cipolla rossa media
2 o 3 acciughe sott’olio
Olio extravergine d’oliva

Lavate i fegatini privandoli dove è il caso del fiele, sciacquateli e asciugateli.
Fate soffriggere in una padella un generoso fondo d’olio con la cipolla tritata finemente.
Mentre la cipolla rosola, aggiungete i fegatini e lasciateli scottare fino a quando non vi sembreranno pronti per essere insaporiti con il mezzo bicchiere di vinsanto, lasciate cuocere a fuoco medio per una ventina di minuti, aggiungendo, quando occorre, un pochino di acqua.
Quando saranno cotti potete decidere se tritarli con il passaverdura o con il tritatutto, a seconda della consistenza che preferite.
Fate attenzione a non scolarli ma ad aggiungere anche l’olio ed il sughino di cottura poi, a vostro piacere, aggiungete i capperi tritati con le acciughe oppure, meglio, la pasta di capperi e d’acciughe per regolare il sapore.
Servite i crostini rigorosamente con il pane toscano abbrustolito ed inumidito con pochissimo brodo.

Toscana

Quando si parla delle "Città Toscane" si citano nomi come Firenze e Siena; Lucca, Pisa e Livorno; Arezzo e Grosseto, Prato e Pistoia. Sono queste le principali città della Toscana che rivaleggiano dall’età dei comuni. Una competizione, che in parte esiste ancora adesso, cui la Toscana deve il suo eccezionale ruolo nella cultura, nella letteratura e nell’arte in Italia. La stessa antica rivalità che portò a numerose guerre tra queste città toscane, è stata alla base di quella sfida in campo artistico che ci ha lasciato in eredità capolavori di livello mondiale. Proprio questo straordinario contributo all’arte e alla cultura costituisce uno degli elementi di cui gli abitanti della regione sono più fieri.

Tutte e dieci le province della Toscana possono offrire al visitatore interessanti spunti di arte, storia e cultura. Alcune di queste città d'arte, come Firenze, Siena e Pisa, vantano un patrimonio che tutto il mondo invidia loro. Ma il bello della Toscana è che anche i centri minori, che spesso contano poche centinaia di abitanti, hanno qualcosa da mostrare e raccontare. La visita a borghi come Pienza, Monteriggioni, San Gimignano, solo per fare alcuni nomi, è una tappa imprescindibile per molti turisti, che qui possono trovare atmosfere e scenari unici.

Visitando la Toscana, quindi, bisogna essere consapevoli che la regione è fatta di tante facce e aspetti spesso molto diversi tra loro, che secoli di unificazione non sono ancora riusciti ad appianare. Le città della Toscana, a partire dai piccoli borghi, non finiranno mai di stupirvi!


Quando si parla della Toscana si parla della regione dove scultura, pittura ed in generale l’arte sono da sempre di casa. In questa terra sono spesso nate correnti artistiche e qui hanno lavorato alcuni dei maestri più importanti della storia d’Italia. Il ricco patrimonio lasciato in eredità è fatto di città e paesi perfettamente conservati ma anche di numerose opere d’arte conservate nei musei della Toscana. In tutta la regione sono presenti più di 450 musei, con esposizioni più o meno famose ma che in ogni caso raccontano la realtà dei luoghi in cui si trovano.


Praticamente ogni periodo storico ha lasciato in Toscana qualche testimonianza. Fin dall’età del ferro i popoli che hanno abitato questa regione hanno contribuito a creare quell’enorme patrimonio che oggi troviamo nei musei. Il periodo di maggior splendore si raggiunse nel medioevo, quando i diversi comuni della Toscana rivaleggiavano anche in campo artistico. A Pisa si formò la prima grande scuola di scultura e sempre in questo periodo si svilupparono le due principali scuole di pittura, quella senese e fiorentina. I due maestri furono rispettivamente Simone Martini e Giotto, a cui succedettero una serie di allievi altrettanto validi. Il quattrocento fu il secolo d’oro della pittura toscana, con artisti del calibro di Donatello, Piero della Francesca, Beato Angelico e Botticelli.


