venerdì 17 settembre 2010
Lucio Battisti
Lucio Battisti
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Lucio Battisti al Festival di Sanremo 1969
Lucio Battisti (Poggio Bustone, 5 marzo 1943 – Milano, 9 settembre 1998) è stato un musicista e cantautore italiano. È considerato una delle massime personalità nella storia della musica leggera italiana sia come interprete della sua musica, sia come autore per altri artisti[3][4][5]. In tutta la sua carriera ha venduto oltre 25 milioni di dischi[6][7][8][9].
La sua produzione ha rappresentato una svolta decisiva nel pop e nel rock italiani: da un punto di vista strettamente musicale, Lucio Battisti ha personalizzato e innovato in ogni senso la forma della canzone tradizionale e melodica.
Grazie ai testi scritti da Mogol, Battisti ha rilanciato temi ritenuti esauriti o difficilmente innovabili, quali il coinvolgimento sentimentale e i piccoli avvenimenti della vita quotidiana; ha saputo esplorare anche argomenti del tutto nuovi e inusuali, a volte controversi, spingendosi fino al limite della sperimentazione pura nel successivo periodo di collaborazione con Pasquale Panella.
Biografia
Lucio Battisti nacque a Poggio Bustone (Provincia di Rieti) alle 13,30 del 5 marzo 1943 in via Roma 40,[10] secondo figlio di Alfiero (1913 – 2008[11]) e Dea Battisti (1918 – 1983). Il loro primogenito, anch'egli di nome Lucio, morì nel 1942 a 2 anni di età.[12] La sorella Albarita nacque nel 1946 e morì nel 2003[13], a causa di un tumore. L'atto di nascita originale del cantautore non esiste perché, durante la seconda guerra mondiale, un bombardamento colpì il palazzo comunale, distruggendo anche i registri dello stato civile, ma una copia venne ricostruita nel 1976.[14]
Esordi
1943-1964: gli inizi
Lucio Battisti (a sinistra) insieme con Paolo Ordanini, pianista dei CampioniNel 1947 si trasferì con la famiglia nella frazione Vasche di Castel Sant'Angelo,[15] sempre in provincia di Rieti, e nel 1950 a Roma.[15] A seguito della promozione della seconda o terza media[15] chiese ai suoi genitori di avere una chitarra. L'interesse per lo strumento fu dovuto anche all'influenza di due ragazzi che abitavano nel suo condominio, da cui aveva sentito suonare i primi brani stranieri di rock and roll arrivati in Italia.[15] Secondo i vari racconti sulle primissime esperienze musicali di Battisti (spesso poco attendibili e misti a leggende) ad insegnargli a suonare la chitarra fu il «pazzo del paese»[15] o l'elettricista di Poggio Bustone: Giancarlo Di Salvio; quello che è sicuro è che in ogni caso l'apporto principale fu quello da autodidatta.
1965-1966: i primi passi e l'incontro con Mogol
Dopo il diploma di perito elettrotecnico conseguito presso l'Istituto Tecnico Industriale Galileo Galilei di Roma[senza fonte] nel 1962 e un periodo di gavetta a Napoli con I Mattatori e successivamente con I Satiri, per un breve periodo vive a Roma, suonando nel complesso di Leo di San Felice; si trasferisce poi a Milano, dove si unisce a I Campioni, il gruppo che accompagnava negli anni '50 Tony Dallara, capitanato da Roby Matano. Gravita nell'ambiente che ruota attorno al club Santa Tecla, allora tempio della nascente musica rock.
Battisti vivrà tutto il resto della sua vita a Milano, prima nel quartiere popolare del Giambellino, poi nella zona di città studi esattamente in una villetta in Largo Rio de Janeiro, per trasferirsi negli ultimi anni della sua vita in una villa a Molteno, in Brianza.
È proprio Matano, che ha più volte rivendicato una sorta di "primogenitura" nella scoperta del talento di Lucio, a spronarlo a scrivere canzoni. Ne nacquero alcuni pezzi, come Se rimani con me, i cui testi erano stati scritti da Matano (ma depositati a nome di Lucio perché l'amico non era iscritto alla SIAE), che rimasero perlopiù o sconosciuti o addirittura mai pubblicati. Tuttavia, alcuni di questi pezzi furono successivamente rimaneggiati da Lucio sulla base di nuovi testi di Mogol, come Non chiederò la carità, che diverrà Mi ritorni in mente.
Il 14 febbraio del 1965 Battisti riesce ad avere un appuntamento con Franco Crepax: durante il provino viene notato da Christine Leroux, un'editrice musicale di origine francese arrivata a Milano negli anni sessanta, contitolare delle edizioni El & Chris. Cacciatrice di talenti per la casa discografica Ricordi, fu lei una delle prime a credere nel talento di Battisti, e fu lei a procurargli il "fatale" appuntamento col paroliere Giulio Rapetti, in arte Mogol.
Riguardo a questo primo incontro con Battisti, Mogol ha raccontato di non essere rimasto particolarmente impressionato dalle canzoni che Lucio gli aveva proposto, ma di aver comunque deciso di collaborare con lui per la sua umiltà nell'ammettere i propri limiti e la voglia di fare e di migliorarsi.[16]
Nel 1966, fu lo stesso Mogol a insistere con Battisti, scettico egli stesso circa le proprie doti vocali, perché cantasse in prima persona le sue canzoni, anziché limitarsi ad affidarle ad altri artisti. Mogol dovette superare non poche resistenze presso la Ricordi, la loro casa discografica, ma alla fine minacciando di dare le dimissioni l'ebbe vinta.[17]
Lucio esordì quindi come solista con il 45 giri che includeva Per una lira e Dolce di giorno, con modesti risultati di vendite, tanto che oggi il disco gode di grande considerazione nel circuito collezionistico. Le due canzoni vennero poi portate al successo rispettivamente dai Ribelli capitanati da Demetrio Stratos e dai Dik Dik. Nel circuito degli "addetti ai lavori", Per una lira si fece notare come brano fortemente innovativo nel testo e nella scrittura musicale.
1967-1968: il successo di 29 settembre e Balla Linda
Lucio Battisti quando aveva ancora i capelli corti.Nel 1967 Mogol e Battisti sono gli autori del brano 29 settembre che, interpretato dagli Equipe 84 e più volte trasmesso nel programma radiofonico Bandiera gialla, si classificò al primo posto nella hit parade. Sempre nel 1967 sono ancora una volta autori di un altro brano Nel cuore, nell'anima, interpretato e portato al successo sempre dagli Equipe 84, e per l'ex Camaleonte Riki Maiocchi, scrissero la celebre Uno in più, considerata una canzone-manifesto della cosiddetta linea verde con cui Mogol intendeva perseguire un rinnovamento della tradizione musicale italiana, lavorando con giovani cantanti e autori quali Battisti[senza fonte]. Per quanto riguarda la carriera da solista, Battisti produsse il suo secondo singolo, Luisa Rossi/Era; un Rhythm and Blues e una canzone dalle atmosfere quasi medioevali che non riscossero grande successo. Sempre nel 1967 Battisti scrisse Non prego per me per Mino Reitano e suonò la chitarra ne La ballata di Pickwick, sigla iniziale e finale, mai pubblicata su disco, dello sceneggiato di Ugo Gregoretti Il Circolo Pickwick; la canzone è cantata da Gigi Proietti.
Nel 1968 Battisti incide Prigioniero del mondo, una canzone scritta da Carlo Donida con testo di Mogol, che doveva essere originariamente interpretata da Gianni Morandi, e che Battisti porta con scarso successo alla manifestazione Un disco per l'estate 1968. Di questo brano esiste anche un videoclip girato su pellicola in bianco e nero, che è anche il primo filmato dove compare il cantante, girato a Tonezza del Cimone. Di maggiore successo è il retro, Balla Linda, una canzone melodica ma già "sperimentale" per i canoni musicali dell'epoca, in cui Battisti rifiuta la convenzione delle rime baciate per i testi, in accordo con Mogol.[18]
Con Balla Linda partecipa al Cantagiro, dove si classifica al quarto posto, entrando per la prima volta, con una canzone da lui interpretata, in hit parade; la canzone, in una versione in inglese intitolata Bella Linda, otterrà, eseguita dai The Grass Roots, un notevole successo negli Stati Uniti, piazzandosi al numero 28 della classifica di Billboard[19].
