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mercoledì 7 aprile 2010

Amore


« Tutto ciò che è fatto per amore è sempre al di là del bene e del male... »
(Nietzsche)

L'amore è un sentimento intenso e profondo, di affetto, simpatia ed adesione, rivolto verso una persona, un animale, un oggetto, o verso un concetto, un ideale.

In italiano
L'amore "romantico" ha un significato, o almeno un significato preciso; quando l'amore fra due esseri umani assume caratteristiche riconducibili al romanticismo (struggimento, comunione, affetto, passione anche fisica), questo viene definito amore romantico, per distinguerlo dal sentimento d'affetto verso i membri di una famiglia o verso altri esseri umani, o anche tra esseri umani e animali domestici. Il termine amore viene anche utilizzato per definire l'intensa passione per qualcosa (un'attività, un oggetto), o come forma di dedizione totalizzante a un ideale, per es. spirituale o religioso.

Il gesto della condivisione disinteressata di qualcosa di proprio con un altro, è solitamente inteso come un gesto d'amore.

Il dibattito sul significato di amore nella lingua italiana è ampio, il termine racchiuderebbe comunemente le seguenti sfaccettature:

amore familiare, verso i familiari o i parenti
amore per gli amici
amore per se stessi
amore romantico
amore sessuale (considerato da alcuni più un istinto che una vera e propria forma d'amore)
amore platonico, amore romantico verso qualcosa o qualcuno in cui un eventuale coinvolgimento fisico è solo un mezzo per raggiungere l'amore spirituale
amore caritatevole (detto anche bontà o misericordia), aiutare i bisognosi, gli affamati, gli animali feriti
amore ideale, per qualcosa di astratto o inanimato, come un'idea o un obiettivo
amore politico o sociale, per i propri principi, la propria nazione o patria, la propria dignità, il proprio onore e l'indipendenza
amore di fede verso qualche essere divino o Dio (detto anche devozione)
In altre lingue
Nel greco antico i termini utilizzati per definire i vari sensi con cui attualmente si usa la parola "amore" sono maggiori e perciò più precisi, rispetto che in molte lingue moderne.


ideogramma cinese tradizionale/giapponese per amore (愛) consiste in un cuore (centrale) all'interno di "accetta," "tatto" o "percepire", ciò mostra un'emozione graziosa.Agape (αγάπη) è amore di ragione, incondizionato, anche non ricambiato, spesso con riferimenti religiosi: è la parola usata nei vangeli.
Philia (φιλία) è l'amore di affetto e piacere, di cui ci si aspetta un ritorno, ad esempio tra amici.
Eros (έρως) definisce l'amore sessuale.
Anteros (αντέρως) è l'amore corrisposto.
Himeros è la passione del momento, il desiderio fisico presente ed immediato che chiede di essere soddisfatto.
Photos è il desiderio verso cui tendiamo, ciò che sognamo.
Stοrge (στοργή) è l'amore d’appartenenza, ad esempio tra parenti e consanguinei.
Thelema (θέλημα) è il piacere di fare qualcosa, il desiderio voler fare.
Anche nel greco antico non è comunque possibile tenere i vari sensi ben separati e così troviamo agape talvolta con lo stesso significato di eros, e il verbo agapao con lo stesso significato di phileo (come nell'antico testo greco della Bibbia).

L'ebraico contiene la parola ahava per "affetto" e "favore", ma la più importante è la parola khesed che combina i concetti di "affetto" e "compassione" e viene talvolta tradotta con "tenerezza".

Psicologia
Pur essendoci dei caratteri comuni, la maggior parte delle reazioni o delle pulsioni amorose sono soggettive e variano da individuo a individuo; tuttavia ci sarebbero, secondo la maggior parte degli psicologi e degli scienziati, tre fasi principali nell'amore fra esseri umani: infatuazione o (Innamoramento), attrazione e attaccamento, composte da vari elementi e stadi.[1].

Generalmente, l'amore comincia nella fase dell'"infatuazione", forte nella passione ma debole negli altri elementi. Il primo sprone di questa fase sarebbe l'istinto sessuale. L'aspetto fisico, e altri fattori, giocherebbero infatti un ruolo decisivo nel selezionare possibili compagni o compagne. In questa fase l’amore è puramente materiale: si apprezza il/la compagno/a nella sua apparenza corporea, nella sua pura esteriorità. Quello che inizia con l'infatuazione può svilupparsi in uno dei tipi d'amore più pieni.