Molti di questi lavorarono alla corte di Firenze, che a cavallo tra quattrocento e cinquecento divenne la cosiddetta culla del Rinascimento. Fu proprio in questi anni che i Medici decisero la costruzione degli Uffizzi, ancora oggi il più importante tra i musei della Toscana con più di un milione e mezzo di visitatori ogni anno. Quasi altrettanto famosa è la Galleria dell’Accademia, che ospita tra l’altro il David di Michelangelo. La rivale storica di Firenze, Siena, offre altri splendidi musei tra i quali spicca la Pinacoteca nazionale, che conserva pitture di artisti senesi vissuti tra il 1100 e il 1600. Ma l’elenco dei musei toscani è molto lungo, con esposizioni che vanno dall’arte preistorica a quella moderna, quindi non rimane che scegliere in base ai vostri gusti.

http://www.metatoscana.it

Toscana


Curiosità della Toscana
Un consiglio per chi ama guidare: la statale 71 da Orvieto (Umbria) per Pitigliano (Toscana) è una delle più belle della Toscana. La SS71 costeggia il meraviglioso Lago di Bolsena, i cui dintorni sono ricchi di agriturismi dove è possibile fare una sosta e mangiare le specialità tipiche della zona, circondati dalla natura.



Baie nascoste all'isola d'Elba
Una vacanza rilassante e tranquilla è la fuga perfetta dalla vita quotidiana. All'isola d'Elba ci sono numerose spiagge e baie nascoste, raggiungibili soltanto a piedi. Ecco una lista di spiagge nascoste:

Portoferraio
Viticcio (140 m di spiaggia di ghiaia)
La Sorgente (240 m di spiaggia di ghiaia)
Seccione (180 m di spiaggia di ghiaia)
Capo bianco (200 m di spiaggia di ghiaia)
Le Viste (180 m di spiaggia mista)
Antiche Saline ( 210 m di spiaggia sabbiosa)
Ottonella (300 m di spiaggia mista)
Rio Marina
Cala dell'Alba (90 m di spiaggia sabbiosa)
San Gennaro (40 m di spiaggia mista)
Il Porticciolo (90 m di spiaggia mista)
Capolivieri
La Fontanella (100 m di spiaggia mista)
Naregno (500 m di spiaggia sabbiosa)
Straccioligno (220 m di spiaggia mista)
Felcaiaio (110 m di spiaggia sabbiosa)
Campo dell'Elba
Palombaia (300 m di spiaggia di ghiaia)
Pomonte (240 m di spiaggia di ghiaia)
Marciana
La Paolina (100 m di spiaggia mista)

Le Terme degli dei
Tra le antiche vestigia della civiltà romana le terme erano simbolo di ricchezza e splendore, istantanee di vita romana. In molte località i romani furono i primi a costruire impianti termali, San Casciano dei Bagni è citato fra questi. Già conoscevano il valore e apprezzavano i pregi del piccolo e affascinante centro di Bagno Vignoni.

In epoca imperiale Chianciano Terme, già luogo di culto del dio Apollo e di Diana Sillene, vide i patrizi romani trasferirsi nel centro termale per trascorrere le ferie del tempo.

Tante sono le testimonianze scritte e archeologiche che ci mostrano l'importanza delle sue fonti salutari: il poeta Orazio ci ha parlato delle Fontes Clusinae, oggi Chianciano Terme, per la bontà delle sue acque e forse per riconoscenza verso ciò che gli alleviava i numerosi acciacchi, mentre Plinio il Vecchio citò spesso le terme pisane: erano quelle di San Giuliano con le loro acque calde.

Non resta che lasciarsi guidare dall'antica saggezza e coltivare una passione che arriva da così lontano, benessere e piacere sono comunque eterni.

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mercoledì 4 novembre 2009

Gigliola Cinquetti - No ho l'eta





Non ho l'eta
Gigliola Cinquetti
Composição: Paroles et Musique: Panzeri, Nisa 1964 © 1964 - Disque Festival note: Grand prix Eurovision - Italie 1964 - 1ère


Non ho l'eta

Non ho l'età, non ho l'età per amarti Não tenho a idade,
Non ho l'età per uscire sola con te não tenho a idade para amá-lo,
E non avrei, non avrei nulla da dirti não tenho a idade
Perchè tu sai molte più cose di me para sair sozinha com você.

{Refrain:} E não teria,
Lascia ch'io viva un amore romantico não teria nada a dizer-lhe,
Nell'attesa che venga quel giorno, ma ora no porque você sabe
Non ho l'età, non ho l'età per amarti muita mais coisas que eu.
Non ho l'età per uscire sola con te
Se tu vorrai, se tu vorrai aspettarmi
Quel giorno avrai tutto il mio amore per te

Lascia ch'io viva un amore romantico Deixe que eu viva
Nell'attesa che venga quel giorno, ma ora no um amor romântico,
Non ho l'età, non ho l'età per amarti na espera que chegue aquele dia,
Non ho l'età per uscire sola con te mas agora não.
Se tu vorrai, se tu vorrai aspettarmi
Quel giorno avrai tutto il mio amore per te

Não tenho a idade,
não tenho a idade para amá-lo,
não tenho a idade
para sair sozinha com você.

Se você quer,
se você quer esperar-me,
naquele dia terá
todo o meu amor pra você.

Deixe que eu viva
um amor romântico,
na espera que chegue aquele dia,
mas agora não.

Não tenho a idade,
não tenho a idade para amá-lo,
não tenho a idade
para sair sozinha com você.

Se você quer,
se você quer esperar-me,
naquele dia terá
todo o meu amor pra você.

Leggenda della fata Morgana


" ... Un giorno dell'anno 1060, Ruggero II, il Normanno, passeggiava solitario su una spiaggia della Calabria e meditava sul modo migliore di conquistare l'isola a quel tempo occupata dagli Arabi.

Qualche tempo prima, infatti, alcuni coraggiosi cavalieri messinesi si erano recati da lui per esporgli il desiderio della gente Siciliana di averlo come liberatore e signore. Ciò perché perché i capi degli Arabi erano in così grande conflitto tra loro, da coinvolgere in stragi e razzie, anche larghi strati della popolazione.

Mentre era così intento a meditare, gli parve di udire, proveniente dalla costa messinese, un suono di guerra inframmezzato da sospiri e lamenti di schiavi e da imprecazioni pagane. Ne chiese spiegazione a un eremita che, indicando la costa siciliana, disse:
- Lì gli aranci sono in fiore ... Lì ballano i Saraceni e piangono i Cristiani. Dicono che sei potente e cristiano ... perché non combatti per la tua Fede?

Ruggero rimase silenzioso pensando che il suo esercito era troppo modesto per tentare l'impresa.... Ad un tratto, davanti a lui, il mare prese a ribollire e da un cerchio di spuma apparve la testa di una bellissima fata, la Fata Morgana, che proprio in mezzo allo Stretto ha il suo palazzo più bello e più antico.

Ella a poco, a poco, emerse e Ruggero la vide salire su un cocchio bianco e azzurro, tirato da sette cavalli bianchi scalpitanti con la criniera azzurra, impazienti di lanciarsi in una folle corsa sopra le acque.

La Fata stava per muoversi, quando vide il pensoso Ruggero e gli chiese:
- Cosa pensi, Ruggero? Se é come immagino... salta sul mio cocchio e subito ti porterò in Sicilia, insieme ad un potente esercito ....

Ruggero sorrise e salutò Morgana con rispetto, poi, gentilmente, ma con fermezza rispose:
- Ti ringrazio Morgana, ma non posso accettare il tuo aiuto. Ma se la Madonna che amo e i Santi che mi proteggono mi daranno la loro benedizione, andrò alla guerra sul mio cavallo e trasporterò l'esercito con le mie navi e vincerò per valore e non per gli incantesimi di una fata...



Allora Morgana agitò tre volte la sua verga magica e lanciò in acqua tre sassi bianchi.

- Guarda o Ruggero la mia potenza!...

E in quel punto apparvero case e palazzi, strade e ville e, per magia, tutta la costa siciliana apparve così vicina, da poter essere raggiunta solo con un piccolo salto.

- Eccoti la Sicilia! Raggiungi Messina ed io farò in modo che in essa tu possa trovare il più numeroso esercito che tu abbia mai avuto in battaglia!...

Ruggero, sorridendo, rifiutò ancora:
- Morgana, sei una grande Fata, ma non sarà con l'incantesimo che io libererò la Sicilia dal paganesimo: essa mi verrà data da Cristo, nostro Signore e da sua Madre, la Vergine Maria.

Morgana rispettò il suo rifiuto, con un colpo della sua bacchetta magica fece sparire le case, i castelli, le strade, le ville, poi, ridendo, si mosse velocemente col suo cocchio, perdendosi verso le spiagge dell'Etna..."



Ruggero nella primavera del 1061 sbarcò a Messina e riuscì a liberare l'isola dalla dominazione musulmana, i suoi discendenti la costituirono in regno e ne fecero una delle terre più ricche e progredite di quel tempo.

http://free.imd.it/Colapesce/Cola-Ricordi/MagieStretto/leggendafatamorgana(2).htm

Cannoli Siciliani


Sono senza dubbio il prodotto tipico per eccellenza dell’arte dolciaria siciliana.

Si tratta di involucri a forma di cilindro, fritti tradizionalmente nello strutto e riempiti di un impasto dolcissimo realizzato con ricotta, zucchero, frutta candita e cioccolata amara.

L’antica ricetta è uscita dalla clausura di un convento palermitano, come del resto è stato per molti dei dolci tipici in questa splendida regione. (vedi FRUTTI DELLA MARTORANA)

Il nome proviene dal volgare latino dell’arbusto “canna”, con fusto cilindrico vuoto, il quale anticamente serviva per vari usi ordinari.
Uno scherzo, probabilmente, da preti, nato in un monastero e successivamente diffuso dalla pasticceria palermitana: un motteggio carnevalesco del tempo faceva uscire da un rubinetto (cannolo in siciliano, il termine molto antico e riscontrato in documenti che attestano il significato della parola canna, la quale serviva da cannella per abbeveratoi e fontane) crema di ricotta invece dell’acqua. Da qui, il nome.





Gli ingredienti: ricotta fresca, zucchero, farina, cacao in polvere, burro, amido, uova, marsala, latte, scorza d’arancia, zuccata, cioccolato a pezzi, zucchero a velo, pistacchi, olio extravergine d’oliva.

Per la preparazione: Impastare la farina con lo zucchero, il burro, il cacao in polvere e le uova ed aggiungere poi un cucchiaio di marsala per dare corposità all’impasto. Una volta che il composto sarà omogeneo farlo riposare per circa un’ora. Dopodiché spianarlo con un matterello e realizzare con l’aiuto di un oggetto tagliente dei quadrati di una decina di centimetri che verranno poi avvolti diagonalmente attorno a tubi di latta o utensili simili che resistano alla frittura: bagnare, quindi, le estremità per farle aderire agli utensili e friggere in olio abbondante.
Friggerli poco alla volta in abbondante olio, scolarli, farli raffreddare ed estrarli dai tubi di latta.

A questo punto manca il ripieno: prendere la ricotta e passarla al setaccio aggiungendo gli ingredienti rimasti ossia: l’amido, il latte, lo zucchero, i pezzetti di pistacchio, di zuccata e di cioccolato.
Decorare a piacere ogni singolo cannolo con della scorza d’arancia e infine, spolverare con abbondante zucchero a velo.

A Catania e Messina i cannoli sono riempiti anche con crema pasticcera o di cioccolato.
I cannoli sono protagonisti di tutte le feste significative e specialmente del Carnevale.

http://www.pasticceria-siciliana.it/cannoli-siciliani.php

SICILIA


Ricette natalizie della SICILIA: Sfincione (pizza base di cipolla), scacce ragusane, cardi in pastella e gallina in brodo, insalate di arance con aringa e cipolla, agnello al forno, sformato di anellini al forno con ricotta, pasta con le sarde e sarde a beccafico (ripiene di mollica, pinoli, bucce di arance, foglie di alloro e uva passa), carne con pancetta coppata con contorno di sparaceddi e caponata. Per dolci, buccellati di Enna (dolci tipici ripieni di fichi secchi), cassate e cannoli, i mustazzoli a base di mandorle, cannella e chiodi di garofano e cubbàita (torrone di miele con nocciole e mandorle o pistacchi). Vini: di Alcamo e dell’Etna e Zibibbo di Pantelleria.