1969: la consacrazione come cantante e autore
Battisti fotografato nel paese natale.Nel gennaio 1969 Lucio partecipa per la prima e unica volta come cantante al Festival di Sanremo 1969 con la canzone Un'avventura, dove riesce a conciliare la melodia italiana con le atmosfere e i suoni del rhythm and blues, in particolare con una caratteristica e vigorosa sezione fiati; non a caso l'interprete straniero che gli viene affiancato è Wilson Pickett, un importantissimo esponente di quel genere musicale. Il brano si piazza al nono posto nella classifica finale,[20] con 69 voti.[21] La partecipazione a Sanremo aumentò di molto la sua popolarità, ma lo espose anche a critiche di vario genere: Alfonso Madeo sul Corriere della Sera definì l'interpretazione di Battisti «impacciata»,[22] Natalia Aspesi su Il Giorno criticò duramente la sua voce parlando di «chiodi che gli stridono in gola»,[23] mentre Paolo Panelli su Il Messaggero ironizzò sulla sua capigliatura anticonformista e "selvaggia", equiparandolo a Pierino Porcospino e ad Attila, re degli Unni.[24] In corrispondenza con la partecipazione a Sanremo, il 31 gennaio[25] pubblica il singolo Un'avventura/Non è Francesca.
Il 4 marzo 1969[26] esce il suo primo album, intitolato Lucio Battisti, che è una raccolta di brani già pubblicati nei precedenti singoli più sei brani già editi nelle versioni di altri gruppi e cantanti qui interpretati da Battisti; il 28 marzo[27] pubblica il secondo singolo dell'anno, Acqua azzurra, acqua chiara/Dieci ragazze.
In primavera in alcune interviste rivela il fidanzamento con Grazia Letizia Veronese,[28][29] di professione segretaria del Clan Celentano, sua futura compagna di vita.
Il 15 aprile partecipa per la prima volta a una trasmissione televisiva, Speciale per voi di Renzo Arbore, all'epoca in onda sul secondo canale della RAI. Nella trasmissione viene lanciata la canzone Acqua azzurra acqua chiara, che diventerà un tormentone estivo nell'estate 1969: con questa canzone, Battisti arriva terzo al Cantagiro 1969 con 861 voti[30] e vince il Festivalbar di quell'anno[31] con &nbs343984  0343.984 preferenze, distaccando i Camaleonti, secondi classificati, di quasi  50000  050.000 voti.[32]
Durante l'estate esegue il suo primo tour, composto di 21 serate.[33] Sempre durante il periodo estivo Battisti fonda insieme con Mogol una casa discografica indipendente, la Numero Uno. In questo progetto vengono coinvolti la Formula 3, Bruno Lauzi, Edoardo Bennato, Adriano Pappalardo, Oscar Prudente e altri, tuttavia Battisti non può ancora passare all'etichetta per via degli obblighi contrattuali che lo legano alla Ricordi.
Il 14 ottobre[34] pubblica il terzo singolo dell'anno, Mi ritorni in mente/7 e 40; il lato A è presentato il 19 ottobre nel programma radiofonico Gran Varietà condotto da Walter Chiari. Tra i singoli che pubblica quell'anno, questo è quello che incontra il successo maggiore: è l'11° singolo più venduto del 1969 e arriva anche al primo posto in Hit parade.[35]
Nonostante il successo come interprete, la sua attività di autore per altri cantanti continua con successo: sue sono canzoni di grande successo come Questo folle sentimento, dall'atmosfera vagamente psichedelica, affidata alla Formula Tre; Mamma mia, affidata ai Camaleonti; infine Il paradiso della vita (una canzone scritta nel 1968 da Mogol e Battisti per La ragazza 77 ma che non ottiene alcun successo) quell'anno viene ripresa dal gruppo inglese degli Amen Corner, con il titolo (If Paradise Is) Half as Nice, raggiungendo il primo posto delle classifiche di vendita britanniche.[36] Inoltre Patty Pravo, in un viaggio nel Regno Unito, rimane affascinata dal brano degli Amen Corner, ignorando che fosse stato scritto in origine dagli italiani Battisti e Mogol, e decide di farne una cover con il titolo di Il paradiso, rendendo la canzone popolare anche in Italia.[37]
Sebbene sia abbastanza disponibile a rilasciare interviste ai mass media, già in questo periodo inizia a delinearsi il suo carattere: in un'intervista relativa al suo fidanzamento con Grazia Letizia Veronese, seppure in tono scherzoso, definisce i giornalisti dei «dannati curiosi»,[29] inizia a manifestare il desiderio di privacy e di non essere costantemente sotto i riflettori («Noi gente dello spettacolo non riusciamo mai a farci gli affari nostri senza che interveniate voi […] a togliere anche quel minimo di riservatezza della nostra vita privata»[29]) e la convinzione di dover essere giudicato solo per la sua musica e non per il gossip che si crea attorno al personaggio («Lucio Battisti deve essere giudicato per le canzoni che scrive e per le canzoni che canta.»[33]).
Battisti, Mogol e la Numero Uno
« Non ci importa di cadere. Cadremmo in piedi. L'importante per noi è di essere stati sempre coerenti. »
(Mogol nel 1971 sul successo della coppia Battisti-Mogol[38])
Gli anni settanta, in particolar modo nella prima metà, sono gli anni in cui Lucio Battisti arriva al culmine della popolarità e successo. I suoi album sono costantemente tra i primi posti nelle classifiche di vendita degli anni 1971[39], 1972[40], 1973[41], 1975[42], 1976[43], 1977[44], 1978[45] e 1980[46]. Nel 1973, caso raro nella storia discografica italiana, riesce a conquistare il primo ed il secondo posto in classifica (con Il mio canto libero e Il nostro caro angelo), distanziando opere di respiro e successo internazionali come The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd (3°) e Don't Shoot Me I'm Only the Piano Player di Elton John (4°).[41]
1970: la fortuna del sodalizio con Mogol
Lucio BattistiDurante il 1970 compone Sole giallo, sole nero e Io ritorno solo per la Formula 3, Insieme e Io e te da soli per Mina, Per te per Patty Pravo, Mary oh Mary ed E penso a te per Bruno Lauzi, Uomini e Perché dovrei per una cantante da lui lanciata senza successo, Sara; rimangono dubbi invece sulla composizione da parte sua di La spada nel cuore (che alla Siae risulta essere composta da Mogol per il testo e da Donida per la musica).
Sempre nello stesso anno suona la chitarra nella canzone La prima cosa bella di Nicola Di Bari, che si classifica al secondo posto al Festival di Sanremo[47].
Il 2 giugno partecipa per la seconda volta a Speciale per voi di Renzo Arbore. Durante il dialogo con il pubblico in sala ribadisce di non essere un cantante politicamente impegnato e ancora una volta viene criticata la sua voce, stavolta dal giornalista e conduttore Renzo Nissim; alla fine Battisti, evidentemente stanco di tutte quelle chiacchiere, tronca bruscamente il discorso chiedendo al pubblico:
« Sono tre ore che state a parlare e non si è concluso niente! Io propongo delle cose: vi emozionano, vi piacciono, sì o no? »
Lucio Battisti il 13 ottobre 1970 mentre si esibisce al Palasport di Torino interpretando Anna e Fiori rosa fiori di pesco per la trasmissione televisiva SeimilaunoDopo aver ricevuto un coro di «sì» canta Il tempo di morire e Fiori rosa, fiori di pesco, dimostrando ancora una volta la sua avversione per le discussioni e i pettegolezzi e il desiderio di essere giudicato solo per la sua musica. L'8 giugno 1970[48] esce il singolo Fiori rosa fiori di pesco/Il tempo di morire, che contiene le due canzoni interpretate in anteprima a Speciale per voi.
Dal 21 giugno al 26 luglio di quell'anno, su iniziativa di Mogol, i due intraprendono un viaggio a cavallo da Milano a Roma; il viaggio sarà raccontato dallo stesso Battisti in tre articoli su TV Sorrisi e canzoni.[49][50][51] Appena tornato dal viaggio iniziò i preparativi per il tour che intraprenderà quell'estate con la Formula 3: dieci date eseguite tra "L'altro mondo" di Rimini, "La bussola" di Viareggio e il locale di Gino Paoli a Sestri Levante.[51] Sarà anche il suo ultimo tour.
Il 2 settembre Battisti vince il Festivalbar 1970 con la canzone Fiori rosa fiori di pesco.[52][53] In questa occasione annuncia di avere in mente di realizzare un concept album basato sul tema dell'amore visto con angolazioni nuove.[53]
Il 15 ottobre[54] esce il singolo Anna/Emozioni. Nel novembre 1970 il concept album annunciato in occasione del Festivalbar, Amore e non amore, è pronto[55]: essendo però un album piuttosto sperimentale e di difficile comprensione (la metà dei brani sono strumentali e tendenti verso il rock progressivo) la Ricordi decide di metterlo da parte e a dicembre[56] pubblica invece un'altra raccolta, intitolata Emozioni, dove si trovano in versione stereofonica i brani tratti dai singoli già pubblicati, stavolta senza neanche un inedito. Con questa operazione commerciale da parte della Ricordi i rapporti di Battisti con la casa discografica si cominciano a incrinare.