Con il passare del tempo gli altri elementi (affetto, attaccamento) possono crescere e la passione fisica può diminuire d'importanza, mantenendo però quell'equilibrio alla base della relazione. In questa fase, detta "attrazione", si giudica il partner al di là di come appare, si valutano diversi fattori come la sua cultura, i suoi valori. In questa fase, quindi, si apprezza il/la compagno/a nella sua pura interiorità.

Nella fase dell'"attaccamento", la persona si concentra sul singolo compagno e la fedeltà assume importanza. Ormai si apprezza il/la compagno/a in sé e per sé, in modo pieno e totale, forti delle due fasi precedenti ma ora consapevoli di tutto il proprio percorso interiore. Ora non si amano più caratteristiche determinate, siano esse materiali o spirituali, ma l’uomo/la donna in quanto tali.

Sebbene gli esseri umani non siano in genere sessualmente monogami, si ritiene tuttavia che siano emozionalmente monogami: possono amare (romanticamente) una sola persona alla volta. Quando una persona condivide con un'altra un amore per un lungo periodo di tempo, sviluppa un "attaccamento" sempre più forte verso l'altro individuo.

Per quanto riguarda l'eventuale presenza di figli, secondo recenti teorie scientifiche sull'amore, questa transizione dall'attrazione all'attaccamento avverrebbe in circa 30 mesi: il tempo di portare a termine una gravidanza e di curare la prima infanzia del bambino. Dopo questo periodo la passione diminuirebbe, cambiando l'amore da amore romantico a un semplice piacere nello stare insieme. Quest'ultima fase durerebbe dai 10 ai 15 anni: finché la prole ha raggiunto l'adolescenza o più tardi (con variazioni considerevoli da cultura a cultura).

Di solito una relazione che si basa su più fattori (affetto, attaccamento, stima, interessi comuni, attrazione sessuale) ha più possibilità di riuscita di una basata sulla sola attrazione sessuale. Questo "determinismo dell'amore", funzionale unicamente alla cura del bambino, è stato criticato da più parti, in particolare dai sostenitori dell'intelligenza emotiva.

L'amore e la paura di perdere la persona o la cosa amata, accompagnano spesso un sentimento di protezione e/o gelosia verso l'oggetto di tale sentimento. In taluni casi l'amore assume aspetti patologici, quando è la causa che impedisce la conduzione di una vita normale o l'elemento scatenante di un attaccamento morboso.

Disturbi e patologie amorose
« Ma l'amore, per me, non è nient'altro che un materasso d'aghi su cui dare da bere a queste femmine crudeli »
(Charles Baudelaire)

Accanto all’aspetto più sano dell’amore, esistono numerose varianti legate a patologie particolari che possono condurre a stati di sofferenza e gravi crisi di depressione. Nel libro Pazzi d’amore, Frank Tallis riporta gli studi della psicologa Dorothy Tennov intorno al fenomeno della Limerence. La Limerence sarebbe lo stato ossessivo, l’idealizzazione irrazionale e l’intenso desiderio di essere ricambiati. Gli individui colpiti da Limerence sono costantemente attratti da partner sbagliati, soffrono amori non corrisposti e sono incapaci di imparare dalle loro esperienze. Ne deriva un senso di angoscia emotiva e un grave senso di inutilità che accompagna la persona nel corso della vita. Questo senso di inutilità può emergere anche in un’altra forma particolare d’amore, erroneamente scambiata per semplice infedeltà. In questo caso, il soggetto può anche essere felicemente corrisposto ma è incapace di provare vero affetto per il partner. Innamorato dell’amore, egli si limita ad amare la sensazione dell’innamoramento suscitata dal partner, evitando di entrare nella fase matura della relazione di coppia, ossia quella che dall’infatuazione iniziale si dovrebbe trasformare - col passare del tempo - in vero amore. La relazione è dunque destinata ad esaurirsi prima che la stessa cominci ad assumere un autentico significato e la responsabilità di gestire una relazione duratura.
Altre forme patologiche d’amore possono essere date da fenomeni legati all’ambiguità dell’orientamento sessuale e dal forte desiderio di identificare il partner con le figure genitoriali. Entrambi questi casi hanno origine da evidenti disturbi infantili che influiscono costantemente sul carattere dell’individuo. Questo sarà dunque portato alla scelta di partner relativamente anziani in cui il fattore ideale prevale sul fattore sessuale. Un’altra, infatti, tra le forme patologiche dell'amore, risulta essere la frigidità, dove il soggetto - pur nutrendo impulsi sessuali normali e addirittura simulando atteggiamenti disinvolti - è incapace di trasferirli nella realtà fisica del rapporto sessuale.