Scacce ragusane



Ingredienti: Dosi: Per la pasta - 1Kg farina di grano duro, acqua, sale, olio d'oliva (1/2 bicchiere), 1 limone, 1/2 bicchiere di vino. Condimenti: melanzana fritta, pomodoro e formaggio (provola e cacio cavallo)

Istruzioni per la preparazione: Fare la fontana con la farina. Impastare aggiungendo acqua secondo il bisogno e il succo di mezzo limone e il vino, quindi lavorare la pasta fino a quando risulta ben liscia e di giusta morbidezza. Allargare e bucherellare la pasta con le dita e versarvi sopra dell'olio d'oliva.
Lavorare di nuovo fino al completo assorbimento dell'olio.
Tirare quindi una sfoglia rotonda sottile aiutandosi se occorre con un po' di farina.
Versare sulla sfoglia il condimento e spargerlo lasciando tutto intorno un margine di un cm. circa, condire ancora con olio.
La scaccia si chiude avvolgendo da due parti la sfoglia condita, la larghezza della scaccia deve essere di 7-8 cm. circa, giunti al centro della sfoglia le due parti si chiuderanno a libro.
Chiudere la pasta dai due lati aperti con un bordino. Cospargere la superficie della scaccia di olio d'oliva o con dell'uovo sbattuto, sistemarla su una teglia gia' unta e infornare a temperatura di pane, cioe' in forno ben caldo. Quando la pasta avra' preso un bel colore dorato, sfornare.

Cucina siciliana



Un piatto tipico della cucina siciliana - il tonno alla siciliana
Categoria: secondi
Tempo di cottura: 40 minuti
Difficoltà: media

Ingredienti, dosi per 4 persone:

sale
½ l di vino bianco
pepe
rosmarino
succo di limone
6 acciughe sotto sale
pane grattuggiato
olio d'oliva
spezie
800 g di tonno fresco
Preparazione:
Mettere il tonno in una zuppiera, salarlo, peparlo e insaporirlo con le spezie, coprirlo con il vino bianco e lasciarlo marinare per circa due ore. Tritare il rosmarino e l’aglio. Sgocciolare bene il tonno dalla marinata e con un coltello praticare delle incisioni nelle quali infilare il trito preparato.
Ungere il tonno con parte dell'olio, fare scaldare molto bene a fuoco vivace una piastra, disporvi il pesce e farlo dorare da ogni lato.
Quando avrà preso un bel colore spolverarlo con il pane grattugiato e proseguire la cottura a fuoco moderato per farlo cuocere bene anche internamente, bagnare di tanto in tanto con il liquido della marinata. Dissalare e pulire le acciughe. Mettere un po’ d’olio in una piccola casseruola, unire le acciughe e farle spappolare a fiamma vivace.
Emulsionare bene il succo di limone alla salsa di acciughe e versare il tutto sul tonno già sistemato su un piatto da portata. Servire ben caldo.






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Sicilia


Curiosità della Sicilia
Vacanza da spiaggia, viaggo culturale o itinerario da buongustai. In Sicilia i turisti si trovano sempre a proprio agio: la calda ospitalità, i panorami mozzafiato e straordinari sapori vi regaleranno esperienze indimenticabili.

Spiagge indimenticabili in Sicilia
Qui trovate le spiaggie più belle di tutta la Sicilia:

Settefrati
Cefalù
Kalura
Sant'Ambrogio
Marinella di Selinunte
Foce del Belice
Portopalo di Menfi
Torre Salsa
Scala dei Turchi
Punta Secca
Marina di Ragusa
Donnalucata
Cava d'Aliga
Sampieri
Marzamemi
Spinazza
Vendicari
Cala delle Mosche



La cucina della Sicilia
La specialità più noa della Sicilia è sicuramente la pasta con le sarde.

I maccheroni vengono serviti con ragù di acciughe, finocchio, uva passa, pinolo e zafferano. Acciughe fresche sono l'ingrediente principale della pasta che ne fanno una prelibatezza unica .

Da provare a tutti i costi! Quali frutti e quali verdure vengono coltivate in Sicilia?
La Frutta e le verdure italiane ci piacciono di più. In Sicilia ne vengono coltivate un gran numero. Noi vi diciamo cosa dovete assaggiare a tutti i costi:

Agrumi
Nove limoni su dieci provengono dalla Sicilia. Più conosciuti sono il Femminello, il Monachello e l'Interdonato. I mandarini tradizionali, detti Avana sono stati soppiantati dalle Clementine, più esportabili.

Cavolfiore
Inflorescenza a forma di palla di un colore viola intenso. In Sicilia trovate senza dubbio i migliori!

Fichi d'india
Potrete assaggiare tre varietà: Sulfarina, Sanguigna e Bianca Muscaredda. Contiene molti zuccheri, ma non si può dire di no al suo sapore così dolce!

Olive
Apprezzate per l'olio prodotto nelle aree dell'Etna, Belice, Valli Trapanesi, Monti Iblei, Val di Mazara e Valdemone, ma indicate anche per la tavola.

