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mercoledì 28 ottobre 2009

Molise


Curiosità del Molise
Molte leggende e misteri si legano al monastero di S. Vincenzo al Volturno.

Questo monastero fu costruito nel 700 d.C. e ancora oggi conserva preziose testimonianze risalenti al Medioevo come il "Chronicon Vulturnese", un codice miniato, che venne redatto nel 1130.


L'originario Molise - i vini della regione
In Molise l'Italia si fa scoprire nella sua parte più tradizionale. La storia del vino in questa regione comincia 100 anni fa quando verso la fine dell'800 comincia la sua produzione.

La regione è caratterizzata da un paessaggio montuoso e dalla costiera adriatica. Qui è possibile scoprire l'Italia autentica che conserva molte tradizioni, ormai scomparse in altre regioni.

In Molise sono state scoperte le più vecchie tracce di vita umana di tutt'Italia.

Qui vengono prodotti due vini D.O.C.: il Biferno ed il Pentro, che sono sia rosso che bianco. Il Biferno viene coltivato nella provincia di Campobasso, il Pentro invece in quella di Isernia.



S. Vincenzo al Volturno - cultura medievale nel Molise
Le vicende storiche del monastero sono raccontate nel "Chronicon Vulturnese", codice miniato degli inizi del XII secolo, oggi conservato alla Biblioteca Apostolica Vaticana.

S. Vincenzo al Volturno - cultura medievale nel Molise
Le vicende storiche del monastero sono raccontate nel "Chronicon Vulturnese", codice miniato degli inizi del XII secolo, oggi conservato alla Biblioteca Apostolica Vaticana.

L'abbazia di S. Vincenzo è stata fondata da tre nobili di Bnevento nel 703, nel fertile altopiano della parte più alta della Valle del Volturno, a circa 190 chilometri a sud di Roma. Nel periodo della dominazione longobarda lo sviluppo del monastero fu modesto, ma dopo cinquant'anni d'intensa crescita, esso fu completamente riformato ed ingrandito, tanto da divenire, tra il 780 e l'830, uno dei più grandi monasteri d'Europa. A partire dall'830, all'interno dei confini monastici estesi per circa 6 ettari, vi erano otto chiese e dozzine di costruzioni al servizio di una comunità monastica di circa 300-400 monaci.

Tuttavia, come la maggior parte delle altre istituzioni dello stesso tipo, la sua fortuna andò declinando nei decenni successivi all'850, e nell'881 il monastero venne saccheggiato dai predoni nord africani saraceni al servizio del Duca di Napoli e poi abbandonato. I monaci vi tornarono solo dopo 33 anni e cominciarono ad insediarvisi nuovamente e a restaurare la chiesa maggiore e gli edifici monastici. Ma l'abbazia non raggiunse più la sua antica estensione né riuscì a recuperare il prestigio di cui aveva goduto all'apice del suo splendore.

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