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mercoledì 23 giugno 2010

Kahlil Gibran

Sensibile scrittore divenuto celebre per la poetica raccolta di scritti riuniti nel volume Il profeta, Gibran Khalil Gibran (o anche Jibran Khalil Jibran o dal nome completo di Gibran Khalil Gibran bin Mikha'il bin Saad), meglio conosciuto pero' come Kahlil Gibran, e' nato il 6 dicembre 1883 a Bisharri (anche chiamata Bsharri, Becharre, Bcharre, Bsharre) nel Libano del nord, da una famiglia piccolo-borghese maronita.

I genitori erano cristiani maroniti, cattolici della Palestina settentrionale; crebbe con due sorelle, Mariana e Sultana, e il fratellastro Boutros, nato dal primo matrimonio della madre, rimasta vedova.

La sua formazione si puo' ricostruire attraverso gli anni neoplatonici e paganeggianti di Boston, ove emigra nel 1894 per ragioni economiche con la madre, i fratelli ed alcuni zii. Sono gli anni dell'emigrazione araba verso gli Stati Uniti e il Brasile. Il padre, semialcoolizzato, rimane in Libano forse in prigione (si suppone per evasione fiscale), Gibran non avra' un buon ricordo del rapporto con lui. E la madre, Kamele Rahme', gli trasmette la religiosita' e i valori umani della sua tradizione culturale.

A dodici anni Kahlil, emigrato negli Stati Uniti, comincio' a frequentare le scuole americane ed e' qui dai suoi insegnanti inglesi, che il nome gli venne abbreviato in Kahlil Gibran; nome che utilizzo' successivamente nei suoi scritti in inglese.

A 14 anni Kahlil torna in Libano per frequentare la scuola superiore all'Hikme' di Beirut. In questo periodo si imbatte nel classicismo libanese che separa abissalmente i ricchi dai poveri, l'aristocrazia ed il clero dal popolo. Verosimilmente risale a questi anni il contatto piu' profondo e duraturo con le Sacre Scritture. Completati gli studi, essendo diventata nel frattempo la vita in comune con il padre insostenibile, Gibran, decide di ritornare in America: e' il 1902.

Tornato a Boston a causa della malattia della madre, che muore di tisi l'anno seguente, e sucessivamente anche i suoi fratelli.

A Boston visse nel quartiere cinese, abitato da immigrati italiani, irlandesi e siriani.

Sempre a Boston, nel 1904, conosce Mary Haskell, l'incontro piu' importante della sua vita. Mary sara' sua mecenare, collaboratrice, amica, musa, e piu' tardi curatrice delle sue opere. Mary rappresento' un sostegno decisivo per lui, morale e materiale. Si sono incontrati all'esposizione di alcuni quadri di Kahlil presso lo studio di un amico fotografo. Mary che ha 10 anni piu' di lui, e' preside di una scuola femminile. Grazie ai suoi contributii Gibran studia pittura a Parigi, tra il 1908 e il 1910, all'Acade'mie Lucien (accademia delle belle arti di Parigi). Legge Voltaire e Rousseau, Blake, Nietzsche; scrive "Spiriti Ribelli", pubblicato in arabo nel 1908, una breve raccolta di racconti dal tono aspro e nostalgico sulla societa' libanese.

Tornato negli Stati Uniti (1912), va a vivere a New York dove apre uno studio, da lui definito nei suoi scritti "l'eremo" si dedica contemporaneamente alla letteratura e alle arti figurative. Insieme all'amico Mikhail Naimy e' la figura di spicco di un'associazione letteraria Siro-Libanese, Arrabitah-al-Alima, nata a Boston e New York tra letterati e pittori arabi d'oltre oceano, i Mahjar "immigrati" appunto.

Con il suo impegno in questa associazione Gibran vuole portare avanti una "rivolta contro l'occidente tramite l'oriente", parole scritte in occasione della pubblicazione de "Il Folle" (1918), cioe' contro il decadentismo dell'occidente e il tradimento del suo stesso Romanticismo. Allo stesso tempo sente il bisogno di un rinnovamento formale e contenutistico della letteratura araba, per esempio si libera della poesia monorima e quantitativa per il verso libero. Nel nuovo continente egli si inserisce nella poesia americana sulla scia di Thoreau, Whiteman, Emerson (che stimo' in modo particolare), poeti naturalisti di tradizione protestante e predicatoria. Spesso pubblica dei disegni insieme alle opere, mai lunghe.

Nel 1920 e' tra i fondatori a New York della Lega Araba, che doveva rinnovare la tradizione araba con l'apporto della cultura occidentale.

