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martedì 21 settembre 2010

Luigi Tenco


Luigi Tenco
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

« Io sono uno che sorride di rado, questo è vero ah, ah, ah, ah, ma in giro ce ne sono già tanti che ridono e sorridono sempre, però poi non ti dicono mai cosa pensano dentro »
(Luigi Tenco, Io sono uno, 1966)

Luigi Tenco (Cassine, 21 marzo 1938 – Sanremo, 27 gennaio 1967) è stato un cantautore italiano o, come lui stesso amava definirsi, compositore.

La sua morte, attribuita generalmente a suicidio mentre si trovava a Sanremo per partecipare al Festival della canzone italiana, è avvolta da un velo di mistero.

È sepolto nel cimitero di Ricaldone.

Biografia
Gli inizi
Nacque da una relazione extraconiugale della madre, Teresa Zoccola, cameriera presso una famiglia molto benestante di Torino (la famiglia Micca) con il figlio sedicenne[1][2] della famiglia. La madre venne poi allontanata e ritornò a Cassine, e Luigi prese il cognome del marito della ragazza, Giuseppe Tenco (i due avevano un figlio, Valentino), che morì in circostanze mai del tutto chiarite[3] prima che lui nascesse.

Trascorse la prima infanzia tra Cassine e Ricaldone (paese originario della madre) fino a che, nel 1948, la famiglia si trasferì in Liguria, dapprima a Nervi e poi a Genova, dove la madre aprì un negozio di vini. Frequentò, con discreto profitto, dapprima il liceo classico al Liceo Ginnasio Andrea Doria[4] per poi trasferirsi al liceo scientifico.

Nel 1953 fondò un gruppo musicale, la Jerry Roll Boys Jazz band (composta da Danilo Dègipo alla batteria, Bruno Lauzi al banjo, Alfred Gerard alla chitarra ed egli stesso al clarinetto), che propone tra i tanti brani di Nat King Cole e Kid Ory[5].

Iniziò a suonare il sax nel 1957, quando venne chiamato da Marcello Minerbi (in seguito fondatore dei Los Marcellos Ferial ed arrangiatore per Claudio Lolli in Aspettando Godot) nel Trio Garibaldi, con Ruggero Coppola alla batteria e Minerbi al pianoforte[6]; proprio per il trio Tenco scrive la sua prima canzone, la sigla di apertura dell'orchestra[7].

Seguì nel 1958 la costituzione del gruppo i Diavoli del Rock con Nicola Grassi, soprannominato Roy, alla batteria e Gino Paoli alla chitarra.

Iscrittosi alla facoltà di Ingegneria, passò poi a quella di Scienze Politiche. In questo periodo entrò a far parte del Modern Jazz Group di Mario De Sanctis.

Nel 1959 si trasferì a Milano, ospite con l'amico Piero Ciampi di Gianfranco Reverberi che, lavorando come arrangiatore alla Dischi Ricordi, lo fece partecipare come session man alle registrazioni di La tua mano di Gino Paoli e Se qualcuno ti dirà di Ornella Vanoni; si trasferì poi con Ciampi alla Pensione del Corso, in Galleria del Corso 1, dove alloggiavano anche Paoli, Sergio Endrigo, Franco Franchi, Bruno Lauzi ed altri artisti[8].

Ottene poi un contratto discografico con la Dischi Ricordi come cantante; il suo esordio col gruppo I Cavalieri risale al 1959. Il gruppo - che gravitava intorno alla casa discografica Tavola Rotonda, sottoetichetta della Ricordi, da cui il nome, e del quale facevano parte Gianfranco Reverberi, Paolo Tomelleri, Enzo Jannacci e Nando De Luca - incise un EP con quattro brani, Mai/Giurami tu/Mi chiedi solo amore/Senza parole (che vennero anche pubblicati suddivisi in due 45 giri), pubblicato a nome Tenco. Dopo questa incisione, Tenco adottò gli pseudonimi di Gigi Mai, Dick Ventuno e Gordon Cliff, chiedendo a Nanni Ricordi di non apparire con il suo vero nome per non subire danni d'immagine essendo studente di Scienze Politiche ed iscritto ad un partito politico[9].