Pistacchio di Bronte
Originario dei terreni lavici, alle pendici dell'Etna matura questo pistacchio verde smeraldo e dall'intenso profumo.

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Sicilia


Il castagno dei cento cavalli

Celebre per le sue dimensioni è in Sicilia il "castagno dei cento cavalli" situato sulle pendici dell'Etna, nel territorio di Sant'Alfio.
Si narra che, nel XVI secolo, Giovanna d'Aragona, sorpresa da un temporale mentre si stava recando a Napoli proveniente dalla Spagna, trovò riparo con tutto il seguito, composto di cento cavalieri, sotto le fronde del grande castagno.
Sebbene il tronco principale sia bruciato nel 1923, quel castagno appare ancora gigantesco: i suoi attuali quattro polloni hanno una circonferenza complessiva di 50 metri.

L'importanza della palma

Anticamente i siciliani, ricorrevano alla palma per impetrare la pioggia nei periodi di siccità.
Oltre alle processioni, alle veglie notturne, durante le quali si recitava incessantemente il Rosario davanti alle immagini sacre ed alle candele consacrate che ardevano nelle chiese, era usanza nella domenica delle Palme appendere agli alberi fronde di palma benedette e spargere nei campi la polvere spazzata quello stesso giorno nelle chiese.
Era credenza, in Sicilia, cacciare le streghe che apparivano a mezzogiorno tagliando con forbici di acciaio tre foglie di palma e contemporaneamente recitando una formula magica.

Lu fusu di la vecchia

Secondo le credenze popolari, gli antichi abitanti della Sicilia erano dei giganti, dato che costruivano edifici colossali. A Selinunte, tra le grandiose ed impressionanti rovine, si erge solitaria una colonna alta oltre 16 metri, con un diametro di quasi 3 metri e mezzo alla base, che i contadini e i marinai del luogo chiamano con la curiosa denominazione di "lu fusu di la vecchia", perchè secondo loro, doveva servire alle antiche filatrici di Selinunte, come fuso per filare la lana. Oltre a questa leggenda popolare vi è un'altra singolarità riguardante la colonna.

La singolarità è data dalle sue perfette proporzioni architettoniche che, da lontano, la fanno apparire una colonna certamente notevole, ma non poi così grande, come invece essa è nella realtà. Per rendersi conto di quanto questa colonna sia effettivamente massiccia ed alta, bisogna andarci proprio vicino; bisogna addirittura toccarla con le mani e solo quando, almeno sette persone, cercheranno di abbracciarla, si accorgeranno di quanto essa sia grande, anzi gigantesca perchè la sua circonferenza è di oltre dieci metri.

Origine dei Pupi siciliani

Un allievo di Socrate, l'ateniese Senofonte, ci parla di un puparo, un siciliano di Siracusa, che con le sue marionette rallegrò il convito offerto da Callia in onore di Autolico, vincitore di una gara atletica.
Al convito, che sarebbe avvenuto nel 421 a.C., era presente anche Socrate, che richiese al puparo siciliano di fare ballare le sue marionette, ed egli eseguì la danza di Bacco e Arianna.
Terminato lo spettacolo, Socrate gli chiese che cosa desiderasse per essere felice: il puparo di Siracusa, con arguzia tutta siciliana, gli rispose: "Che ci siano molti sciocchi, perchè essi, accorrendo allo spettacolo dei miei burattini, mi procurano da vivere".

Superstizioni Siciliane

I nati di venerdi

Per molte persone, il venerdì è ritenuto un giorno nefasto, tranne che per il popolo siciliano. Anticamente pensavano che i bambini nati di venerdì fossero privilegiati: erano ritenuti forti, valenti, scaltri,furbi e potenti a tal punto da maneggiare serpenti velenosi di qualsiasi natura e a far fronte ai lunatici (secondo le credenze del popolo, sono quelle persone che in certe notti acquistano istinti di lupo, pur conservando le forme di uomini). Il "venerino" così chiamato per chi nasce in tale giorno, ha anche la facoltà di vedere le cose occulte e di profetizzare l'avvenire. Gli spiriti maligni non hanno nessuna influenza su di lui. Chi nasce di venerdì, non può essere stregato e può anche abitare in una casa invasa dagli spiriti, senza che venga da questi disturbato.
Era usanza per le donne di Trapani, di conservare le uova fatte dalle loro galline, nel venerdì santo. Così come per i Palermitani, che ogni venerdì si recavano alla chiesa delle Anime dei corpi decollati. Dopo aver offerto il loro rosario, le donne andavano ad origliare sopra una lapide per sentire se ciò che esse desideravano venisse loro concesso.

