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venerdì 18 giugno 2010

Stéphane Malarmé

Malarmé
CANZONETTE

III • (Lo Stradino)


Questi sassi tu livelli
E io, come trovatore,
Così un cubo di cervelli
Debbo aprire a tutte l'ore.


IV • (Il Venditore d'aglio e di cipolle)


Il tedio di recarci in visita
Con l'aglio noi allontaniamo.
L'elegia alle lacrime esita
Poco se cipolle tagliamo.


V • (La Moglie dell'operaio)


La zuppa, il bimbo, la donna
Al cavapietre destinati
Lo complimentano ch'egli rompa
con l'usanza di sposarsi.


VI • (Il Vetraio)


Il puro sole che ripone
Troppa luce per discernervi
Toglie abbagliato la camicia
Del vetraio dal suo groppone.


VII • (Il Giornalaio)


Sempre, non importa il titolo,
Senza pure un raffreddore,
Questo allegro bevitore
Grida un primo numero.


VIII • (La Venditrice d'abiti)


L'occhio vivo con cui valuti
Fino al loro contenuto
Mi separa dai miei abiti
E come un dio vado nudo.



http://www.la-poesia.it/stranieri/francesi/malarme/malarme-canzonette-1.htm






Stéphane Mallarmé (1842-1898)

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