1971: il passaggio alla Numero Uno
Lucio Battisti (a sinistra) insieme con Mariolina Cannuli e Mogol ospite della trasmissione radiofonica «arriva il compressore», estate 1971Ad aprile[57] Battisti pubblica il singolo Pensieri e parole/Insieme a te sto bene. Il produttore discografico Alessandro Colombini, prima della pubblicazione, era molto scettico riguardo il singolo ed era sicuro che Pensieri e parole avrebbe decretato la fine del sodalizio Mogol-Battisti,[58] invece il 45 giri ebbe un successo tale da essere definito da Lelio Luttazzi «regina di Hit parade».[59]
In questo anno la stampa inizia a lamentare la calante disponibilità di Battisti a essere intervistato e fotografato,[55] così il 27 aprile si esibisce al Circolo della stampa di Milano appositamente per i giornalisti e le loro famiglie, accompagnato da Mario Lavezzi alla chitarra e Mogol, con lo scopo di far capire che non si tratta di avversione personale contro i giornalisti ma solo della sua volontà di essere giudicato unicamente per la sua musica.[60][61]
Il 1º maggio 1971 partecipa alla trasmissione televisiva Teatro 10, dove canta in playback Pensieri e parole (in un video molto originale che mostra in sovrapposizione due immagini di Battisti che cantano le due parti della canzone) mentre canta dal vivo con la chitarra Eppur mi son scordato di te, canzone all'epoca affidata alla Formula 3. Sembra che Battisti, recandosi negli studi RAI a Roma, dimenticò la propria chitarra a Milano e ne acquistò all'ultimo momento una da pochi soldi alla stazione Termini[62][63]; nonostante ciò la sua esibizione mandò in visibilio il pubblico, che nel finale iniziò anche a urlare.
Per l'estate Mogol aveva in progetto di ripetere un'impresa simile a quella dell'anno precedente scendendo a nuoto il fiume Po fino alla foce, ma a causa dei reumatismi di Battisti il medico sconsigliò l'impresa e il progetto sfumò.[64] A luglio si reca a Campione d'Italia per dirigere un'orchestra di 25 elementi nell'esecuzione di 7 agosto di pomeriggio[65], brano proveniente dall'album Amore e non amore, che nel frattempo è "congelato" da otto mesi negli archivi della Ricordi suscitando preoccupazione in Battisti riguardo al fatto che, dopo tutto quel tempo, potesse essere già "superato" e meno moderno delle sue composizioni più recenti.[66][55]
Sempre nel mese di luglio, finalmente, la Ricordi pubblica l'album Amore e non amore[67], accompagnato dal singolo Dio mio no/Era[68]; il brano Dio mio no viene censurato, a causa della frase «la vedo in pigiama e lei si avvicina» che conteneva dei significati erotici considerati inaccettabili.[69] Il 31 luglio[65] viene registrata negli studi della RAI Tutti insieme, una trasmissione televisiva musicale ideata da Mogol dove si esibiscono dal vivo molti artisti appartenenti (o comunque legati) alla Numero Uno: Lucio Battisti, Alberto Radius, i Dik Dik, i Flora Fauna Cemento, la Premiata Forneria Marconi, Lally Stott, Mia Martini, Mauro Pagani, Adriano Pappalardo, la Formula 3, Bruno Lauzi ed Edoardo Bennato. Verrà trasmessa il 23 settembre[70], con un ottimo esito soprattutto tra il pubblico più giovane.[71]
A settembre scade il contratto che lo legava alla Dischi Ricordi, ed è quindi libero di passare alla Numero Uno.[55][72] Per ricavare il più possibile da Battisti, che in quel momento godeva di grande popolarità, la Ricordi iniziò a sfruttare al massimo il materiale inedito che, come da contratto, aveva ancora diritto a pubblicare, così il 28 ottobre[73] mette sul mercato un'altra raccolta, Lucio Battisti vol. 4 e il 24 ottobre[74] pubblica il singolo Le tre verità/Supermarket. In Le tre verità sono evidenti gli echi internazionali, in particolare dei Led Zeppelin.
A novembre[75] pubblica il suo primo singolo per la Numero Uno, La canzone del sole/Anche per te; per la semplicità degli accordi e del brano in generale, che tuttavia non scade mai nel banale, La canzone del sole ha raggiunto nel tempo una popolarità tale da diventare la canzone più eseguita da chi si appresta a imparare a suonare la chitarra.[76][77]
Il 31 dicembre partecipa alla trasmissione televisiva Cento di queste notti, dove prima di cantare La canzone del sole accenna l'introduzione strumentale di Dio mio no.
Durante questo anno scrive Vendo casa per i Dik Dik, Eppur mi son scordato di te, Nessuno nessuno e Mi chiamo Antonio tal dei tali e lavoro ai mercati generali per la Formula 3, Amor mio e La mente torna per Mina, Amore caro amore bello e L'aquila per Bruno Lauzi e Un papavero per i Flora Fauna Cemento; rimangono dubbi su La folle corsa, interpretata da Little Tony e dalla Formula 3.
1972-1973: l'apice della popolarità e del successo discografico [modifica]
Battisti e la politica
Come dichiarato più volte dallo stesso Lucio,[78] dai suoi collaboratori[79][80] e da Mogol[81] Battisti non era interessato dalla politica; eppure, a partire dal 1972 si iniziarono a diffondere delle voci mai provate secondo le quali Battisti sarebbe stato fascista[82] e avrebbe finanziato organizzazioni di estrema destra, circostanza smentita da Battisti[83] e giudicata da Mogol improbabile data la sua proverbiale accortezza in campo economico.[84] Riguardo alla mancanza di fonti sicure, Pierangelo Bertoli dichiarò che «negli anni settanta si sapeva che Battisti stava a destra e che era vicino al MSI. Non c'era bisogno di prove, lo si sapeva e basta.»[85]
La leggenda fu alimentata anche dalle interpretazioni dei versi di alcuni brani, come La canzone del sole (nella quale il riferimento al «mare nero» fu riconosciuto come metafora della simbologia fascista[86]), La collina dei ciliegi (dove «planando sopra boschi di braccia tese» fu interpretato come un riferimento al saluto romano[87]) e Il mio canto libero (ritenuta una metafora dell'innalzarsi dell'ideologia di destra[88]); nella copertina di Il mio canto libero le braccia alzate (che, secondo quanto dichiarato da Mogol, rappresentavano un inno alla libertà[89]) furono interpretate invece come saluti romani[90].
Battisti canta con Mina nel duetto del 23 aprile 1972.
Lucio Battisti alla chitarra nella trasmissione radiofonica «Supersonic» del dicembre 1972Evidentemente turbata dal successo di La canzone del sole/Anche per te, la Ricordi nel marzo del 1972[91] compie un ulteriore tentativo commerciale pubblicando il singolo Elena no/Una. È l'ultimo brano inedito che la Ricordi ha diritto a pubblicare.
Il 23 aprile Battisti partecipa alla trasmissione televisiva Teatro 10. Presentato da Alberto Lupo, canta in anteprima I giardini di marzo (in playback) e si esibisce in un duetto con Mina interpretando un medley composto da Insieme, Mi ritorni in mente, Il tempo di morire, E penso a te, Io e te da soli, Eppur mi son scordato di te ed Emozioni, accompagnati da Massimo Luca alla chitarra acustica, Angel Salvador al basso, Gianni Dall'Aglio alla batteria, Gabriele Lorenzi alle tastiere e Eugenio Guarraia alla chitarra elettrica. Il duetto è ritenuto una delle esibizioni più importanti della musica italiana[92][93] e sarà l'ultima apparizione televisiva di Battisti in Italia.
Il 24 aprile[94] pubblica il suo primo album per la Numero Uno, Umanamente uomo: il sogno, accompagnato dal singolo I giardini di marzo/Comunque bella[95]. L'album è il secondo più venduto del 1972.[40]
In questo periodo inizia a rifiutare interviste e fotografie e, rifiutando un'intervista per il settimanale Sogno, dichiara di preferire l'olio di ricino alla televisione[96]; la stampa, in risposta, inasprisce i toni: Sogno lo accusa di essere incoerente alle sue dichiarazioni (avendo appena partecipato a Teatro 10) e di aver scelto di non farsi intervistare solo per attirare l'attenzione e farsi pubblicità;[96] Oggi pubblica un dibattito tra musicisti e critici sul tema «Battisti è davvero un fenomeno?» in cui Riz Ortolani lo accusa di «scopiazzare», Augusto Martelli dichiara che «Battisti è un dilettante spaventoso» e «un pallone gonfiato», mentre Aldo Bonocore dichiara che «la sua voce è una lagna, uno strazio».[97]
A novembre del 1972[98] pubblica l'album Il mio canto libero, accompagnato dal singolo Il mio canto libero/Confusione. L'album è il più venduto del 1973 e solo nel giro iniziale di distribuzione vende &nbs450000  0450.000 copie.[99]
Sul finire dell'anno, il 12 dicembre, partecipa per l'ultima volta ad una trasmissione radiofonica, Supersonic, nella quale interpreta Comunque bella, Innocenti evasioni, Il leone e la gallina, La canzone del sole e Sognando e risognando[100]; Fabrizio Zampa su Il messaggero lo stronca scrivendo che «la sua esibizione è stata una sagra della stonatura e dell'approssimazione».[101] Da questo momento in poi Battisti non si esibirà mai più in pubblico in Italia.