Cronologia degli eventi
Nel 1961 uscì il suo primo 45 giri inciso come solista e con il suo vero nome, intitolato I miei giorni perduti. Nel 1962, cominciò una breve esperienza cinematografica, con il film La cuccagna di Luciano Salce (con Donatella Turri tra gli interpreti), pellicola nella quale cantò il brano "La ballata dell'eroe", composta dall'amico Fabrizio De André.

Sempre negli anni sessanta strinse un'amicizia importante con il poeta anarchico genovese Riccardo Mannerini.

Il primo 33 giri di Tenco uscì proprio quell'anno; conteneva successi quali Mi sono innamorato di te e Angela, ma anche Cara maestra che non fu ammessa all'ascolto dalla Commissione per la censura (per quest'ultimo brano fu allontanato dalle trasmissioni RAI per due anni).

Nel 1963 si ruppe l'amicizia con Gino Paoli, a causa della relazione di questi con la giovane attrice Stefania Sandrelli, che Tenco non approvava.

Nel settembre dello stesso anno le sue canzoni Io sì e Una brava ragazza furono nuovamente bloccate dalla censura. Poco prima aveva abbandonato la casa discografica Dischi Ricordi per la Jolly.

Agli inizi del 1965 fa la sua prima apparizione cinematografica, di due sole nella sua vita, nel film musicale '008 Operazione Ritmo', di Tullio Piacentini, distribuito con successo in tutta Italia. Nel 1965, dopo vari rinvii che aveva ottenuto, partì per il servizio militare, che completò tuttavia in gran parte con ricoveri ospedalieri.

L'anno successivo stipula un contratto con la RCA Italiana ed incide Un giorno dopo l'altro, che diventa sigla dello sceneggiato televisivo Il commissario Maigret. Altri successi dell'epoca sono: Lontano lontano, Uno di questi giorni ti sposerò, E se ci diranno, Ognuno è libero.

A Roma, conobbe la cantante italo-francese Dalida, con la quale ebbe una relazione.


Luigi Tenco sul palco di Sanremo durante l'esecuzione di Ciao amore ciaoE sempre in questo periodo collabora con il gruppo beat The Primitives, guidato da Mal, per i quali scrive, in collaborazione con Sergio Bardotti, il testo italiano di due canzoni: I ain't gonna eat my heart anymore, che diventa il grande successo Yeeeeeeh!, e Thunder'n lightnin, tradotta in Johnny no! e contenuta nell'album del gruppo Blow Up.

Nel 1967 si presentò (qualcuno sostenne a suo malincuore) al Festival di Sanremo con la canzone Ciao amore ciao, cantata, come si usava a quel tempo, da due artisti separatamente (in questo caso si trattava dello stesso Tenco e di Dalida).

Secondo alcune testimonianze pare che inizialmente Tenco, a causa della scarsa fiducia in sé stesso, non apprezzasse Ciao amore ciao, ma Dalida con la sua dolcezza, riuscì a convincere il cantautore a portare quella canzone al Festival.

Questo particolare lascia un velo di ironia della sorte tra il cinico e il macabro per tutto quanto avvenne dopo. Il brano di Tenco non venne apprezzato dal pubblico e non fu ammesso alla serata finale del Festival, classificandosi al dodicesimo posto nel voto popolare. Fallito anche il ripescaggio, dove fu favorita la canzone La rivoluzione di Gianni Pettenati, pare che Tenco fu preso dallo sconforto.

La tragica morte
Rinchiusosi nella sua camera in una dependance dell'Hotel Savoy, venne successivamente trovato morto proprio dalla stessa Dalida. Il corpo riportava un foro di proiettile alla testa. Venne trovato un biglietto vergato a mano - che più perizie calligrafiche hanno poi consentito di attribuire allo stesso Tenco - contenente il seguente testo:

« Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt'altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda "Io tu e le rose" in finale e ad una commissione che seleziona "La rivoluzione". Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi. »


Questo ovviamente, sul momento, fece pensare al suicidio come unica spiegazione di quell'assurda morte. Tanto più che Tenco aveva acquistato una pistola l'anno precedente per difesa personale. Tuttavia, per molti decenni, sono sussistiti molti dubbi sulle cause reali della sua morte: ad esempio è molto strano il fatto che non fu mai ritrovato il proiettile che ne causò la morte.