La Fata Morgana

La Fata morgana contrariamente al nome, non è altro che un fenomeno ottico che si avvera spesso nello stretto di Messina e nell'isola di Favignana.
In estate, pare a volte di scorgere nel cielo come un ondeggiare di colonne, torri, palazzi, selve, rovine che si muovono, cambiano di posto e si trasformano.
Guardando da Messina verso la Calabria, si vede sospesa nell'aria, ingrandita e moltiplicata, l'immagine di Messina e, viceversa, guardando da Reggio verso Peloro, si specchia nello stretto la città di Reggio.
Si credeva che questo fenomeno era dovuto all'opera di una maga, la famosa Fata Morgana, la regina dello stretto che cercava di ingannare il navigante. Questo, illuso e confuso dal movimento di tutti quei castelli aerei, credeva di approdare a Messina o a Reggio, ma andava a naufragare lungo la costa, cadendo così nelle braccia della terribile fata.

http://www.sicilia.info/curiosita-sicilia.htm

martedì 3 novembre 2009

SARDEGNA


Ricette natalizie della SARDEGNA: Tra gli antipasti, salsiccia, pecorino e olive “a schibeci”. Culurgionis de casu (ravioli ripieni di pecorino fresco, bietola, noce moscata e zafferano) conditi con sugo di pomodoro e pecorino grattugiato, gnocchetti sardi al sugo di salsiccia, agnello con patate al forno, porcetto al mirto. Tra i contorni verdura di stagione come sedano, finocchio e ravanelli. Tra i dolci, ricotta con miele, le seadas al miele (dolci fritti al formaggio). Tra i vini, Cannonau e Moscato.


I culurgionis (culurxionis o culurgiones o culingionis) sono uno dei piatti tipici della Barbagia, dell’Ogliastra e di Seulo. Tipicamente è una specie di raviolo con un cuore di patate e menta, ma il ripieno varia molto a seconda della zona della Sardegna; possiamo trovarli quindi anche con aglio, formaggio o basilico.
La forma oblunga a mezzaluna, dovuta alla chiusura dei bordi effettuata pizzicandoli con le dita, è una lavorazione che dona al prodotto la particolare forma di una spiga.
Un tempo venivano preparati per le festività di tutti i santi. Oggi, invece, vengono preparati per ogni ricorrenza importante.

Preparazione




Preparazione del ripieno
Cuocete le patate, una volta bollite sbucciatele e riducetele in purea con uno schiacciapatate; aggiungete gradatamente l’olio, l’aglio tritato finemente e la menta tritata. Poco a poco incorporate il pecorino fresco, fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Lasciate riposare qualche minuto l’impasto e nel frattempo dedicatevi alla pasta.


Preparazione della pasta
Lavorate la farina con l’acqua e il sale molto energicamente fino a quando l’impasto avrà raggiunto una certa elasticità che permetterà di essere stirato in sfoglie sottili.
A questo punto ricavatene dei dischetti di 6/7 centimetri di diametro; sulla metà di ogni disco posate una quantità di purea grande quanto una piccola noce, ricoprite con l'altra metà del disco, e saldate le 2 semicirconferenze sovrapposte, con una sottile pinzatura praticata con la punta delle dita .
Il risultato finale sarà un raviolo dalla forma di fico pressato, che ricorderà molto una spiga.
Cuocete in acqua salata per 6 o 7 minuti e condite con un sugo di pomodoro e abbondante pecorino grattugiato.



■ Consiglio

Visto che i culurgionis ricordano la forma di una spiga, una volta cotti disponeteli su un piatto molto largo a spina di pesce, otterrete cosi una spiga gigante, oppure in un piatto tondo potete creare una specie di fiore.
Nella ricetta originale è previsto l’utilizzo di 200 gr di formaggio Viscidu in salamoia che però non è facilmente reperibile in tutte le zone d’Italia; qualora lo trovaste sostituite parte del pecorino fresco con questo formaggio.