Il successo in occidentale di Kahlil Gibran, infatti, si deve soprattutto al fascinoso sincretismo religioso dell'opera Il profeta, scritta nel 1923: su tutto prevale l'idea di una generica concezione della divinita', in cui vi si intrecciano immagini e simboli di ogni religione e filosofia (cattolicesimo, induismo, islamismo, mistici sufi accanto agli idealisti europei, romanticisti, Nietzsche e mistici arabi).

Per Kahlil Gibran l'esistenza e' il tempo regalato per ricomporre la frattura esistente tra noi e Dio; quando nell'individuo bene e male, perfezione e imperfezione, piccoli sentimenti e grandi passioni riusciranno a convivere, ecco che nella coincidenza degli opposti si manifesteranno saggezza, perfezione e felicita'.

La mistica di Gibran sfugge a ogni classificazione, il poeta parla per immagini ricorrendo a un mondo simbolico dai mille significati, che per la sua universalita' sollecita l'uomo indu' e il cristiano, l'ateo e il credente.
Il suo successo deriva proprio dal suo porsi tra oriente e occidente, tra Beirut, Parigi e New York.

In qualita' di artista Kahlil Gibran e' stato un personaggio davvero eclettico, contrariamente a quanto la sua fama, legata perlopiu' all'opera Il Profeta, faccia presupporre.
Oltre che scrittore infatti Gibran fu anche pittore e organizzatore di cultura, in controtendenza al suo carattere schivo ed introverso. Gran parte delle sue iniziative si devono al lodevole aiuto della sua amica Mary Haskell, che lo ha finanziato piu' volte.

Tra le altre sue opere segnaliamo Il miscredente, breve romanzo scritto nel 1908 per la rivista L'Emigrante, in cui impegno politico e tensione civile prevalgono ancora sulla dimensione religiosa.
Altre sue produzioni da ricordare sono il testo autobiografico (in cui esprime il dolore per la morte dell'adorata moglie Selma), Le ali infrante (1912), scritto in inglese e le Massime spirituali, un testo tipico della sua produzione, tra l'aforistico e il mistico, teso a una conciliazione tra occidente e oriente.

Mori' a New York il giorno 11 aprile 1931, stroncato dalla cirrosi epatica e dalla tubercolosi; Fu sepolto in un giorno di pioggia, accompagnato da pochi amici, tra i quali Barbara Young. Per l'occasione il giornale "The New York Sun" annuncio': "A Prophet is Dead." "Un profeta e' morto". Gibran lascia i diritti d'autore in eredita' agli abitanti di Bisherri per opere di pubblico beneficio.

La sua salma riposa in un eramo libanese, secondo le sue volonta'.

Nel 1933, due anni dopo la sua morte, verra' pubblicata un'opera che aveva lasciato incompiuta: Il Giardino del Profeta.

Le prime biografie di Gibran, scritte da chi lo frequento' molto negli ultimi anni, come Mikhail Naimy e Barbara Young, e in parte dettate da Kahlil stesso, non sono tuttavia completamente affidabili, in quanto tendono ad alimentare il ruolo di Guru che molti ammiratori gia' vedevano in Gibran. Il primo studio serio su di lui e' quello di Kahlil S. Hawi, pubblicato a Beirut nel 1963.
02/03/2008
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Sul matrimonio
Allora Almitra di nuovo parlò e disse:
Che cos'è il Matrimonio, maestro?

E lui rispose dicendo:
Voi siete nati insieme e insieme starete per sempre.
Sarete insieme quando le bianche ali della morte disperderanno i vostri giorni.
E insieme nella silenziosa memoria di Dio.
Ma vi sia spazio nella vostra unione,
E tra voi danzino i venti dei cieli.

Amatevi l'un l'altro, ma non fatene una prigione d'amore:
Piuttosto vi sia un moto di mare tra le sponde delle vostre anime.
Riempitevi l'un l'altro le coppe, ma non bevete da un'unica coppa.
Datevi sostentamento reciproco, ma non mangiate dello stesso pane.
Cantate e danzate insieme e state allegri, ma ognuno di voi sia solo,
Come sole sono le corde del liuto, benché vibrino di musica uguale.

Donatevi il cuore, ma l'uno non sia di rifugio all'altro,
Poiché solo la mano della vita può contenere i vostri cuori.
E siate uniti, ma non troppo vicini;
Le colonne del tempio si ergono distanti,
E la quercia e il cipresso non crescono l'una all'ombra dell'altro.



Kahlil Gibran


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