Per questo e per altri motivi, dopo anni di pressioni esercitate da una parte della stampa, il 12 dicembre 2005, dopo ben trentotto anni, la procura generale di Sanremo ha disposto la riesumazione della salma per tentare di stabilire la verità una volta per tutte, e cioè se Tenco si era realmente suicidato o, come molti hanno ritenuto per anni, era stato assassinato per motivi da approfondire ulteriormente.

Il 15 febbraio 2006 il Caso Tenco è stato, in via ufficiale, definitivamente chiuso. Una nuova analisi sulla salma di Tenco, infatti, ha suffragato la tesi che il cantante è morto per suicidio, non potendo formulare alcuna altra ipotesi anche perché, contrariamente alle aspettative, non è stato ritrovato il proiettile nel cranio. Nonostante ciò, ancora molti sostengono tesi alternative al suicidio.

Tra l'11 giugno 2009 e il 28 settembre 2009, il Segretario Politico Nazionale del Partito dell'Alleanza, Dott. Sante Pisani ed il responsabile Nazionale del dipartimento delle politiche abitative dell' UDEUR Dott. Domenico Scampuddu, hanno inviato due esposti al Consiglio Superiore della Magistratura, al Ministro della Giustizia On. Alfano, al Consiglio dei ministri e al Cancelliere della Corte europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo (Francia), con in allegato cinque prove dell'omicidio di Luigi Tenco. L'esposto in versione integrale è disponibile alla pubblica lettura.[10]

Il 10 maggio 2010 su Odeon Tv, la trasmissione Rebus, questioni di conoscenza,condotta da Maurizio Decollanz, ha trattato il Caso Tenco e tra le altre cose si è parlato delle "5 prove" dell'omicidio di Luigi Tenco sostenute su facebook da quasi 20.000 Italiani. In studio Aldo Fegatelli Colonna ( Biografo di Tenco ), Francesco Bruno ( Criminologo ), Giuseppe Bità ( Responsabile Luigi Tenco 60's - La verde isola ). L'intera puntata è disponibile alla pubblica visione.[11]

Il messaggio di Tenco tra Musica e Cultura

Inaugurazione del Museo TencoNel 1967, Ornella Benedetti, pochi mesi dopo la morte del cantautore, costituisce il Club Luigi Tenco di Venezia, un vero e proprio fan club con l'obiettivo di raccogliere, ricordare e diffondere il messaggio dell'artista.[12]
Nel 1972 Amilcare Rambaldi a Sanremo costituisce il Club Tenco con lo scopo di riunire tutti coloro che si propongono di valorizzare la canzone d'autore. Dal 1974, in suo onore, al Teatro Ariston di San Remo è stato istituito dal Club Tenco il Premio Tenco, manifestazione a cui hanno partecipato i più grandi cantautori degli ultimi decenni. Nel novembre 2007, il Club gli dedica l'intera edizione della Rassegna e il volume "Il mio posto nel mondo. Luigi Tenco, cantautore. Ricordi, appunti, frammenti" (BUR) curato da Enrico de Angelis, Enrico Deregibus e Sergio Secondiano Sacchi.
A Cusano Milanino, il 19 gennaio 2006, presso il "Centro Sociale Cooperativo Ghezzi", da un'idea di Renzo Zannardi, si è tenuta la conferenza "Il sax ribelle che anticipò il 68", centrata sull'impegno sociale di Tenco e sul clima culturale da lui vissuto. L'evento è stato caratterizzato dalla partecipazione, tra gli altri, del biografo Aldo Fegatelli Colonna e del giornalista Daniele Biacchessi.
A Ricaldone, il 20 luglio 2006 è stato inaugurato il Centro di Documentazione Permanente Luigi Tenco, prima struttura museale in Italia dedicata a un cantautore.
A Milano, nel dicembre 2007, presso il Teatro Litta, la pittrice sassarese Maria Vittoria Conconi ha realizzato una mostra dal titolo "Tenco, le donne e la musica. Un immaginario visivo ispirato da Luigi Tenco", con dodici acquerelli di immagini femminili, ispirati alla musica di Tenco. Nell'ambito della mostra è stato presentato anche un calendario con le dodici opere, dedicato al 70º anniversario della nascita di Tenco.
La mostra è stata replicata nel febbraio 2008, presso la Biblioteca Comunale di Rescaldina, e il 21 marzo 2008 a Sassari con la mostra "I fiori di ieri. Un omaggio a Luigi Tenco", presso il Centro d'Arte e Cultura "Giuseppe Biasi".[13]
A Busto Garolfo, il 15 febbraio 2008, presso la Biblioteca Comunale, il gruppo di studiosi ed estimatori di Luigi Tenco "Binario21" ha dato luogo alla conferenza "Gli anni di Luigi Tenco e quelli di Internet", con analisi e approfondimenti su vita, musica e testi del cantautore piemontese.[14]
A Sassari, dal 29 gennaio 2010, presso il Teatro Il ferroviario, l'associazione Materia Grigia organizza la rassegna "La forza delle parole", un laboratorio di animazione teatrale con gli studenti dell'Università degli Studi di Sassari, incentrato sulla figura e sull'arte di Luigi Tenco. Una serie di incontri, inaugurata da Maria Vittoria Conconi e Paolo Zicconi, con la partecipazione di scrittori, musicisti, poeti e intellettuali, tra i quali Mario Dentone, Erri De Luca, Gianni Mura e Ada Montellanico.[15]
Gli omaggi
Diversi sono stati i tributi a Tenco nati nel corso degli anni da colleghi cantautori, amici, musicisti ed estimatori. Tra i più interessanti e significativi:

Preghiera in gennaio di Fabrizio De André, pubblicata per la prima volta nel 1967, con la quale il cantautore onora l'amico scomparso concedendogli un posto in paradiso.
Signori benpensanti, spero non vi dispiaccia
se in cielo, in mezzo ai Santi, Dio, fra le sue braccia,
soffocherà il singhiozzo di quelle labbra smorte,
che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte
Il testo, da decenni, viene incluso in numerose antologie scolastiche di letteratura.

Donatella Rettore, con È morto un artista, dal suo omonimo album del 1977, dedica questa canzone a Tenco in ricordo ai 10 anni dalla sua scomparsa.
Nei suoi sogni cercava da sempre una donna ideale
e voleva la banda e i cavalli al suo funerale
E le notti d'inverno, rosse d'amore e di vino
Confessava la donna che aveva e che avrebbe voluto!
Un giorno di gloria almeno!
È morto un artista, e invece di piangere fanno festa!


Molto commosso il ricordo di Luigi Tenco nell'autobiografia dell'amico Bruno Lauzi.[16]
Nicola Di Bari canta Luigi Tenco, disco del '71 nel quale Nicola, che aveva conosciuto Tenco nel periodo Jolly diventandone amico, interpreta suoi brani come Lontano lontano o Cara maestra. È inoltre presente una canzone inedita di Tenco, intitolata Il mondo gira, la cui musica è scritta da Giampiero Reverberi.
Festival di Francesco De Gregori, dall'album Bufalo Bill del 1976, nella quale viene difesa l'umanità di Luigi ("qualcuno ricordò che aveva dei debiti, mormorò sottobanco che quello era il motivo. Era pieno di tranquillanti, ma non era un ragazzo cattivo") e messa in risalto la facilità con cui, dopo la tragedia, si è fatto a gara per essere suoi amici ("si ritrovarono dietro il palco, con gli occhi sudati e le mani in tasca, tutti dicevano: "Io sono stato suo padre!", purché lo spettacolo non finisca").
Ciao ciao di Francesco De Gregori, dall'album Scacchi e tarocchi del 1985, in cui viene citata nel testo Ciao amore ciao e Sanremo (nei versi "Guarda che belli i fiori in questa città") e la morte di Tenco ("Andarsene è un peccato...").
Brown plays Tenco, mini LP inciso nel 1987 in Italia da Steven Brown, leader e polistrumentista della band americana Tuxedomoon, contiene cinque cover di altrettanti pezzi di Tenco tra cui una versione in inglese di Lontano, lontano e le altre in italiano: Un giorno dopo l’altro, Vedrai vedrai, Ciao amore ciao e Mi sono innamorato di te.
Danza di una ninfa, disco della cantante jazz Ada Montellanico e del pianista Enrico Pieranunzi, edito da Egea nel 2005, nel quale vengono musicate per la prima volta 4 canzoni inedite di Tenco: Da quando, Mia cara amica, O me, Danza di una ninfa sotto la luna. Ed è proprio quest'ultima la canzone più bella secondo il sito internet Jazzitalia, che la definisce "raffinata, colta", eterea, una perfetta fusione tra musica e parole.[17]
Tenco, brano scritto dal cantautore rock Luca Masperone e selezionato nel 2008 per la Stanza dello Scirocco (programma di teatro in onda su radio Life Gate). Nel testo, Luca definisce Tenco "una lettera d'avulso", giocando sul triplo significato del verso: la lettera può essere intesa come riferimento all'ultimo messaggio lasciato da Luigi prima di morire, oppure come lettera dell'alfabeto unica e originale, e come tale non capita fino in fondo. O ancora come lettera che il mondo di allora ha, superficialmente, rispedito al mittente.
