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mercoledì 3 novembre 2010

Sergio Cammariere

“Il trenino musicale è stato il mio primo gioco ed il vero approccio con qualcosa che esprimesse note. Un pomeriggio, all'inizio degli anni '60, mio cugino Francesco portò a casa quel magnifico "trenino"... Il gioco consisteva nel seguire una partitura molto ma molto particolare: ogni nota aveva un suo colore e ogni melodia era una serie di colori. Il trenino passando suonava un refrain di una canzone americana, una specia di loop circolare. E' cosi' che ho cominciato a comporre da giovanissimo le prime cose: giocando col trenino!”

Così, in un’intervista, Sergio Cammariere descrive il suo primo approccio con la musica e da allora, di strada, quel trenino ne ha macinata tanta...
Nato a Crotone, musicista, compositore e interprete di rara e raffinata intensità espressiva, nella sua anima, fluida e multiforme, echeggiano le note dei grandi maestri del jazz, i ritmi latini e sudamericani, la musica classica e la grande scuola cantautoriale italiana. E soprattutto un’innata predisposizione per la composizione musicale.
E’ nel 1992 che compone la sua prima colonna sonora per il film “Quando eravamo repressi”, di Pino Quartullo. A seguire, nel 1994, quella di “Teste Rasate”, film di Claudio Fragasso e nel 1996 quella di “Uomini senza donne” di Angelo Longoni.
Una storia musicale, la sua, di alto profilo artistico che lo porta, nel 1997 a partecipare al premio TENCO e a vincere il premio IMAIE come “Migliore musicista e interprete “ della rassegna con voto unanime della giuria.

Nel gennaio 2002 esce il suo primo album, “Dalla pace del mare lontano”, in collaborazione con Roberto Kunstler. Prodotto da Biagio Pagano, vanta la partecipazione di Pasquale Panella per un omaggio a Charles Trènet (“Il mare”) e di un gruppo di musicisti oggi riconosciuti nell’ambito del grande jazz italiano e internazionale: Fabrizio Bosso alla tromba e flicorno, Luca Bulgarelli al contrabbasso, Amedeo Ariano alla batteria e Olen Cesari al violino. Una “famiglia musicale” che lo segue tuttora e che si è arricchita, sia nei successivi lavori, sia nei concerti live, con nomi di alto prestigio.

La partecipazione al Festival di Sanremo nel 2003 con “Tutto quello che un uomo”, testo di Roberto Kunstler, gli regala il terzo posto oltre al “Premio della Critica” e al Premio “Migliore Composizione Musicale”. E’ una canzone mai ascoltata in un contesto come quello sanremese, che nella parte musicale rivela le radici profondamente ancorate al jazz della più grande tradizione, con guizzi di originalità personalissima.
Nel 2003 inizia l’attività live e riceve numerosi premi, tra cui il Premio “L’isola che non c’era” come miglior disco d’esordio, il Premio Carosone, vince il Referendum di “Musica e Dischi” come miglior artista emergente e la prestigiosa “Targa Tenco” 2002, per la migliore “opera prima”.
Il suo innato talento, che ancor più si esprime nei concerti dal vivo, lo porta a ricevere il Premio come “Migliore live dell’anno” assegnato da “Assomusica”. Indescrivibile, resta ancora oggi, la intro del brano che dà titolo al suo primo album, in cui ogni volta, Sergio Cammariere rivela estro creativo immediato ed un rapporto viscerale, intimo, assoluto con il pianoforte. Esce, lo stesso anno, il DVD “Sergio Cammariere in concerto - dal Teatro Strehler di Milano”. Trascinanti e avvolgenti atmosfere jazz, con incursioni in ritmi originali e sempre nuovi, conquistano un pubblico attento e partecipe.

I concerti di Sergio Cammariere si rivelano una meravigliosa avventura, mutevole e cangiante in ogni situazione, in cui l’ artista, con grande generosità, lascia largo spazio ai musicisti che lo accompagnano, creando sul palco una straordinaria armonia e “invenzioni” musicali di grande impatto. Un amalgama sonoro che lascia senza fiato, sfaccettato e dirompente, con lunghi assoli dei vari strumentisti, momenti intensamente corali che si alternano a istanti di puro e onirico intimismo, quando lui, quasi come una figura fiabesca, diventa un tutt’ uno col suo pianoforte. Interprete di grande classe, offre al pubblico arrangiamenti di qualità, uno stile fuori da ogni schema, inconfondibile, avvincente, penetrante, emerge il calore del grande pianista, le sue improvvisazioni estrose e libere come voli che esaltano la platea e una sensibilità che pervade ogni nota.