Durante il 1972 compone Il mio bambino per Iva Zanicchi, Io mamma per Sara, È ancora giorno e Segui lui per Adriano Pappalardo, Mondo blu per i Flora Fauna Cemento, Aeternum (di cui scrive il testo), Sognando e risognando e Storia di un uomo e di una donna per la Formula 3 e Prima e dopo la scatola per Alberto Radius. Non comporrà più per altri cantanti, ad eccezione di due brani nel 1976.
Il 25 marzo 1973 nasce l'unico figlio di Lucio e Grazia Letizia, Luca Battisti. Le reazioni della stampa a questo evento causeranno la definitiva rottura tra Battisti e i giornalisti: il 26 marzo Sogno pubblica un articolo su un fantomatico e improbabile flirt tra Battisti e l'attrice di cinema erotico Zeudi Araya[102], il 27 marzo due fotografi irrompono violentemente nella stanza della clinica dove si trovava Battisti iniziando a scattare fotografie all'impazzata e costringendo Battisti a cacciarli via in malo modo, chiudendosi per oltre quattro giorni in una stanza della clinica insieme alla moglie e al figlio[103]; in risposta a questo isolamento Novella 2000 scrive che Battisti «ha paura anche delle ombre» tracciando un ritratto di Battisti tirchio, burbero e apatico.[104] Nel periodo successivo la stampa non allenta la presa, anzi la ricerca dello scoop assume sempre di più l'aspetto di una caccia: il 14 maggio Novella 2000 documenta con un lungo articolo l'affissione della notifica di una multa sulla porta della casa milanese di Battisti[105], mentre il 10 giugno TV Sorrisi e canzoni titola in prima pagina «abbiamo stanato col teleobiettivo Lucio, figlio e moglie in un misterioso rifugio in Brianza pieno di provviste»[106], che in realtà non era altro che la villa che Battisti stava facendo costruire a Dosso di Coroldo (comune di Molteno), accanto a quella di Mogol, e dove vivrà per il resto della sua vita.
A settembre[107] pubblica l'album Il nostro caro angelo accompagnato dal singolo La collina dei ciliegi/Il nostro caro angelo. Negli arrangiamenti, per la prima volta, compaiono con una certa importanza gli strumenti elettronici mentre si riduce il peso di archi e fiati, punto fermo dei lavori realizzati negli anni precedenti. L'album vende &nbs500000  0500.000 copie[108][109] ed è il secondo album più venduto del 1973, preceduto da Il mio canto libero.[41]
Nello stesso anno, inoltre, Battisti compare per la prima e unica volta nella locandina di un film, per la colonna sonora di La circostanza di Ermanno Olmi, nella quale compaiono canzoni precedentemente scritte da Battisti per la Formula 3.[110]
1974: Anima latina
Alla fine del 1974, ispirato da un viaggio in Sudamerica con Mogol, Battisti pubblica "Anima latina": probabilmente il suo disco più ambizioso, complesso e sfaccettato[111], originale tentativo di fusione delle sonorità latine con alcune delle modalità espressive tipiche del progressive (brani lunghi, dall'orchestrazione e strumentazione estremamente composita e stratificata; ampio uso di sintetizzatori). È un disco che, come dirà lo stesso Battisti, è votato alla valorizzazione del ritmo, reso a tratti ossessivo nelle sezioni per fiati, cori e percussioni; i testi si fanno sempre più criptici, quasi esoterici, in controtendenza col modo di scrivere di Mogol, tradizionalmente ispirato alla quotidianità; ed il canto di Lucio è soffuso e volutamente tenuto a volume basso nel mixaggio, alla pari con gli altri strumenti, tanto da essere talvolta quasi impercettibile.
Tra i brani che ottengono maggior riscontro, la stessa Anima latina, con un testo che Mogol ritenne essere il più bello da lui mai scritto[112]; Due mondi, una frenetica ballata in crescendo a metà strada tra il genere salsa e la tradizione sudamericana, in cui duetta con la brava cantante monzese Mara Cubeddu; Anonimo, una canzone che parla delicatamente dell'iniziazione di un fanciullo ai rapporti sessuali e che reca in coda una singolare citazione de I giardini di marzo; e Macchina del tempo, giustapposizione di più linee melodiche che formano il brano musicalmente più complesso dell'album, incentrato sulle estreme conseguenze dell'alienazione per sofferenza amorosa. Nonostante l'osticità della proposta (nessuna canzone è davvero rimasta nella memoria collettiva), il disco ottiene vendite eccezionali, rimanendo in classifica per 65 settimane (a tutt'oggi il record per un disco di Battisti[113]).
1975-1980: gli ultimi successi e la fine del sodalizio
Lucio Battisti alla fine degli anni settantaTra maggio e giugno del 1975 parte per un viaggio negli Stati Uniti visitando New York, San Francisco e Los Angeles, città dove lo raggiungono anche Mogol e la moglie Grazia Letizia Veronese; l'ultima tappa, Nashville, viene eliminata in favore di una permanenza più lunga a Los Angeles. Durante questo periodo Battisti assorbe le novità musicali nello stile e nella tecnica di registrazione, in particolare le sonorità della disco music. La RCA gli propone di realizzare un album con i suoi maggiori successi cantati in inglese per conquistare il mercato statunitense, ma Battisti, contrario a utilizzare brani già pubblicati, dichiara che «è sciocco continuare a guardarsi indietro» pur confessando di essere «eccitato dall'idea di incidere un album qui». Inoltre risale a questo soggiorno la bozza di una canzone, ispirata dall'autostrada americana Interstate 5 e provvisoriamente intitolata San Diego Freeway, che sarebbe poi diventata Ancora tu.[114][115]
Tornato in Italia, il 16 luglio 1975 l'Anonima sequestri tenta di rapire suo figlio Luca Battisti, ma il tentativo viene sventato dalla babysitter;[116] da questo momento in poi Battisti, la compagna e il figlio Luca incominciano a recarsi a Londra sempre più spesso, si dice per paura dei rapimenti.[117]
Il 17 settembre nello studio di registrazione Il mulino di Anzano del Parco venne organizzato un incontro tra Mogol, Battisti, il direttore della rivista di controcultura Re Nudo Andrea Valcarenghi e alcuni personaggi che facevano parte dell'ambiente della rivista, tra cui Nanni Ricordi, Gianfranco Manfredi con la sua fidanzata Mirella Lisignoli e Cesare Montalbetti con la fidanzata Wanda Spinello, alla presenza del giornalista Renato Marengo. L'incontro venne organizzato per far ascoltare in anteprima le tracce del nuovo album di Battisti, discutendo la partecipazione di Battisti al Festival del proletariato giovanile di Parco Lambro del 1976, che era organizzato dalla rivista e a cui Battisti intendeva partecipare per farsi conoscere dai frequentatori del festival, particolarmente attenti al genere di musica trattato da Battisti in Anima latina ma solitamente poco interessati alla musica italiana. Durante l'incontro vennero ascoltati i brani con spiegazioni di Mogol per il testo e Battisti per le scelte musicali; sul brano Io ti venderei, però, Mirella Lisignoli e Wanda Spinello sollevarono una polemica sul maschilismo del testo che Mogol non condivideva; tuttavia sul momento non ci fu un vero scontro, tanto che a seguito dell'incontro Mogol organizzò una partita di calcio. La collaborazione sfumò definitivamente quando, il 12 dicembre, Marengo pubblicò un articolo su Nuovo Sound nel quale criticò l'esasperato atteggiamento femminista delle fidanzate di Montalbetti e Manfredi asserendo che «il femminismo serio è un'altra cosa, per fortuna»[118] suscitando l'ira di Manfredi e degli altri organizzatori di Re Nudo.[119][120]
A settembre realizza due filmati con la regia di Ruggero Miti e Cesare Montalbetti in cui canta Ancora tu e La compagnia: si tratta del primo videoclip italiano e anticipa di circa 2 mesi anche il videoclip di Bohemian Rhapsody dei Queen, che viene solitamente considerato il primo videoclip della storia della musica.[121]
Nel gennaio 1976, quando i brani del nuovo album sono pronti, cede Un uomo che ti ama a Bruno Lauzi e Io ti venderei a Patty Pravo; Ancora tu fu offerta a Mina, ma la cantante la rifiutò.[122] A febbraio[122] il nuovo album, influenzato dai ritmi della disco music e intitolato La batteria, il contrabbasso, eccetera viene pubblicato, accompagnato dal singolo Ancora tu/Dove arriva quel cespuglio. L'album vende circa &nbs500000  0500.000 copie[123] ed è il 3° album più venduto del 1976.[43]
Il 3 settembre 1976[124] si sposa in matrimonio civile con Grazia Letizia Veronese.
Battisti sulla copertina della rivista Ciao 2001, dedicata all'uscita di Una giornata uggiosaIn questo periodo accoglie la proposta fattagli dalla RCA l'anno precedente e inizia a lavorare ad un album in lingua inglese sulla base dei nuovi brani che stava componendo per il suo prossimo album. Alla traduzione dei testi lavora Marva Jan Marrow, una cantautrice statunitense immigrata in Italia dove faceva parte già da tempo della Numero Uno. Realizzati i provini, si reca con la Marrow in California per la realizzazione del disco e il 4 ottobre[125] iniziano le sessioni di registrazione. Alla fine del lavoro, dopo circa nove mesi, Mogol, non contento del fatto che il significato originale venisse perso e secondo Marva Jan Marrow invidioso del risultato raggiunto[126][127], decise di far riscrivere i testi da capo affidando l'incarico a Peter Powell, chiedendogli di tradurli in maniera più letterale.
L'album in italiano, realizzato sempre in California, viene pubblicato nel marzo 1977[128] con il titolo di Io tu noi tutti, accompagnato dal singolo Amarsi un po'/Sì, viaggiare. Il disco è il 2° album più venduto dell'anno.[44]
L'album in inglese, intitolato Images, invece viene pubblicato a settembre[129] sul mercato statunitense e inglese. Contiene i brani presenti su Io tu noi tutti (tranne L'interprete di un film, Ami ancora Elisa e Questione di cellule) con l'aggiunta di La canzone del sole e Il mio canto libero. L'album, però, ottiene scarsissimo successo: tra le cause del fiasco ci furono i difetti nella pronuncia inglese di Battisti[130], i testi tradotti male e in maniera troppo letterale per conservare un senso in una lingua diversa[130] e la scarsa pubblicizzazione del disco da parte della RCA[131]. Per alleggerire le perdite la RCA Italiana commercializza l'album anche in Italia, dove ottiene comunque scarso successo e si piazza al 59º posto nella classifica degli album più venduti.[44]
Nel dicembre 1978[132] Battisti pubblica l'album Una donna per amico, accompagnato dal singolo Una donna per amico/Nessun dolore. Una donna per amico fu il 4° album più venduto del 1978[45] e le sue vendite sono stimate tra &nbs600000  0600.000[9] e &nb1000000  01.000.000[133] di copie, affermandosi come il più grande successo commerciale della carriera di Lucio Battisti.
In questo periodo Battisti realizza anche un secondo album in inglese che sarebbe dovuto essere il secondo tentativo di sfondare nel mondo anglofono dopo Images e che si sarebbe dovuto chiamare Friends o A Woman As A Friend;[134] avrebbe dovuto contenere i brani pubblicati su Una donna per amico (tranne Maledetto gatto e Al cinema) con l'aggiunta di Ancora tu ed E penso a te, ma a seguito di pareri negativi e scoraggianti da parte di discografici e collaboratori, Battisti decise di non pubblicare il disco; solo Baby It's You (Ancora tu) e Lady (Donna selvaggia donna) saranno pubblicate in un singolo nel 1979, senza particolare successo. Le registrazioni delle tracce dell'album sono ad oggi inedite (sebbene circolino da tempo su Internet[135]).
Nel gennaio del 1980[136] pubblica l'album Una giornata uggiosa, accompagnato dal singolo Una giornata uggiosa/Con il nastro rosa. Fu il 5° album più venduto del 1980.[46]
Il 4 luglio 1980 avviene la sua ultima apparizione televisiva (avvenuta, si dice, per aver perso una scommessa con degli amici), nella quale canta in playback Amore mio di provincia nella trasmissione Music & Gasle della televisione svizzera di lingua italiana.[137] Da questo momento il silenzio di Battisti sarà totale.
Dopo Mogol
1980: la rottura con Mogol
« Il nostro rapporto è il rapporto di due persone di questo tempo che dopo tanti anni di lavoro assieme […] improvvisamente, per divergenze di interessi, si sono messi ognuno su una sua rotaia, su una sua strada, per cui adesso da quattro o cinque anni a questa parte ci vediamo al massimo un mese all'anno. […] È l'esperienza di due persone che stanno diventando completamente diverse. »
(Battisti parla del rapporto con Mogol, 18 maggio 1979[138])
A Una giornata uggiosa non seguiranno altri album con testi di Mogol. Lo scioglimento, avvenuto silenziosamente e senza litigi[139], fu dovuto principalmente alla divergenza artistica tra i due, tra un Mogol ancorato a un universo poetico dai ben saldi punti fermi e un Battisti perennemente impegnato a innovare, a sperimentare e a superare se stesso. La causa occasionale fu la discrepanza nata sulla ripartizione dei diritti d'autore: gli introiti infatti andavano per un quarto a Battisti e un quarto a Mogol mentre il rimanente spettava alla società editoriale, la edizioni Acqua azzurra; all'interno di essa, però, Battisti aveva una quota del 40% mentre Mogol controllava appena il 10%. Mogol non era d'accordo con tale ripartizione (più che per questioni economiche, per questione di principio[140]) e voleva cambiare le quote azionarie della società, ma da Battisti ricevette solo il silenzio[141].
Su questi eventi sono sorte molte leggende metropolitane: si parlò anche di banali liti di condominio per quanto riguarda la divisione di un piccolo pezzo di terreno[142] o di un tombino;[143] in realtà, a detta di Mogol, questa questione nacque anni più tardi[141].
Mentre Mogol inizierà una collaborazione con Riccardo Cocciante, per il quale continuerà a scrivere testi simili a quelli che scriveva per Battisti secondo il suo consueto stile alato e sognatore, Lucio continuò la sua strada con Velezia prima e con Pasquale Panella poi, soddisfacendo il suo bisogno di esplorare nuove mete, nuovi orizzonti, nuove esperienze musicali.
1981-1985: E già e le prime collaborazioni con Panella
Lucio Battisti (1982)Dopo essersi liberato del rapporto con Mogol, Battisti attraversò un periodo felice e spensierato durante il quale si dedicò ad hobby come il windsurf (praticato assieme all'amico Adriano Pappalardo).[144]
Nel settembre 1982 pubblica l'album E già, lavoro che lascia spiazzato il suo pubblico: si tratta infatti di un disco decisamente diverso dai precedenti, composto di melodie più brevi (solo un brano su 12 supera i quattro minuti di durata), su arrangiamenti completamente elettronici, dove gli unici strumenti sono i sintetizzatori mentre archi e chitarre sono totalmente assenti. I testi di E già sono scritti dalla moglie Grazia Letizia Veronese sotto lo pseudonimo Velezia; tuttavia, i numerosi spunti autobiografici presenti nei testi (come la passione per il Windsurf e la gioia di fare e ascoltare musica) fanno ritenere da parte della critica che autore o almeno coautore dei medesimi sia lo stesso Battisti.[144]
Il disco, pur conquistando il primo posto in classifica[113], non ebbe il riscontro di vendita dei precedenti, complici l'assoluta mancanza di promozione (alla quale Battisti era strenuamente contrario) e caratteristiche eccessivamente "avanzate" per il mercato musicale italiano, come le sonorità elettroniche, cui molti musicisti anglosassoni peraltro facevano già ampiamente ricorso.
E già, oltre che per il suo valore musicale, viene ricordato per il messaggio che Battisti volle comunicare: era avvenuto un cambiamento radicale, e nulla sarebbe più rimasto come prima.[145]
Tra il 1982 e il 1983 collabora con Adriano Pappalardo alla realizzazione degli album Immersione e Oh! Era ora: è proprio durante la lavorazione di Oh! Era ora che conosce il paroliere romano Pasquale Panella, che aveva scritto i testi dell'album.
1986-1994: la collaborazione con Panella [modifica]
La copertina dell'album Hegel (1994). La semplicità delle copertine degli album con Panella è stata tale che l'ultimo periodo di Battisti viene spesso chiamato "periodo bianco"Nella seconda metà degli anni ottanta comincia la collaborazione tra Lucio Battisti e Pasquale Panella, l'ultima fase della carriera del musicista. In questo periodo pubblica cinque album musicalmente molto avanzati, che continuano l'esplorazione musicale iniziata con E già trattando generi musicali all'epoca emergenti nella scena musicale italiana (come la musica rap, techno e eurodance); i testi di Panella sono molto diversi da quelli scritti in precedenza da Mogol: di difficile comprensione, sono densi di giochi di parole e doppi sensi. Per volere di Battisti gli album non vengono pubblicizzati in alcun modo nei mass media[146]; saranno accolti dal pubblico con un successo via via calante e dalla critica con pareri estremamente discordi.