A Ricaldone, Tenco viene ricordato ogni anno, in estate, tramite la manifestazione L'Isola in Collina, con la puntuale partecipazione di cantautori più o meno affermati.
Nel 1999 è stato allestito lo spettacolo teatrale "Solitudini - Luigi Tenco e Dalida", presso il Teatro Greco di Roma, scritto e diretto da Maurizio Valtieri.
Durante la serata finale del festival del 2007 Renato Zero riporta a San Remo "Ciao Amore, Ciao" (all'interno di un medley di tributo a Tenco)
Antonello Venditti rende omaggio a Tenco nella canzone Tradimento e perdono (dall'album del 2007 Dalla pelle al cuore).
Nel 2008 i Cluster, nel programma X-Factor hanno riproposto "Mi sono innamorato di te" in una versione "a cappella".
Nella canzone "Baudelaire" dell'album Amen, 2008, i Baustelle cantano: "Luigi Tenco è morto per te".
Il 30 settembre 2008, il sito web "La verde isola" di Luigi Tenco pubblica "La ballata del Tenchiano", canzone volta a dissacrare lo stereotipo di Luigi Tenco quale personaggio triste e malinconico.
Nel 2008, in occasione del concerto di beneficenza "Musicamore", gli Stadio hanno suonato " Vedrai vedrai" di Luigi Tenco.
Il 18 aprile 2009 il gruppo dei CaljAmari ha tenuto il concerto Mille Cose da Dire, tributo a Luigi Tenco.
Il 18 febbraio 2010 Edoardo Bennato, ospite al festival, omaggia Luigi Tenco cantando "Ciao Amore, Ciao"
Cover
Molti artisti hanno inciso nella propria discografia cover di Luigi Tenco. Di seguito un elenco di queste incisioni che non vuole essere esaustivo.

Artista Canzone Anno Album
Mike Patton Quello che conta 2010 Mondo Cane
Giusy Ferreri Ciao amore ciao 2009 Fotografie
Cluster Mi sono innamorato di te 2009 Steps
Fariborz Lachini Ho capito che ti amo 2008 Golden Memories 1
Gianluca Grignani Mi sono innamorato di te 2008 Cammina nel sole
Mango Ragazzo mio 2008 Acchiappanuvole
Antonella Ruggiero Un giorno dopo l'altro 2007 Genova, la Superba
Guarda se io 2007
Mi sono innamorato di te 2005 Big Band!
Claudio Baglioni Lontano lontano 2005 Quelli degli altri tutti qui
Vedrai vedrai 2005
Un giorno dopo l'altro 2005
Giuni Russo Ciao amore ciao 2003 Morirò d'amore
Renato Zero Lontano lontano 2000 Tutti gli Zeri del mondo
Vedrai vedrai 2000
Jenny B Se stasera sono qui 2000 Come un sogno
Paola Turci E se ci diranno 1995 Una sgommata e via
Alice Se sapessi come fai 1994 Quando... -Tributo a Luigi Tenco
Steven Brown Lontano, lontano (English version) 1987 Brown plays Tenco
Un giorno dopo l’altro 1987
Vedrai vedrai 1987
Ciao amore ciao 1987
Mi sono innamorato di te 1987
Loredana Bertè Ragazzo mio 1984 Savoir faire
Mia Martini Un giorno dopo l'altro 1983 Miei compagni di viaggio
Vedrai vedrai 1983
Ornella Vanoni Ti ricorderai 1986 Ornella &...
Se stasera sono qui 1986
Vedrai vedrai 1980 Oggi le canto così, vol.2 Paoli e Tenco
Ragazzo mio 1980
Io sì 1980
Lontano, lontano 1980
Mi sono innamorato di te 1968 Ai miei amici cantautori
Mina Se stasera sono qui 1968 Le più belle canzoni italiane interpretate da Mina
Vedrai, Vedrai 1971 Del mio meglio live e riproposta nel 1997 in Minantologia
Wilma Goich Se stasera sono qui 1967 Se stasera sono qui/L'ora dell'uscita (45 giri)
Ho capito che ti amo 1964 Ho capito che ti amo/Era troppo bello/Quando piangi (45 giri)