Filosofia
Per quanto in generale il concetto di amore non sia uno dei più frequentati dalla filosofia, esso riveste un'importanza notevole nella storia di essa. Il primo pensatore a porre esplicitamente il concetto è Empedocle, nel suo vedere il divenire determinato dalla dialettica amore/odio, visti come fattori cosmologici primari. Platone trasferisce invece il concetto dalla cosmologia alla metafisica, come aspirazione e tensione verso il divino Bene da cui dipendono le Idee come suoi attributi. Questo mondo divino (iperuranio) come mondo delle Idee è l'oggetto cognitivo delle'anime individuali, frammenti dell'Anima del mondo scesi nell'umano. Questa impostazione si coniuga poi con la teologia cristiana, trovandovi rispondenza e riformulazione, avendo nel platonico Agostino di Tagaste il suo estensore, ma con una inversione di direzione, poiché se in Platone l'amore è movimento dall'uomo a Dio, per Sant'Agostino è da Dio all'uomo. In Spinoza l'amore torna ad essere movimento "verso Dio", come unità-totalità perfetta e compiuta, da parte delle menti umane quali parti "pensanti" verso Dio quale suprema "Cosa Pensante".

L'amore quale principio di responsabilità
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L'amore è il grande escluso delle analisi filosofiche e psicologiche che si occupano del comportamento umano. In parte perché il termine stesso è inflazionato o contaminato da molteplici significati. Ma che parola dovremmo usare per definire quel sentimento di forte empatia che vuole il bene dell'altro senza anteporre il proprio? Se escludiamo tutti gli altri significati, questo sentimento è la ragione principe del comportamento morale per molte persone. Solo chi non lo vive può non tenerne conto nel fare e nel valutare leggi che devono regolamentare il comportamento umano nella società. La paura delle conseguenze del proprio agire è fondamentale solo per chi non ama nel senso testé definito. La mera paura delle conseguenze del proprio agire è già di per sé il segno di un handicap morale. I deterrenti non possono costituire l’unica forma di educazione morale nella società. Se uno crede di essere nel giusto non ha paura delle conseguenze; al limite, se ne guarda, per comprensibili ragioni di opportunità. Ma un Gandhi non sarebbe stato possibile se nell'animo umano l'ultima frontiera dell'agire morale fosse la paura. Allo stesso modo, i kamikaze non possono essere fermati con meri strumenti polizieschi. Non possiamo dunque contare solo sui freni inibitori della paura. La stessa presenza di un superego è un handicap morale, perché l'amore non è, da esso, soltanto diminuito, o indebolito, è addirittura sostituito con valori che antepongono l’Io all’Altro, valori che non hanno in sé nulla di morale, di autoresponsabile. Anche se può sembrare più rassicurante, per la sua prudenza programmata e per la sua incapacità di azzardo, un pilota automatico, senza la supervisione di un pilota reale, è un azzardo puro e semplice. La capacità di agire nella realtà esige la libertà e la responsabilità.

Religione
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Le varie religioni hanno in comune il fatto di accompagnare il sentimento dell'amore con un senso di trascendenza verso il sovrannaturale.

Cristianesimo
L'amore per il Cristianesimo è il punto focale, essendo il concetto di amore, inteso in senso odierno, esclusivamente cristiano. Nel cristianesimo l'amore di Dio è la somma benevolenza del Signore verso le creature terrene. Secondo quanto riportato dalla Prima lettera di Giovanni (4,16), Dio stesso è Amore. L'Amore di Dio, secondo il Cristianesimo, è in particolare Amore Misericordioso.

Per i cristiani ogni gesto di Dio (creazione, redenzione dopo il peccato originale, provvidenza verso le sue creature), è compiuto per amore. S.Paolo nella Lettera agli Efesini (2,4-5) afferma che Dio "per il grande amore, con il quale ci ha amati, ci ha fatto rivivere in Cristo". Per il credente, l'evento centrale del Cristianesimo, cioè la morte e resurrezione di Gesù, è proprio una prova dell'amore di Dio.