Nel marzo 1986[147] Battisti torna sul mercato discografico con l'album Don Giovanni. Gli arrangiamenti sono meno elettronici rispetto al precedente E già e coniugano sonorità sintetiche con quelle tradizionali. La critica accoglie l'album con pareri molto contrastanti: Michele Serra scrive che «Don Giovanni ridimensiona gran parte della musica leggera degli ultimi dieci anni»[148], mentre Gianfranco Manfredi dichiara senza mezzi termini che «il disco è una palla».[149] Don Giovanni comunque ottiene un buon successo commerciale: vende &nbs350000  0350.000 copie[150] e risulta essere il terzo album più venduto dell'anno.[151]
Il 7 ottobre 1988[152] esce l'album L'apparenza. Su richiesta di Panella stesso, a partire da questo album la tecnica di scrittura dei brani viene invertita, con Panella che scrive i testi e Battisti che successivamente scrive la musica sopra[153]; anche per questo motivo in questo album la struttura tradizionale della canzone comincia ad essere utilizzata sempre di meno. Con L'apparenza le vendite registrano un calo rispetto al precedente Don Giovanni: l'album è il 17º disco più venduto dell'anno[154], con poco più di &nbs200000  0200.000 copie vendute.[150]
Nel settembre 1990[155] esce La sposa occidentale, pubblicato dalla CBS (e non dalla Numero Uno, come era accaduto per gli album precedenti). Nonostante le &nbs400000  0400.000 copie vendute[156] l'album si piazzò solo al 34º posto nella classifica[157] e non ottiene successo tra il grande pubblico. In questo periodo tra il grande pubblico comincia a farsi strada un sentimento di nostalgia verso il Battisti con Mogol, più classico e immediato, rinnegando la produzione recente di Battisti.
Nell'ottobre 1992[158] pubblica Cosa succederà alla ragazza, stavolta sotto l'etichetta della Sony/Columbia, nel quale esplora generi musicali nuovi come la musica rap e techno. Dal punto di vista commerciale rappresentò un ulteriore passo indietro piazzandosi al 57º posto nella classifica degli album più venduti, dove invece ottiene più successo una raccolta di vecchi brani scritti con Mogol, Le origini (al 26º posto).[159] Per quanto riguarda la critica Mario Luzzatto Fegiz scrisse che «Cosa succederà alla ragazza è un disco senza amore, un incubo»[160]; Alfredo Saitto parlò di «insulto al suo pubblico e alla sua stessa musica»[160]; Fabrizio Zampa dichiarò che «ricorda le sofferenze di Fantozzi al cineclub»[160]; al contrario, Marco Mangiarotti scrisse che «Cosa succederà alla ragazza è un altro capolavoro».[160]
Per puro caso, nell'estate del 1993 Battisti incontra Adriano Celentano; da questo incontro nasce l'idea di realizzare un album a tre insieme con Mina che si sarebbe dovuto chiamare H2O. Celentano diede appuntamento a Battisti a casa sua per tre giorni dopo, per discutere i particolari, ma il molleggiato dimenticò l'appuntamento e da quel momento Battisti diventò irraggiungibile. Celentano riuscì a contattarlo di nuovo solo dopo circa venti giorni, quando Battisti disse di essere occupato e di non avere tempo e che avrebbe telefonato in caso avesse voluto partecipare; nonostante l'idea fosse stata approvata anche da Mina, la telefonata di Battisti non arrivò e il progetto sfumò.[161]
Nel gennaio 1994, quando il suo nuovo disco è quasi pronto, Battisti decide di non rinnovare il contratto con la Sony.[162] L'album, intitolato Hegel, viene pubblicato a settembre di quell'anno[163] per la Numero Uno; musicalmente è molto vicino all'eurodance, mentre i testi contengono numerosi riferimenti al filosofo tedesco Georg Wilhelm Friedrich Hegel. Si piazzò al 68º posto della classifica degli album più venduti.[164] La critica, come al solito, fu estremamente discorde nel giudicare l'album: Sandro Veronesi dichiarò che «di Hegel si può anche guardare solo le figure […] e poi dire in coro che "Mogol-Battisti però era un'altra cosa", ma esaminato poco più attentamente […] finisce di farci vedere quanto è piccina, in confronto, l'attuale musica italiana»[165] mentre Gigio Rancilio parlò della musica di Battisti come di «uno scandalo non più accettabile».[165] Nel periodo della pubblicazione di Hegel Panella dichiara che non scriverà più testi per Battisti.[166]
1994-1998: gli ultimi anni e la morte
Negli anni trascorsi dall'uscita del suo ultimo disco al 1998, si parlerà con insistenza di un riavvicinamento artistico tra Lucio e Mogol[167], ma tali voci non troveranno mai conferma e, comunque, non si concretizzeranno.
Nell'autunno 1996, data la regolarità biennale seguita a partire da Don Giovanni, molti si aspettavano la pubblicazione di un nuovo album da parte di Battisti, ma non fu così e cominciarono a circolare dei rumor riguardo a difficoltà da parte di Battisti a trovare un accordo per la pubblicazione del nuovo album con le case discografiche, che non avevano accettato le richieste di Battisti, troppo alte in rapporto al calo delle vendite degli ultimi album.
Per approfondire, vedi la voce Postumo.
Il 27 febbraio 1997 Piero Sicoli e Francesco Manca presso Sormano scoprono l'asteroide "9115 Battisti", che viene intitolato in onore del musicista.[168]
Durante l'estate del 1997 su Rai Uno la trasmissione televisiva Va ora in onda lancia la moda degli "abbattistamenti" aprendo un'omonima rubrica nel programma, nella quale vengono segnalati dai fan presunti "avvistamenti" di Lucio Battisti in tutta Italia, trasmettendo anche fotografie e video degli avvistamenti.[169]
Nel 1998 le voci circolanti sull'album di Battisti ancora non pubblicato vengono sfruttate dal giornalista Franco Zanetti per realizzare un pesce d'aprile: il 30 marzo, infatti, pubblicò su sito rockol.it una notizia che destò scalpore: Lucio Battisti, a causa di problemi nel trovare una casa discografica, pubblicava il suo nuovo disco (chiamato L'asola) su Internet,[170] nel neonato sito www.luciobattisti.com. Numerosissimi giornali riportarono la notizia (come il Corriere della Sera[171], la Repubblica[172] e altre importanti testate nazionali). Il giorno successivo un altro articolo sullo stesso sito[173] dichiarava che si era trattato solo di un pesce d'aprile (spostando l'accento sul nome del disco si ottiene "La sola", termine romanesco equivalente a "bufala") messo in scena dalla stessa redazione del sito; anche il sito www.luciobattisti.com era stato realizzato da Zanetti. A causa dell'enorme rilievo che i mass media diedero alla notizia, ancora nei mesi successivi alcuni giornalisti indicarono erroneamente come ultimo album di Battisti L'asola.[174]
Tra il 29 e il 30 agosto 1998 si diffonde la notizia del ricovero di Battisti in una clinica milanese.[174][175] Durante gli 11 giorni di ricovero, per volere della stessa famiglia, non viene diffuso alcun bollettino medico.[176] Il 6 settembre le sue condizioni si aggravano e l'8 viene spostato nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale San Paolo di Milano.[177] Lucio Battisti muore la mattina del 9 settembre 1998, all'età di 55 anni; le cause della morte non sono state comunicate ufficialmente: il bollettino medico riporta solamente che «il paziente, nonostante tutte le cure dei sanitari che lo hanno assistito, è deceduto per intervenute complicanze in un quadro clinico severo sin dall'esordio»[178]; secondo alcune voci non confermate invece il musicista sarebbe morto per tumore. Ai funerali, celebratisi in forma strettamente privata a Molteno, dove è sepolto, furono ammesse appena 20 persone, tra le quali Mogol,[179] a riconferma della ricomposizione almeno umana del sodalizio.
Dal 1998 a oggi: dopo la morte
A distanza di più di dieci anni dalla morte la popolarità di Battisti rimane ancora alta: i suoi brani vengono spesso interpretati dagli artisti della scena musicale attuale in tributi e manifestazioni in suo onore, e album o raccolte di suoi brani sono tornati nelle classifiche dei dischi più venduti nel 1999[180], 2004[181], 2005[182], 2006[183], 2007[184], 2008[185], 2009[186] e 2010[187]; secondo il 75% dei giovani, nell'estate 2009 Battisti è stato l'artista più cantato nelle spiagge italiane[188].