Discografia
Per approfondire, vedi la voce Discografia di Luigi Tenco.

Materiale inedito
Il 13 novembre 2009 esce il doppio CD "Inediti"[18]. Il primo CD contiene inediti mai pubblicati di Tenco, tre dei quali, poiché mai registrati, affidati a Massimo Ranieri (Se tieni una stella), Stefano Bollani (No no no) e Morgan (Darling remember versione in inglese di Vola colomba). Il secondo CD invece contiene alcune cover eseguite dal vivo, in occasione di varie rassegne della canzone d’autore, da artisti come Alice, Vinicio Capossela, Simone Cristicchi, Eugenio Finardi e Roberto Vecchioni, e inoltre, rarità nella rarità, quattro inediti del 1957 che vedono Tenco impegnato come sassofonista in un gruppo jazz genovese.
Esistono due brani andati perduti di cui sono rimasti noti solo i titoli: Le stelle dell'Orsa maggiore e Liscio o al seltz.
Videografia
Per la testa grandi idee, curato da Enrico de Angelis (2008)
Filmografia
La cuccagna, regia di Luciano Salce (1962)
008 Operazione ritmo, regia di Tullio Piacentini (1965)
Questo pazzo, pazzo mondo della canzone, regia di Bruno Corbucci e Giovanni Grimaldi (1965)
Note
1.^ Maurizio Becker, La donna che visse due volte, intervista a Donatella Turri pubblicata su Musica Leggera, n° 11 di giugno 2010, pag. 55
2.^ Aldo Fegatelli Colonna, Luigi Tenco. Vita breve e morte di un genio musicale, ISBN 88-04-50087-5, pag. 23-25
3.^ Giuseppe Tenco sarebbe stato ucciso nella stalla da un calcio di una mucca; ma il fratellastro di Tenco, Valentino, ha sempre parlato di un incidente, senza ulteriori precisazioni; cfr.: http://it.luigitenco.wikia.com/wiki/Pagina_principale
4.^ Aldo Fegatelli, Luigi Tenco. La storia, i testi inediti, 1982, edizioni Lato Side, pag. 22
5.^ Aldo Fegatelli, Luigi Tenco. La storia, i testi inediti, 1982, edizioni Lato Side, pag. 21
6.^ Aldo Fegatelli, Luigi Tenco. La storia, i testi inediti, 1982, edizioni Lato Side, pag. 22
7.^ Aldo Fegatelli, Luigi Tenco. La storia, i testi inediti, 1982, edizioni Lato Side, pag. 23
8.^ Aldo Fegatelli, Luigi Tenco. La storia, i testi inediti, edizioni Lato Side, Roma, 1982, pagg. 27-28
9.^ Lettera di Tenco a Nanni Ricordi, datata 8 agosto 1960, pubblicata in Luigi Tenco. La storia, i testi inediti, di Aldo Fegatelli, edizioni Lato Side, Roma, 1982, pagg. 26-27
10.^ Caso Tenco: esposto inviato alla magistratura con in allegato le 5 prove dell'omicidio di Luigi Tenco: http://casotenco.laverdeisola.net
11.^ http://rebustv.blogspot.com/2010/05/rebus-il-caso-tenco-la-puntata-e-online.html
12.^ La Brigata Lolli
13.^ http://www.mariavittoriaconconi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=128%3Aincontro-tenco&catid=39%3Aincontro-tenco&Itemid=86
14.^ http://www.mariavittoriaconconi.it/index.php?view=article&catid=37%3Avideo&id=89%3Abusto-conferenza&option=com_content&Itemid=58
15.^ http://notizie.alguer.it/n?id=30637
16.^ Bruno Lauzi, Tanto domani mi sveglio, Autobiografia in controcanto
17.^ Jazzitalia - Enrico Pieranunzi e Ada Montellanico : Danza di una Ninfa (Storie di Tenco)
18.^ Luigi Tenco, inediti :: BABYLONBUS :: www.babylonbus.org
