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martedì 10 novembre 2009

Umbria


Curiosità dell'Umbria
Chi vuole comprare il tartufo, dovrà fara una tappa a Norcia. Se in Toscana e Piemonte vengono coltivati i tartufi bianchi, l'Umbria è famosa per il suo tartufo nero.

La cucina umbra - ecco dove mangiare bene
Non dimenticate di assaggiare le specialità della cucina umbra, semplice e tradizionale.

L'olio d'oliva e l'Umbria
Non è un caso che a Spoleto in Umbria abbia sede l'Istituto Professionale Alberghiero di Stato, uno tra i più prestigiosi d'Italia a cui si va affiancando una "Scuola di alta cucina".

L'olio extravergine d'oliva (DOP) di Spoleto a motivo della sua alta qualità ha oltrepassato i confini locali per affermarsi a livello internazionale. Il suo sapore continua a essere caratterizzato dal paesaggio rurale della valle umbra con la bellezza delle piante di ulivo che hanno ispirato poeti e artisti di ogni secolo.

Annualmente a Spoleto si svolge l'Ercole Olivario, manifestazione promossa dell'Unione delle Camere di Commercio Italiane che prevede l'assegnazione del premio nazionale per l'olio extravergine di oliva di qualità. A Spoleto è stato inoltre avviato un "Master in Olivicoltura ed Elaiotecnica".

Trevi è sede della Presidenza dell'Associazione Nazionale delle città dell'ulivo e del Museo della civilità dell'ulivo.

Altra importante città è Gualdo Cattaneo con i suoi undici frantoi. A Spello si svolge la Sagra della bruschetta e la festa dell'ulivo.
Altre città dell'olio sono Castel Ritaldi, Giano dell'Umbria, Foligno e Campello.

Il sentiero dei marroni
Il percorso si snoda attraverso un vasto territorio che comprende i Comuni di Trevi, Campello sul Clitunno, Spoleto, Acquasparta, Massa Martana e Bevagna. Ma è il Comune di Spoleto a vantare il maggior numero di centri dove questa produzione tipica è diffusa e tutelata.

Il marrone, sorta di castagna dalle dimensioni maggiori e dalla polpa più gustosa, rappresenta infatti un'importante e antica tradizione per gli abitanti della montagna spoletina e, da sempre, essenziale complemento dell'alimentazione. L'attaccamento quasi rituale alla sua coltura ha nei secoli determinato la ricerca di ecotipi sempre migliori, tanto che oggi il marrone dello Spoletino emerge per l'eccellenza delle sue qualità organolettiche e per la finezza della pasta.

La Comunità dei Monti Martani e del Serano, insieme al Consorzio per la castagna umbra, da anni persegue il miglioramento della coltura del marrone e sta attualmente operando per riconoscerne il marchio DOP.

A Montebibico, in particolare, si trovano i marroneti più estesi ed è proprio in questa frazione che da alcuni anni, nel periodo della raccolta, si organizza la “sagra del Marrone”. Da Pompagnano è possibile raggiungere gli abitati di Catinelli e Castagnacupa, il cui nome è evidente riferimento alla diffusione della pianta. La natura piuttosto impervia di quest'ultimo percorso consiglia l'utilizzo di mountain-bike o fuoristrada.

Le terre del vino
Questa zona dell'Umbria vanta un'antichissima tradizione nella produzione di vino. Parte dei Comuni di Spoleto e di Castel Ritaldi e tutto il comprensorio di quello di Giano dell'Umbria appartengono all'area DOC dei “Colli Martani”.

Un vasto territorio a nord-est e sud/sud-ovest del crinale dei colli omonimi che si estende da Massa Martana fino a Bettona.

Qui, in una fascia pedecollinare compresa tra i 150 e i 450 metri, vengono coltivati vigneti che producono Grechetto, Sangiovese e Trebbiano, quest'ultimo composto in buona parte dal vitigno autoctono del Trebbiano spoletino. Nella stessa area collinare dei Comuni di Castel Ritaldi e di Giano dell'Umbria, laddove le pendici dei Colli Martani degradano verso le sponde del Clitunno, si produce il Sagrantino di Montefalco, vino che dal 1992 si fregia dell'appellazione DOCG.

Alla stessa area appartiene la denominazione DOC “Montefalco” con le sue produzioni di Montefalco bianco e rosso.

Tra queste colline coltivate a vigneto e ulivo, costellate da torri, borghi e castelli medievali, si snoda il percorso culturale ed enogastronomico della Strada del Sagrantino.




Laboratorio di tela umbra
Lini tessuti a mano
Città di Castello, gennaio 1902, Alice Hallgarten-Franchetti, giovane americana innamorata dell'Italia, passa interi pomeriggi camminando nelle campagne, in visita a povere case dove analfabetismo e matalattie rendono ancora più difficile una vita già dura.

Incontra donne che le narrano di stenti cui sono costrette le loro famiglie mentre, sedute al telaio, tessono stoffe con arte e perizia tramandate per generazioni. È da quegli incontri che scaturisce la passione che muterà radicalmente la vita di Alice e di quante la seguiranno nell'Impresa. Prende vita già chiara in lei, l'intuizione di consentire alle madri di esercitare quell'arte come in casa, accanto ai bambini; ma questa volta con strumenti efficienti, in un ambiente sano ed organizzato come impresa in grado di sostenere negli anni. Le sarà allora preziosa, l'amicizia con Maria Montessori e la conoscenza del pensiero di quella giovane pedagoga.

Nasce in quel momento, quel particolarissimo esempio di integrazione tra arte ed umanità che ancora oggi vive con il nome di Tela Umbra. Ed a Cittá di Castello nei laboratori di Tela Umbra funziona ancora tutto come nei primi anni del secolo: i pochi centimetri di trama e ordito che ogni giorno gli stessi telai di allora e la laboriosità meticolosa di donne tenaci riesce a far nascere, rappresentano un futuro raro e prezioso. I tessuti di Tela Umbra ripropongono ancora oggi disegni originali del periodo rinascimentale che già alla fine del secolo Alice e Leopoldo Franchetti avevano ritenuto di dover salvare da quel „mutamento d'usi“ che rischiava di far scomparire abitudini artigianali preziose come quella della tessitura.

Oggi nelle sale del Laboratorio, le tessitrici sono orgogliose di ricevere visite da chi mostra di apprezzare un lavoro antico prezioso. Inoltre nelle stanze del museo-collezione tessile ospitato al primo piano dell'antico Palazzo Tommasini ex Bourbon del Monte, dove prima era l'asilo per i bambini delle tessitrici, ogni anno da tutto il mondo sono molti i visitatori che decidono di conoscere da vicino la storia di Alice e Leopoldo Franchetti e delle donne tenaci che in tutti questi anni hanno permesso ad un'opera tanto importante di rimanere in vita.


http://www.italia24.eu

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