L'amore venne definito da Dio una delle più importanti caratteristiche per poter vivere. Scrive Paolo, nella Prima lettera ai Corinzi:

« L'amore è paziente, è benevolo; l'amore non invidia; l'amore non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s'inasprisce, non addebita il male, non gode dell'ingiustizia, ma gioisce con la verità; soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa. L'amore non verrà mai meno. » (1cor 13:4-10)

Nella versione della Sacra Bibbia della CEI, Conferenza Episcopale Italiana, al posto della parola amore viene posta la parola carità. I cristiani credono che l'amore per Dio e quello per il prossimo siano due degli aspetti più importanti nella vita, quelli che le danno senso (i due comandamenti che riassumono gli altri) e dai quali deriva ogni altra norma morale. Questo è scritto nel Vangelo di Marco 12,28-34. Agostino (Santo per i cattolici) ha riassunto ciò nell'espressione "Ama Dio e fa' ciò che vuoi". Per il cristiano, l'amare Dio implica ovviamente l'obbedienza alla Sua volontà in vista di un sommo bene: la pace e l'amicizia con Dio e con gli uomini (v. beatitudine) e questa obbedienza verso Dio coincide inoltre con il "vero bene dell'Uomo", sia come singolo, sia come comunità, costituendo la base dell'adesione al messaggio evangelico.

Molti teologi cristiani[senza fonte] ritengono che l'amore degli uomini per le altre creature (e per Dio stesso) sia derivato direttamente da quello di Dio e che da esso derivi inoltre l'amore per tutto il creato. Secondo il Vangelo di Giovanni gli uomini amano il prossimo in Dio e Dio nel prossimo. In ogni essere umano c'è la presenza viva di Dio (in quanto creato a Sua immagine) che spinge chi Lo ama ad amare inevitabilmente ogni uomo. Nel Vangelo di Matteo (Parabola del Giudizio Universale 25,31-46), Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo, afferma che tutto cio che è stato fatto o che non è stato fatto ad un fratello più "piccolo" (cioè ad un essere umano) è stato o non è stato fatto a lui. Gesù afferma anche che l'impulso l'amore del prossimo debbono essere universali, senza discriminazioni tra persone buone e cattive (5,38-48, 6,27-35), pur nella difficoltà che ciò può richiedere (10,16-18. Per Tommaso d'Aquino l'amore è dono, gratuità e fedeltà.

Secondo papa Benedetto XVI, nella sua prima Enciclica (Deus caritas est), interamente dedicata all'amore cristiano, l'amore cristiano è per i cattolici unione di eros e agape, cioè di passione e sentimento (carità), diretto verso Dio e verso i fratelli. Eros senza agape sarebbe puro istinto sessuale, agape senza eros toglierebbe alla carità quella spinta impulsiva di carità verso gli altri.

Comunque nella religione cristiana, l'amore ha una grande importanza, in quanto è anche il fondamento di uno dei sette sacramenti: il matrimonio; a tal proposito Gesù, commentando i testi della Genesi relativi all'unione fra un uomo e una donna, disse anche: "Quello dunque che Dio ha unito, l'uomo non separi" (19,3-12), riferendosi all'adulterio e al divorzio, che costituiscono un ripudio dell'amore e della persona amata (5,27-28 e 5,31-32).

L'amore cristiano si manifesta intensamente nel perdono dei torti e dei peccati, e per questo si parla in particolare di Amore Misericordioso: Dio dona gratuitamente il perdono dei peccati all'uomo che vuole pentirsi dei propri errori e con Lui si riconcilia; l'uomo, a sua volta, perdona di cuore i propri fratelli (gli altri uomini) ogni volta che subisce un torto, qualunque sia la sua gravità o la sua frequenza (facendo talvolta ricorso alla preghiera per ricevere da Dio l'aiuto, gratuito, della capacità di perdonare torti apparentemente imperdonabili) (6,14-15, 18,21-35).

Esemplare è infine la parabola del buon Samaritano (Vangelo di Matteo, 5, 44 e Luca, 10, 29-40).

Buddismo
La definizione di "amore" nel buddhismo è il volere che gli altri siano felici. Questo amore è incondizionato e richiede molto coraggio e accettazione, sia degli altri che di sé. Il nemico dell'amore vero è qualcosa che può sembrargli simile ma è invece il suo opposto: l'attaccamento, che deriva dall'amore di sé inteso come preoccupazione per il proprio benessere. L'amore nel buddhismo è perciò qualcosa di molto differente da quello che s'intende comunemente in italiano (attaccamento, relazione e sesso), che quasi sempre richiede un certo amor proprio. Nel buddhismo si riferisce al distacco e alla cura del benessere degli altri senza alcun interesse verso se stessi.