Bibliografia
Club Luigi Tenco (a cura del), In ricordo di Luigi Tenco, Venezia Lido, Ist. tipografico editoriale, 1968.
Mario Luzzatto Fegiz, Morte di un cantautore. Biografia di Luigi Tenco, Milano, Gammalibri, 1976.
Franco Brancatella (a cura di), Luigi Tenco. Le canzoni, la poesia, la musica di un grande cantautore suicida, Roma, Savelli, 1981.
Aldo Fegatelli, Luigi Tenco. La storia, i testi inediti, Roma, Lato Side, 1982.
Luigi Granetto "Luigi Tenco", per "Hit Parade International", Armando Curcio Editore, Roma 1983.
Aldo Fegatelli, Tenco, Padova, F. Muzzio, 1987.
Graziano Roy Grassi, Caso Tenco. È stato un suicidio?, Genova, Graphos, 1992.
Renzo Parodi, Luigi Tenco, Genova, Tormena, 1997.
Aldo Fegatelli Colonna, Luigi Tenco. Vita breve e morte di un genio musicale, Milano, Oscar Mondadori, 2002.
Mario Dentone, con Nedo Gonzales (a cura di), A Luigi Tenco, 35 anni da quel Sanremo. Genova 23 gennaio 2002, Foggia, Bastogi, 2003.
Ada Montellanico, Quasi sera. Una storia di Tenco, Roma, Stampa alternativa; Viterbo, Nuovi Equilibri, 2006.
Autori Vari (a cura di Enrico Deregibus), Dizionario completo della canzone italiana, Giunti editore (2006)
Enrico de Angelis, Enrico Deregibus, Sergio Secondiano Sacchi, Il mio posto nel mondo. Luigi Tenco, cantautore. Ricordi, appunti, frammenti, Milano, Bur, 2007.
Carlo Lucarelli, Tenco a tempo di tango, Roma, Fandango libri, 2007.
Renzo Parodi, Luigi Tenco. Canterò finché avrò qualcosa da dire, Milano, Sperling & Kupfer, 2007.
Renato Tortarolo, con Giorgio Carozzi, Luigi Tenco. Ed ora che avrei mille cose da fare, Roma, Arcana, 2007.
Mario Dentone, Luigi Tenco. Per la testa grandi idee, Roma, Radiofandango, 2008.
Luca Vanzella, con Luca Genovese, Luigi Tenco. Una voce fuori campo, Ponte di Piave, BeccoGiallo, 2008.
Emanuela Profumo, Liguria criminale. Dai serial killer Minghella e Bilancia alla banda 22 ottobre, dal misterioso suicidio di Luigi Tenco all'esecuzione spietata di Guido Rossa ad opera delle Brigate rosse, dalle sanguinose faide dei paesi dell'entroterra alla grande tragedia del G8, Roma, Newton Compton, 2008.
Voci correlate
Discografia di Luigi Tenco
Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali su Luigi Tenco
Wikiquote contiene citazioni di o su Luigi Tenco
Collegamenti esterni
Monografia di Luigi Tenco
Luigi Tenco su Open Directory Project (Segnala su DMoz un collegamento pertinente all'argomento "Luigi Tenco")
TV TENCO, la televisione su Luigi Tenco
I testi delle canzoni di Luigi Tenco
Le foto di Recco ( dove è vissuto Tenco )
Le foto di Ricaldone ( dove è vissuto Tenco )



http://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Tenco













1 commento:

sull’amaca.it ha detto...

Bel post! Per me è importante continuare a scrivere e parlare di Luigi Tenco. Di seguito trovi un'intervista al produttore di Brown Plays Tenco e una impressione d'ascolto sul mini album.

http://www.sullamaca.it/musica/paolo-cesaretti-racconta-di-brown-plays-tenco/


http://www.sullamaca.it/musica/steven-brown-suona-luigi-tenco/