■ Curiosita'



Ogni anno a Sadali ,in provincia di Cagliari, alla fine della stagione agraria, terminata con la raccolta del grano, si tiene la festa de “is culurgionis”, che vengono preparati anche in altre occasioni oltre a quella di fine estate: a Novembre, con il grasso ovino ("culurgioni de olluseu") da offrire e consumare in ricordo dei defunti; a Febbraio, con lo strutto ("culurgioni de ollu 'e porcu") in occasione del Carnevale.


Ravioli con ripieno di pecorino, erbette e cioccolato
di Giuseppe Capano | martedì 31 maggio 2005Consiglia ad un amico
come realizzare un piatto insolito ma di successo con l'aiuto del cioccolato


INGREDIENTI per 4 persone:
500 g di erbette o bietolone, 50 g di cioccolato fondente, 150 g di pecorino fresco, 2-3 cucchiai di pecorino stagionato grattugiato, 2 spicchi d'aglio, 1 rametto di timo fresco, 250 g di passata di pomodoro, 100 g di farina bianca, 100 g di farina di grano duro, 1 grande uovo e 1 tuorlo, pepe da macinare, noce moscata, olio extravergine d'oliva, sale.



NOTE:
Tempi di preparazione: 40'
Tempi di cottura: 20'
Difficoltà: media
Costo: medio
Primo piatto vegetariano
Stagione: Primavera
Anticipo: si



PREPARAZIONE:
1. Lavare bene le erbette e lessarle con la sola acqua di lavaggio per 10 minuti circa a calore medio, ridurre in sottili scaglie il cioccolato, tagliare in dadini molto piccoli il pecorino fresco e preparare quello grattugiato.

2. Sbucciare l'aglio, tritarlo finemente insieme al timo fresco, rosolarlo velocemente con 3-4 cucchiai d'olio d'oliva, aggiungere la passata di pomodoro allungata con mezzo bicchiere d'acqua, salare, cuocere per 5 minuti a calore medio e infine unire una generosa macinata di pepe.

3. Scolare le erbette, raffreddarle bene, strizzarle con cura, tritarle e mescolarle con il pecorino a dadini, il cioccolato, un pizzico di sale e una macinata di noce moscata.

4. Impastare le due farine disposte a fontana con un pizzico di sale, l'uovo intero, il tuorlo e l'acqua necessaria a formare un composto sodo e omogeneo, stenderlo subito in sottili sfoglie, ricavare dei tamponi di 7-8 cm circa di diametro, spennellarli con poca acqua, porre in centro il ripieno e chiudere a metà sigillando bene i bordi.

5. Lessare i ravioli in abbondante acqua bollente salata, scolarli con una schiumarola, metterli nei piatti, coprirli con la salsa di pomodoro e il pecorino grattugiato servendoli subito.

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Sardegna


Curiosità in Sardegna
Le vacanze in spiaggia rilassano e fanno bene, così come la cucina ricca che è possibile assaggiare nei ristoranti della Sardegna. Per le persone più avventurose da non perdere assolutamente le misteriose grotte sulla costa.

Vacanza nel paradiso
Qui scoprite le dodici più belle spiagge della Sardegna.


Monti Russu
Cala Piscina
Rena Majore
Cala Luna
Cala Sisine
Cala Mariolu
Cala Goloritzé
Cala Sinzias
Cala S. Pietro
Cala Pira
Cala Cipolla
Cala Tuerredda

Grotte is Zuddas - scoprire il sottosuolo
Presso Santadi rivestono notevole interesse le grotte di Is Zuddas, scavate dalla natura nel calcare cambrico del Monte Meana. Il cunicolo attraverso cui si accede alla grotta si apre in una serie di sale ricche di concrezioni.

Le sale
La prima sala è detta delle Colonne per la presenza di diverse stalattiti e stalagmiti unite a formare delle colonne. Attraverso un cunicolo naturale si arriva alla sala dell'Organo, il cui nome è dovuto alla presenza di una colonna la cui forma ricorda le canne di un organo; alla sua base e sulle pareti si trovano aragoniti coralloidi e aghiformi.

La terza sala è il salone del Teatro, bello e vastissimo. La quarta sala è quella delle Eccentriche; la volta di questo ambiente assume un aspetto fiabesco, grazie alla presenza di rarissime aragoniti eccentriche sviluppatesi sulla volta in ogni direzione, senza alcun rispetto delle leggi di gravità.


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