Induismo
Nell'induismo l'amore ed il piacere sensuale (Kama, personificato dal dio Kamadeva) è desiderio naturale, dono della divinità, e rappresenta uno dei quattro scopi della vita (purushārtha).
In contrasto con il kāma, prema, o "prem" è l'amore elevato, spirituale, divino.
Con il termine bhakti si intende invece la devozione amorosa nei confronti di Dio. La bhakti nel Bhagavata Purana e nelle Tulsidas viene distinta in nove forme di devozione. Il libretto Narada bhakti sutra scritto da un autore sconosciuto, ne distingue invece undici forme.

Ebraismo
L'ebraismo impiega una vasta definizione d'amore, sia tra le persone che tra l'uomo e il Signore.

Come per il Vangelo di Marco, la Torah (Pentateuco) dice "ama il prossimo tuo come te stesso" (Levitico 19.18). Un individuo deve amare il Signore "con tutto il tuo cuore, tutta la tua anima, tutti i tuoi possedimenti" (Deuteronomio), 6.5.

La letteratura rabbinica differisce su come l'amore possa esser sviluppato, e su come contemplare i beni divini e le meraviglie della natura. L'amore coniugale è considerato un elemento essenziale per la vita: "guarda la vita con la moglie che tu ami" (Ecclesiaste 9.9). Il testo biblico del Cantico dei Cantici è considerato una metafora romantica dell'amore di Dio verso il suo popolo. Il rabbino Eliyahu Eliezer Dessler è invece noto per aver definito l'amore secondo la concezione ebraica come "dare senza aspettarsi di ricevere".

L'amore romantico di per sé ha poche citazioni nella letteratura ebraica, sebbene il rabbino medievale Judah Halevi scrisse poesie romantiche in arabo durante la giovinezza.

Altre culture e divinità
Varie culture hanno divinizzato l'amore, sia nella forma maschile che in quella femminile. Questa è una lista di dei e dee dell'amore in mitologie differenti.

Cupido o Amore: dio della mitologia romana.
Venere: dea della mitologia romana.
Afrodite: dea della mitologia greca.
Eros: dio della mitologia greca.
Freyja: dea della mitologia norrena.
Kama: dio dell'induismo.
Xochipilli: dio della mitologia azteca.
Arte
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Il sentimento dell'amore è spesso la base d'ispirazione delle principali manifestazioni artistiche quali la musica, la letteratura, le arti figurative e il cinema. Nel cinema, in particolare, sia per l'esigenza di contenere la durata di un film in tempi accettabili dal pubblico che per trasmettere allo spettatore l'immagine di amore tra due persone, si fa ricorso a rapporti fisici a sfondo sessuale.

Note
1.^ Si veda, per esempio, il saggio L'arte di amare di Erich Fromm
Bibliografia
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L'arte di amare di Erich Fromm, Mondadori, 1995
"Dall'arte della guerra all'arte dell'amore" di Giulietta Bandiera (Xenia Edizioni, Milano 2003)
Innamoramento e amore di Francesco Alberoni, Garzanti, 2002
Sesso e amore di Francesco Alberoni, Rizzoli, 2006
Ti amerò per sempre. La scienza dell'amore di Piero Angela, Mondadori, 2005
Psicologia dell'amore di René Allendy, Astrolabio, 1951
Voci correlate
Amore platonico
Vero amore
Innamoramento
Timidezza d'amore
Coppia cameratesca
Gelosia
Devozione
Anima gemella
Agape
Eros
Relazione amore-odio
Oblatività
Deficiency love
Altri progetti
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Collegamenti esterni
Appunti sull'amore - Studi sociologici sul tema dell'amore
A come Amore - Il Portale Italiano del Cuore
Mal d'Amore - Tipologie e terapie delle diverse forme del Mal d'Amore

Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Amore"
Categoria: Amore

Amore e significato
testi di Ignazio Baldelli e Ugo Vignuzzi (biblioteca di documentazione pedagogica)