La vedova Grazia Letizia Veronese ha deciso di proseguire con la politica protezionistica del marito, bloccando manifestazioni (come è accaduto nel 2006 per il festival Un'avventura, le emozioni di Molteno, ai cui organizzatori fu intentato un ricorso[189]) e pubblicazioni di album e video (come nel caso del videoclip della cover Prendila così dei Delta V (2004)[190], di un DVD dei Dik Dik (2005)[191] e dell'autorizzazione per l'apparizione di immagini di Battisti nella scenografia per il brano Buonanotte all'Italia in un concerto di Luciano Ligabue (2008)[192][193]), non senza sollevare polemiche e dibattiti nelle file degli appassionati, tra chi considera ciò una giusta protezione contro chi specula sull'arte del musicista e chi invece critica il continuo annullamento di iniziative a sua memoria.
Eredità delle opere battistiane ai giorni nostri
Insieme a Mina, durante i preparativi del duetto del 23 aprile 1972.Alla sua scomparsa, Battisti ha lasciato 19 album ufficiali. I brani scritti con Mogol sono rimasti nella memoria collettiva al punto che alcune frasi dei testi sono entrate nel linguaggio comune alla pari dei proverbi: tra queste, «lo scopriremo solo vivendo»[194], tratta da Con il nastro rosa e la frase «un … per amico»[195], derivata dal brano Una donna per amico; un'ulteriore dimostrazione è che all'inizio degli anni ottanta, la frase «Le discese ardite e le risalite», tratta dal brano musicale Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi…, fu scelta dalle Brigate Rosse come titolo per un loro documento programmatico[196]. La grande influenza di Battisti nell'attuale produzione musicale è testimoniata dal grande numero di artisti musicali che hanno dichiarato la loro stima verso di lui: tra i molti Claudio Baglioni[197], David Bowie[198], Cesare Cremonini[199][200][201][202], Francesco De Gregori[203], Zucchero Fornaciari[204], Gianluca Grignani[205], Luciano Ligabue[206][207][208][209], Fiorella Mannoia[210], Mia Martini[211], Ennio Morricone[212], Gianna Nannini[213], Max Pezzali[207], Eros Ramazzotti[214], Vasco Rossi[215], Tricarico[216], Pete Townshend[217][218] e Renato Zero[219][220].
Innovazioni introdotte da Battisti
« Un artista non può camminare dietro il suo pubblico, un artista deve camminare davanti. »
(Lucio Battisti[221])
Oltre alla sua produzione, Lucio Battisti ha lasciato in eredità alla musica italiana un consistente numero di innovazioni tecniche e stilistiche, derivate dalla fusione della tradizione melodica italiana con le sonorità nuove della musica rock e pop internazionali. L'opera battistiana risulta essere stata particolarmente efficace nell'aver continuato a traghettare la musica "leggera" italiana verso la modernità e la molteplicità dei linguaggi musicali, offrendo in ogni fase dell'esperienza artistica un interessante sovrapporsi di tonalità e testo lirico.
Dal punto di vista stilistico, l'artista fu spesso anticipatore di generi e mode che sarebbero esplose di lì a poco: da citare l'album La batteria, il contrabbasso, eccetera (1976), di stampo disco music, e Cosa succederà alla ragazza (1992), disco molto vicino al rap e alla techno. Le sonorità innovative degli ultimi dischi di Battisti, in particolare da La sposa occidentale in poi, sono divenute, sia pure in contesti spesso più melodici e tradizionali, patrimonio comune degli arrangiamenti delle canzoni di moltissimi artisti italiani. Inoltre Battisti fu uno dei primi cantanti in Italia a riuscire ad affermarsi pur non avendo una voce tecnicamente perfetta.
Battisti, apprezzato anche come tecnico in sala di registrazione, fu tra i primi in Italia a utilizzare la tecnica di capovolgere i nastri nelle registrazioni, già a partire dal brano Era del 1967.[222]
Discografia
Per approfondire, vedi la voce Discografia di Lucio Battisti.
Battisti insieme a Mogol Album
1.1969 – Lucio Battisti (Ricordi, SMRL 6063)
2.1970 – Lucio Battisti Vol. 2 (Ricordi, RI-K 740.143; pubblicato solo in cassetta[223][224])
3.1970 – Emozioni (Ricordi, SMRL 6079)
4.1971 – Amore e non amore (Ricordi, SMRL 6074)
5.1971 – Lucio Battisti vol. 4 (Ricordi, SMRL 6091)
6.1972 – Umanamente uomo: il sogno (Numero Uno, ZSLN 55060)
7.1972 – Il mio canto libero (Numero Uno, DZSLN 55156)
8.1973 – Il nostro caro angelo (Numero Uno, DZSLN 55660)
9.1974 – Anima latina (Numero Uno, DZSLN 55675)
10.1976 – La batteria, il contrabbasso, eccetera (Numero Uno, ZSLN 55685)
11.1977 – Io tu noi tutti (Numero Uno, ZPLN 34006)
12.1977 – Images (RCA, PL 11839)
13.1978 – Una donna per amico (Numero Uno, ZPLN 34036)
14.1980 – Una giornata uggiosa (Numero Uno, ZPLN 34084)
15.1982 – E già (Numero Uno, ZPLN 34182)
16.1986 – Don Giovanni (Numero Uno, PL 70991)
17.1988 – L'apparenza (Numero Uno, PL 71850)
18.1990 – La sposa occidentale (CBS, 466727 1)
19.1992 – Cosa succederà alla ragazza (Sony / Columbia, 472328 1)
20.1994 – Hegel (Numero Uno, 74321 22916 2)
Singoli
1.1966 – Per una lira/Dolce di giorno (Ricordi, SRL 10430)
2.1967 – Luisa Rossi/Era (Ricordi, SRL 10460)
3.1968 – Prigioniero del mondo/Balla Linda (Ricordi, SRL 10495)
4.1968 – La mia canzone per Maria/Io vivrò (senza te) (Ricordi, SRL 10513)
5.1969 – Un'avventura/Non è Francesca (Ricordi, SRL 10529)
6.1969 – Acqua azzurra, acqua chiara/Dieci ragazze (Ricordi, SRL 10538)
7.1969 – Mi ritorni in mente/7 e 40 (Ricordi, SRL 10567)
8.1970 – Fiori rosa fiori di pesco/Il tempo di morire (Ricordi, SRL 10593)
9.1970 – Anna/Emozioni (Ricordi, SRL 10614)
10.1971 – Pensieri e parole/Insieme a te sto bene (Ricordi, SRL 10622)
11.1971 – Dio mio no/Era (Ricordi, SRL 10637)
12.1971 – Le tre verità/Supermarket (Ricordi, SRL 10657)
13.1971 – La canzone del sole/Anche per te (Numero Uno, ZN 50132)
14.1972 – Elena no/Una (Ricordi, SRL 10666)
15.1972 – I giardini di Marzo/Comunque bella (Numero Uno, ZN 50144)
16.1972 – Il mio canto libero/Confusione (Numero Uno, ZN 50267)
17.1973 – La collina dei ciliegi/Il nostro caro angelo (Numero Uno, ZN 50316)
18.1976 – Ancora tu/Dove arriva quel cespuglio (Numero Uno, ZN 50345)
19.1977 – Amarsi un po'/Sì, viaggiare (Numero Uno, ZBN 7004)
20.1978 – Una donna per amico/Nessun dolore (Numero Uno, ZBN 7110)
21.1980 – Una giornata uggiosa/Con il nastro rosa (Numero Uno, ZBN 7178)
22.1982 – E già/Straniero (Numero Uno, ZBN 7287)
Brani affidati ad altri interpreti
Per l'elenco completo dei brani affidati ad altri interpreti, vedi Discografia di Lucio Battisti#Per altri.
Gli inediti
A partire dalla seconda metà degli anni novanta sono stati rinvenuti e quindi divulgati al pubblico, sia attraverso la radio e la televisione sia (in modo non sempre regolare) attraverso la distribuzione peer2peer (Napster, WinMX, eMule, ecc.), numerosi brani inediti o versioni alternative che l'artista di Poggio Bustone aveva accumulato durante la sua carriera scartandoli, modificandoli o riscrivendone ora il testo, ora l'arrangiamento.
Si possono dividere i brani inediti in quattro gruppi:
Brani scritti con Roberto Matano tra il 1964 e il 1966, alcuni dei quali furono ripresi e riadattati in seguito con Mogol, di cui rimane la registrazione su nastro magnetico di Battisti;
Canzoni scritte originariamente per altri cantanti a cui Battisti ha lasciato la registrazione di una sua versione da usare come linea guida;
Prove di registrazione e versioni alternative di brani pubblicati;
Brani del tutto inediti, che non furono pubblicati in alcun modo e di cui non esiste alcuna versione edita.
Note [modifica]
1.^ Lucio Battisti in www.rockit.it. URL consultato il 25-07-2009.
2.^ (EN) Lucio Battisti in All Music Guide. URL consultato il 25-07-2009.
3.^ Treccani – appendice 2000, Istituto della enciclopedia italiana, 2000. Pagina 158.