Il 2004 - segna l’uscita del secondo album, “Sul sentiero” , prodotto da Biagio Pagano, con dodici sue composizioni musicali su testi di Roberto Kunstler, Pasquale Panella e Samuele Bersani (“Ferragosto”) più due straordinari brani strumentali, “Settembre” e “Capocolonna”.
Terzo album di Sergio Cammariere, “Il pane, il vino e la visione”, è del 2006. Undici composizioni su testi di Roberto Kunstler e la partecipazione di Pasquale Panella, più due brani solo piano. L’anno successivo, l’attività concertistica lo porta in Europa dove riscuote grande successo e torna ad uno sui grandi amori, il cinema , firmando la colonna sonora de “L’Abbuffata” di Mimmo Calopresti. “Premio per la migliore Colonna Sonora “ al Festival del Cinema Mediterraneo di Montpellier.
La sua seconda partecipazione al Festival di Sanremo è del 2008, dove con “L’ amore non si spiega”, dedica un bellissimo omaggio alla bossa nova, duettando anche con Gal Costa, una delle più belle e importanti voci della canzone brasiliana.
Esce, a seguire, il quarto album “Cantautore piccolino” un disco antologico dedicato a Sergio Bardotti e Bruno Lauzi, che svetta immediatamente in testa alle classifiche ed è disco d’oro nel giro di pochi giorni. Oltre a contenere il brano presentato a Sanremo, si arricchisce di uno straordinario omaggio al grande jazz con “My song” di Keith Jarrett in cui Sergio rivela tutte le sue doti di grande e sofisticato pianista, un’emozionante interpretazione di “Estate” di Bruno Martino con Fabrizio Bosso alla tromba e alcuni brani inediti, tra cui “Nord”, composizione per solo piano, di grande poesia.

Numerosi sono i riconoscimenti che Sergio Cammariere continua ad ottenere tra cui il Premio LUNEZIA Elite ed il Premio “Migliore Colonna Sonora” per le musiche del cortometraggio “ Fuori Uso” di Francesco Prisco.
Nell’ottobre del 2009 esce “Carovane”, il nuovo album con 13 tracce inedite, tra cui due brani strumentali (“Varanasi” e “La forcella del rabdomante”) dove continua la collaborazione con Roberto Kunstler ai testi. L’artista intraprende un nuovo incantevole viaggio, “contaminando” il jazz, sua grande passione, con ritmi e sonorità nuove ed inedite che spaziano verso universi e mondi lontani intrisi di sogno, libertà e magia. Agli strumenti tradizionali affianca sitar, moxeno, vina, tampura, tabla, dando vita a sonorità più esotiche, rese ancora più avvolgenti dall’Orchestra d’archi diretta dal M° Marcello Sirignano.
Oltre al nucleo “storico” nel corso degli anni hanno collaborato con lui sia nei concerti live che nella realizzazione degli album, altrettanti musicisti di alto profilo e di livello internazionale: Arthur Maya, Jorginho Gomez, Stefano Di Battista, Bebo Ferra, Roberto Gatto, Michele Ascolese, Javier Girotto, Bruno Marcozzi, Simone Haggiag, Sanjay Kansa Banik, Gianni Ricchizzi, Jimmy Villotti.
Nel 2009 è la sua voce ad aprire il film di animazione di Disney, “La principessa e il ranocchio“ con il brano “La vita a New Orleans” e nello stesso anno inizia anche la sua collaborazione come consulente musicale per l’opera moderna “I Promessi sposi” di Michele Guardì con musiche di Pippo Flora.

Sergio Cammariere è un artista e compositore completo, sempre sorprendente, carico di umanità, capace ancora di commuoversi. Una figura elegante, quasi d’altri tempi, creativa, destinata a lasciare un segno sui binari della grande musica d’ autore .Quel suo magico trenino continua a correre, di stazione in stazione.


http://www.sergiocammariere.com/






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