La parola italiana amore continua l’accusativo amorem del sostantivo latino amor, derivato dal verbo amare, termine antichissimo nel latino che non trova riscontri nelle altre lingue indoeuropee, ad esempio nel greco antico che per lo stesso concetto usava soprattutto eros.In particolare nella lingua dell’antica Roma amor si opponeva a odium, nel senso di un forte sentimento di affetto per qualcosa o qualcuno, che poteva giungere fino alla passione.Così il grande poeta Catullo poteva dettare il celeberrimo epigramma che si avvia su odi et amo cioè odio e allo stesso tempo amo, con specifico riferimento alla passione erotica.Questo è senz’altro il valore prevalente del termine amor in latino, personificato nel dio Amore, chiamato anche Cupido, che si potrebbe tradurre con bramosia amorosa.Amor era detto anche l’amato o l’amata. La parola tuttavia poteva avere anche un significato di sentimento affettuoso verso gli altri - i familiari o gli amici - e assumere un valore civile quando si parlava di amor in patriam l’amore verso la patria. Clicca qui sopra il banner del nostro sponsor ... e sosterrai doktorlove.com! Questa concezione dell’amore era così profondamente radicata da essersi trasmessa attraverso i millenni fino a noi: e i poeti hanno cantato ininterrottamente dell’amore come di una delle più grandi passioni dell’uomo.Per di più, in italiano, il termine amore si è trovato a poter rimare con cuore, la sede presunta di ogni passione e in particolare di quella amorosa.Dalla lirica più raffinata alla canzonetta più popolare, amore e cuore hanno dilagato ovunque.E, a seconda delle mode letterarie e culturali nella storia, abbiamo avuto tante diverse codificazioni dell’amore, da quello cortese a quello romantico, a quello libero. Con l’affermarsi della religione cristiana, amore ha assunto anche una precisa valenza teologica, riferendosi in particolare all’amore di Dio per il creato e soprattutto per l’umanità, ma anche all’amore che ogni essere umano deve portare al suo prossimo: un amore che in questo senso non è passione erotica, ma profondo sentimento di carità verso gli altri, e di solidarietà per chiunque si trovi in una situazione di sofferenza o di disagio.Più in generale amore indica oggi il voler bene, qual è l’affetto profondo di un genitore verso il proprio figlio: anzi, l’amore materno è emblematico di un sentimento che giunge spesso fino al sacrificio.Su questa stessa linea l’amore verso qualcosa significa, con valore più esteso, un attaccamento che ci porta a metterla al primo posto: è l’amore verso il lavoro, verso un ideale, ma anche per la musica o per lo sport.Insomma tutto ciò che ci dà piacere può essere oggetto d’amore, e in questo senso si usa l’espressione che una certa cosa si deve fare per amore o per forza.Ma non tutto ciò che è oggetto d’amore è sempre giusto, per cui si può avere un eccessivo amore per il lusso, per il guadagno, per il potere.Nonostante i possibili eccessi, resta il fatto che il bisogno di amore, cioè di amare e di essere amati, nel senso più ampio del termine, è per ogni uomo una necessità primaria, che è fondamentale per la costruzione della personalità: e allora il diritto all’amore diviene, specialmente nell’infanzia, un elemento irrinunciabile alla crescita umana e civile di ogni individuo. LEGENDAnella filosofia indiana e nella filosofia greca presocratica (Esiodo, Empedocle), l'amore fu un principio cosmico, la forza che armonizza tutte le cose. Per Platone l'amore (eros) è desiderio dell'ideale tensione, fra mondo reale e mondo delle idee. Aristotele scorge in esso il principio in base a cui il «primo motore», come oggetto di desiderio, muove le altre cose attraendole a sé. Nel neoplatonismo l'amore è via preparatoria di accesso all'assoluto. Il cristianesimo insegna l'amore di Dio per l'uomo (grazia) e l'amore degli uomini tra di loro (comandamento dell'amore del prossimo): questo amore è agape (caritas) e cioè amore disinteressato, volto al bene dell'altro, ed è contrapposto all'eros, che è desiderio interessato.Nel Seicento e nel Settecento l'amore torna a essere interpretato come passione il cui fondamento è di natura sensibile. Il Romanticismo rivendica la portata metafisica dell'amore. L'amore rompe l'individualità egoistica ed è manifestazione dell'assoluto, che chiama a sé tutte le opposizioni e ogni molteplicità: l'amore è simbolo dell'unione o identità di infinito e finito, e insieme vivente presenza dell'infinito nel finito. Nel Novecento, l'amore è stato analizzato da Freud come sublimazione della libido.



Si ringrazia bdp.it

biblioteca di documentazione pedagogica


http://www.doktorlove.com/significato.html

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