4.^ (EN) «Lucio Battisti, 55, Italian Pop Performer». New York Times, 24-9-1998. URL consultato in data 23-02-2009.
5.^ (ES) Ramón F. Reboiras. «Lucio Battisti, cantante italiano». El País, 10-9-1998. URL consultato in data 23-02-2009.
6.^ «Lucio Battisti, un innovatore assoluto». VivaVerdi gennaio/febbraio 2009, p. 6. URL consultato in data 30-06-2010.
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78.^ Renzo Arbore, Speciale per voi, Secondo canale, 02-06-1970. «Cioè, se tu ti consideri un cantante impegnato o meno.» «No, che impegnato, io sono disimpegnato, disi-tutto!»
79.^ Intervista a Walter Calloni, su Francesco Marchetti, Lucio Battisti. Due ragazzi attraversano l'estate, Sperling & kupfer editore, 2008. Pagina 121. «Lucio Battisti non voleva parlare assolutamente di politica. Lavorava sulle emozioni. Desiderava dare emozioni alla gente a prescindere dal fatto che fosse politicamente di destra o di sinistra.»
80.^ Emanuela Grigliè. «Il viaggio è un sogno che ho realizzato». City, 11-05-2010. URL consultato in data 17-05-2010.
81.^ Claudio Sabelli Fioretti, Giorgio Lauro, Il mio amico Lucio Battisti, Aliberti editore, 2008. Pagina 85. «Noi pensavamo a un discorso artistico indipendente dai dogmi politici, ideologici e partitici.»
82.^ Gianfranco Salvatore, L'arcobaleno. Storia vera di Lucio Battisti vissuta da Mogol e dagli altri che c'erano , Giunti editore, 2000. Pagina 168.
83.^ «Io finanziare Ordine Nuovo? Chi mi conosce sa che faccio fatica anche a pagare il biglietto del tram.» Frase pronunciata da Battisti a Gianfranco Manfredi, come riportato su Tullio Lauro e Leo Turrini, Emozioni. Lucio Battisti vita mito note, Zelig editore, 1995. Pagina 155.
84.^ Claudio Sabelli Fioretti; Giorgio Lauro, Il mio amico Lucio Battisti, Aliberti editore, Pagina 99.
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86.^ Dieci anni fa moriva Lucio Battisti… in Gioventù italiana. 08-09-2008. URL consultato il 13-09-2009.
87.^ Gianfranco Salvatore, L'arcobaleno. Storia vera di Lucio Battisti vissuta da Mogol e dagli altri che c'erano , Giunti editore, 2000. Pagina 169.
88.^ Leo Turrini, Battisti. La vita, le canzoni, il mistero, Mondadori editore, 2008. Pagina 63. «Che Battisti e Mogol, ragionando sulle immagini che dovevano introdurre Il mio canto libero, pensassero a Freda e Ventura, gli imputati «neri» per la strage di piazza Fontana, non era una forzatura. Era un delirio, punto e basta.»
89.^ Claudio Sabelli Fioretti, Giorgio Lauro, Il mio amico Lucio Battisti, Aliberti editore, 2008. Pagina 97. «Ma quale saluto fascista. Era un'invocazione a due mani.»
90.^ Leo Turrini, Battisti. La vita, le canzoni, il mistero, Mondadori editore, 2008. Pagina 62. «… dobbiamo accennare alla copertina del Mio canto libero. Quella con le braccia tese. E dai. Non fosse bastata la storiella del saluto romano, ecco la cover di un 33 giri destinato a dominare le classifiche del 1973. Cos'era, una provocazione? Un messaggio in codice?»
91.^ Elena no / Una in www.luciobattisti.info. URL consultato il 31-03-2010.
92.^ Francesco Mirenzi, Battisti talk, 1a ed. Castelvecchi editore, 1998. Pagina 158
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110.^ Alfonso Amodio; Italo Gnocchi; Mauro Ronconi, Innocenti evasioni. Lucio Battisti: una bio-discografia commentata, Editori riuniti, Pagina 159.
111.^ Gianfranco Salvatore, Mogol-Battisti, l'alchimia del verso cantato, Castelvecchi, 1998, pag. 304 e segg.
112.^ Affermazione fatta da Mogol in più occasioni, e citata in moltissimi volumi tra i quali ricordiamo Renzo Stefanel, Ma c'è qualcosa che non scordo. Lucio Battisti gli anni con Mogol, edizioni Arcana, pag. 153
113.^ a b Sono stati consultati il volume di Dario Salvatori, Storia dell'hit parade, edizioni Gremese, 1989, e le classifiche pubblicate negli anni in questione dai settimanali Ciao 2001 e TV Sorrisi e Canzoni e dal mensile Musica e dischi
114.^ Armando Gallo. «In California per ritrovare l'ispirazione». Tv sorrisi e canzoni, 20-07-1975. Consultabile anche su Francesco Mirenzi, Battisti talk, 1, Castelvecchi editore, 1998. Pagine 201-203
115.^ Gianfranco Salvatore, L'arcobaleno. Storia vera di Lucio Battisti vissuta da Mogol e dagli altri che c'erano, Giunti editore, 2000. Pagine 201-202.
116.^ «Hanno tentato di rapire il figlio di Battisti». Il corriere di informazione, 18-07-1975. Consultabile anche su Francesco Mirenzi, Battisti talk, 1, Castelvecchi editore, 1998. Pagine 199-201
117.^ Gianfranco Salvatore, L'arcobaleno. Storia vera di Lucio Battisti vissuta da Mogol e dagli altri che c'erano, Giunti editore, 2000. Pagina 203.
118.^ Renato Marengo. «Lucio Battisti: «Non sono un mostro!»». Nuovo Sound, 12-12-1975. Consultabile anche su Renzo Stefanel, Anima latina, No Reply editore, 2009. Pagine 368-376
119.^ Renzo Stefanel, Anima latina, No Reply editore, 2009. Capitolo 27 (pagine 355-389).
120.^ Gianfranco Salvatore, L'arcobaleno. Storia vera di Lucio Battisti vissuta da Mogol e dagli altri che c'erano, Giunti editore, 2000. Pagine 207-209
121.^ Michele Bovi, Tg2 Dossier, Rai Due, 09-03-2008.
122.^ a b Luciano Ceri, Pensieri e parole. Lucio Battisti: una discografia commentata, Coniglio editore, 2008. Pagina 253.
123.^ Renzo Stefanel, Anima latina, No Reply editore, 2009. pagina 361.
124.^ Atto di pubblicazione del matrimonio, riportato su Tullio Lauro; Leo Turrini, Emozioni. Lucio Battisti vita mito note, Zelig editore, 1995. Pagina 52.
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140.^ Target: Ci ritorni in mente, Canale 5, ?-?-1994. «Un allontanamento naturale, dovuto a divergenze sui diritti d’autore, per una questione di principio» (dalla scheda su luciobattisti.info)
141.^ a b Gianfranco Salvatore, L'arcobaleno. Storia vera di Lucio Battisti vissuta da Mogol e dagli altri che c'erano , Giunti editore, pagina 224
142.^ Mario Luzzatto Fegiz. «Artista enigmatico e imbattibile, litigò con Mogol per la percentuale sulle canzoni». Corriere della Sera, 30-08-1998. URL consultato in data 06-06-2009.
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144.^ a b Gianfranco Salvatore, L'arcobaleno. Storia vera di Lucio Battisti vissuta da Mogol e dagli altri che c'erano , Giunti editore, 2000. pagina 226
145.^ Si veda il testo del brano di apertura di E già, Scrivi il tuo nome: «Scrivi il tuo nome su qualcosa che vale, mostra a te stesso che non sei un vegetale, e per dimostrare che si può cambiare sposta il confine di ciò che è normale […] il momento migliore per cominciare un'altra vita, un altro stile».
146.^ Gianfranco Salvatore, L'arcobaleno. Storia vera di Lucio Battisti vissuta da Mogol e dagli altri che c'erano, Giunti editore, 2000. Pagina 232.
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159.^ Classifica degli album più venduti del 1992 in www.hitparadeitalia.it. URL consultato il 29-07-2009.
160.^ a b c d Tullio Lauro; Leo Turrini, Emozioni. Lucio Battisti vita mito note, Zelig editore, 1995. Pagina 123
161.^ Adriano Celentano. «Un' estate con Lucio Battisti e quel sogno impossibile con Mina». Corriere della Sera, 05-10-1998. URL consultato in data 28-08-2009.
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165.^ a b Tullio Lauro; Leo Turrini, Emozioni. Lucio Battisti vita mito note, Zelig editore, 1995. Pagine 130-135
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167.^ Mario Luzzatto Fegiz. «Mogol Battisti, torna l' intesa?». Corriere della Sera, 14-09-1995. URL consultato in data 27-07-2009.
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http://it.wikipedia.org/wiki/Lucio_Battisti
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