misabellC Tour (^.^=)

free counters

domenica 16 maggio 2010

Alberto Mario Moriconi


La Poesia italiana del Secondo Novecento - The Italian Poetry of the second half of the 20th century

Alberto Mario Moriconi



Alberto Mario Moriconi, nato a Terni, vive a Napoli fin dalla fanciullezza. Penalista, poi docente di letteratura drammatica all’Accademia delle Belle Arti di Napoli, pubblicista: in particolare, critico e rubricista culturale de Il Mattino. La sua opera poetica: Vortici rupi mammole (Gastaldi, Milano 1952), Trittico fraterno (Ceschina, Milano ’55), Anno Mille (Rebellato, Padova ’58), Le torri mobili (Guanda, Parma ’63), Dibattito su amore (Laterza, Bari ’69), Un carico di mercurio (Laterza, ’75), Decreto sui duelli (Laterza, ’82), Il dente di Wels (Tullio Pironti, Napoli ’95), Io, Rapagnetta Gabriel - e altre sorti (Pironti, ’99) Sue opere sono state tradotte in più lingue. Un’ampia bibliografia della critica dal 1952 al 1987 sulla sua opera è consultabile nel volume La poesia di Moriconi di Franco Lanza, ed. Liguori, Napoli 1988, pp.137-153, preceduta da una rassegna della detta critica, pp.105-131; ed una bibliografia essenziale fino al 1998 segue una serie di saggi (di Marcello Carlino, Elio Gioanola, Giuliano Gramigna, Niva Lorenzini, Francesco Muzzioli, Raffaele Nigro, Tjuna Notarbartolo, Antonio Piromalli, Giorgio Patrizi, Giuseppina Scognamiglio) su La poesia di Moriconi pubblicati da Nord e Sud, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, aprile-maggio 1996 e agosto 1998.



LA PROPRIETÀ

Il giorno in cui distinsi
il mio
dal vostro, io persi tutto il nostro
immenso tutto,
il giorno in cui recinsi
andò distrutto
quel confine che c'era l'orizzonte
solo d'ogni vagare
nostro leggero incantato.
Così
io m'inibii con una
siepe
ogni monte, ogni mare,
per amor d'una zolla incondivisa,
su cui sol io picchiare,
friabilissima zolla.
E a chi tentò,
per ruzzo, inconsapevole
di barriere, saltare
picchiai in fronte; e a chi bere
poi volle alla mia polla, mia d'un tratto,
e sete e vita estinsi.
Né uno m'abbruciò la siepe, risero
i selvaggi di me, quel folle:
e il folle
moltiplicò le sue
zolle, le sue
zolle,
le sue...
I miti selvaggi ridevano!

(da "Il dente di Wels")


http://www.italian-poetry.org/moriconi.htm

http://www.italian-poetry.org/index_principale.htm

Nessun commento: